sabato 10 agosto 2024

E poi saremo salvi

Che colpo al cuore, "E poi saremo salvi" di Alessandra Carati, il romanzo d'esordio pubblicato da Mondadori di un'autrice che ha alle spalle una carriera da biografa e ghost writer e qui si cimenta in una storia a lungo documentata, che le ha richiesto più stesure e ferisce come una lama affilata.

Aida ha sei anni quando scoppia la guerra in Jugoslavia e d'un tratto serbi e bosniaci diventano nemici, in Bosnia si viene rapiti, torturati, uccisi, e così lei e sua madre, incinta del fratello Ibro, lasciano il villaggio e scappano verso la frontiera, per passare il confine e raggiungere il padre in Italia.

È a Milano che Aida cresce, dapprima da profuga e poi sempre più inserita, al punto da essere adottata dalla famiglia di volontari che per prima li ha accolti. Intanto la distanza tra lei e i genitori aumenta, la Bosnia continua ad essere radicata in loro mentre lei sente di non appartenervi, frequenta il liceo classico, studia Medicina. Della Bosnia conserva ricordi sfuocati, l'amata nonna, la paura dei soldati col mitra, i cari scomparsi o assassinati che tormentano i suoi genitori, nelle fosse comuni dove i loro corpi attendono di venire ricomposti e restituiti alla luce. 

Se il conflitto e l'emigrazione sono al centro della prima metà del romanzo, nella seconda il centro della narrazione è la salute mentale, o per meglio dire la malattia, quella che si manifesta in Ibro ventenne e che nessuno sa come gestire, e che l'autrice racconta benissimo, nel dramma delle famiglie lasciate sole davanti a problematiche insormontabili, a figli amatissimi e incontrollabili. La racconta benissimo, sebbene questa spaccatura a metà sia secondo me il difetto del romanzo, che fatica a tenere insieme le sue due componenti così differenziate.

"E poi saremo salvi" è un romanzo doloroso dove nessuno si salva, dove ci sono più separazioni che vicinanze, e quando i legami si riallacciano avviene sempre per mezzo di una tragedia, la calma sopraggiunge quando anche la speranza sembra venire meno. È una storia carica di vissuti e di sofferenze, scritta in capitoli brevi e trascinanti in prima persona, che non sono riuscita ad interrompere nemmeno per prendere fiato.

Tra i finalisti al Premio Strega 2022 e forse dopo di allora un po' dimenticato, è un romanzo che vi consiglio caldamente se volete leggere una storia che vi emozioni in profondità.

Qual è l'ultimo libro che vi ha commossi?

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