domenica 4 agosto 2024

Radici bionde

"Radici bionde", pubblicato da SUR, è stato il mio primo incontro con l’apprezzatissima autrice Bernardine Evaristo, ma purtroppo credo di aver cominciato dal titolo sbagliato (è infatti molto più famoso "Ragazza, donna, altro" che forse avrei dovuto preferire) perché si è rivelato la delusione tra le letture del mese, nonostante le premesse fossero ottime.

L’autrice descrive una società in cui è avvenuto un ribaltamento tra l’etnia caucasica e quella africana, che ha comportato che il fenomeno della tratta degli schiavi si svolgesse dalle coste dell’Europa verso quelle dell’Africa -i cui nomi sono leggermente variati, abbiamo infatti "Europia", i "bianki", i "nehri" e così via.

La protagonista, Doris, è stata catturata e resa schiava da ragazzina e da allora sogna di riconquistare la libertà. La struttura del romanzo non è lineare e intreccia il punto di vista di Doris ai suoi ricordi, ma anche alla voce di uno dei proprietari di schiavi che ha la pretesa di descrivere anche il contesto sociale in cui questa forma di schiavitù ha luogo.

Purtroppo nel complesso il testo non mi ha convinta per nulla: innanzitutto dal punto di vista temporale la contestualizzazione non regge. Se ci sono molti riferimenti all’epoca del diciassettesimo o diciottesimo secolo (la vita rurale in Europa, i viaggi per mare, le attività lavorative e l’economia) in altri punti ci sono invece elementi della contemporaneità riferiti per esempio alla moda. Questo ha contribuito a confondermi e a non farmi sentire immersa in una costruzione del mondo coerente.

L’altro enorme difetto, a mio parere molto più grave, è quello che per la protagonista non si riesce a provare alcuna empatia quando descrive le indicibili violenze a cui gli schiavi sono sottoposti. Sappiamo che non c’è nulla di inventato in queste ricostruzioni, ma sono descritte con un distacco e uno stile così vicino all’elenco freddo e compilativo, che non ho provato alcune emozione. Siamo lontanissimi insomma da opere come "Amatissima" di Toni Morrison (a cui troviamo citazioni anche dirette) che trasmette la crudeltà della schiavitù in modo estremamente rispettoso ed efficace.

In conclusione questa lettura non è proprio riuscita a convincermi e nonostante la durezza dei temi trattati mi sono addirittura annoiata.

Conoscete questa autrice per questo o altri romanzi?

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