giovedì 18 luglio 2024

Legami di sangue

La produzione letteraria di Octavia E. Butler si inscrive nella corrente del cosiddetto "afrofuturismo": il pensiero degli autori afroamericani che negli anni '70 rivendicavano pari diritti rispetto ai bianchi, e il superamento del concetto di razza. 

Lo si ritrova nel romanzo "Legami di sangue", che risale al 1979 ed è portato in Italia da Sur edizioni: un libro che ho amato molto, e che ha per protagonista Dana, che nel 1976 ha poco più di vent'anni, ha sposato un autore bianco, e d'improvviso si ritrova catapultata nel Maryland schiavista di inizio '800. Qui il suo compito, senza apparenti ragioni né una vera e propria spiegazione, pare essere quello di salvare la vita di Rufus, il figlio bambino di un proprietario di schiavi che scoprirà essere un suo lontano antenato; e questi viaggi nel tempo continueranno ad avvenire nella vita di Dana, lasciando sia lei sia il marito a lungo intrappolati in un passato inospitale e pericoloso, a contatto con la tremenda realtà della schiavitù.

Il primo romanzo sulla schiavitù che io abbia mai letto è stato "Amatissima" di Toni Morrison, e lì ho compreso quanto questo tema mi avrebbe fatta soffrire, poi è seguito "La ferrovia sotterranea" di Colson Whitehead. Mi è successo anche con "Legami di sangue", dove l'elemento fantascientifico non mi ha per nulla infastidita (anzi, mi ha ricordato le dinamiche de "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo", e come lì mi ha convinta) e dove le relazioni tra le persone vengono spezzate dai capricci dei bianchi che li ritengono loro proprietà. 

Ci sono alcune scene di violenza, com'è naturale dato il contesto, ma c'è anche molta forza d'animo, una profonda umanità nell'empatia che Dana sa provare addirittura per Rufus, e una costante speranza in un futuro, che Dana e il marito conoscono per esperienza, in cui le catene e le corde a trascinare uomini, donne e bambini alla vendita saranno state spezzate. 

Questa lettura mi ha suscitato forti emozioni, e non posso fare altro che consigliarvela.

Quali sono i vostri autori afroamericani preferiti?

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