mercoledì 1 marzo 2023

Dei bambini non si sa niente

Romanzo d’esordio della scrittrice Simona Vinci, "Dei bambini non si sa niente", pubblicato da Einaudi nel 1997 è un titolo a dir poco disturbante. 


Titolo: Dei bambini non si sa niente
Autrice: Simona Vinci
Anno della prima edizione: 1997
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 160

L’autrice non ha paura di sconvolgere i lettori con un tema fortissimo, che ho trovato a tratti insopportabile: la scoperta da parte di un gruppo di bambini della provincia bolognese dei propri corpi e della sessualità. Se si trattasse di giochi innocenti, della naturale curiosità, non ci sarebbe nulla di male, anzi! Tuttavia sul capannone dove si trovano grava l’ombra di adulti che cercano di influenzarli attraverso pornografia di vario genere, che li condurrà ad atti sempre più violenti, dalle conseguenze inimmaginabili e irreversibili. 

Mi sento di premettere tutto questo perché "Dei bambini non si sa niente" non è affatto una lettura per tutti. Mi ritengo una lettrice poco impressionabile quando non si tratta di violenza sugli animali, argomento che come ben sapete non sopporto, ma qui ho davvero faticato, specialmente negli ultimi capitoli del romanzo. 

Si tratta di un esordio coraggiosissimo e che non assomiglia nient’altro. È un testo scritto in una lingua asciutta e descrittiva al tempo stesso, che ci immerge nelle campagne assolate dell’estate, nel grano che cresce nei campi, nel sudore dei corpi che pedalano su una bicicletta o si ammassano su un materasso. Ogni immagine è vivida ed evocativa al punto da sembrare proprio sotto i nostri occhi, e questo denota senza dubbio un talento raro nell’autrice, che non ha paura di sconvolgere, di toccare tasti ritenuti perlopiù un vero e proprio tabù, e che crea così un testo indimenticabile nella sua crudezza e crudeltà. 

Ci sembra di conoscerli questi bambini, che crescono troppo in fretta e che non sanno davvero quello che fanno; bambini di cui non si sa niente, perché li si pensa impegnati in giochi innocenti ed invece sono intenti ad autodistruggersi. 

Consiglio questa lettura soltanto a chi davvero se la sente: non credo che tornerò a rileggerla, ma credo che il mio percorso con l’autrice sia soltanto all’inizio, perché se questo è il suo primo romanzo non oso immaginare la potenza delle sue opere successive!

Qual è l'ultimo libro che vi ha disturbati?

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