giovedì 18 luglio 2024

La figlia unica

Ne “La figlia unica” Guadalupe Nettel, pubblicato in Italia da La Nuova Frontiera, scrive un romanzo sulla maternità ambientato in Messico, e lo fa attraverso le storie di tre donne.

La protagonista è Laura, una ricercatrice che non desidera la procreazione e per questa ragione ha scelto di privarsi della stessa capacità di concepire, senza rimpianti.
Poi c’è la sua più cara amica, Alina, che se dapprima condivide la sua posizione poi scopre di volere fortemente un figlio, ma quando rimane incinta scopre di aspettare una bambina con una gravissima malformazione.
Infine c’è Doris, la vicina di casa di Laura, vedova di un marito violento e madre di Nicolas, di otto anni, che trova quasi impossibile accudire data la sua depressione e le violente crisi del bambino.

Laura, che non è madre, diventa una figura protettiva per Nicolas; Alina, che ha tanto cercato la sua Ines, si chiede se per la piccola non sarebbe meglio morire alla nascita; Doris forse quel figlio non l’ha mai voluto.

Nettel scrive in modo semplice e diretto, senza mai fare la morale alle sue protagoniste, donne che creano reti, che non celano i loro sentimenti più scomodi. Ci fa riflettere davanti al nido di una coppia di piccioni su cosa significhi essere madri, e articola il suo romanzo in capitoli brevi, taglienti, che tolgono il fiato. 

“La figlia unica” è un libro breve e doloroso, potentissimo, che mi ha colpita come pochi altri e rientrerà certamente tra le migliori letture dell’anno.

Conoscete questa autrice messicana?

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