Tra me e Liz Moore è stato amore con "I cieli di Philadelphia": un romanzo di narrativa con un pretesto thriller. Sempre pubblicato da NN Editore anche "Il dio dei boschi" ha un avvio simile per la narrazione, e non vedevo l'ora di leggerlo dal giorno dell'uscita!
Nell'estate del 1975, al campo estivo Emerson nella riserva della facoltosa famiglia Van Laar, la tredicenne Barbara scompare. Dei Van Laar Barbara è la seconda figlia: il primo, Bear, è scomparso nello stesso luogo quattordici anni prima, senza mai essere ritrovato.
Dunque "Il dio dei boschi" ruota attorno a questo doppio caso di scomparsa, e anche all'indagine svolta dalla giovane investigatrice Judy, ma non aspettatevi soltanto un thriller: è infatti soprattutto un romanzo di conflitto di classe, tra i proprietari della tenuta e i loro ricchi amici invitati alle feste e tutte le persone che invece lavorano sul posto alle dipendenze della famiglia, come la responsabile del campo estivo, T.J., e Louise, la responsabile del gruppo di Barbara.
È un romanzo di donne di ogni età oppresse dalle convenzioni sociali, dallo strapotere dei maschi e del denaro: Louise che spera in un matrimonio che risollevi la situazione economica per sé e per il fratello (e in nome di questo accetta la violenza e la noncuranza di John Paul), Judy che si ribella al controllo del padre che non accetta che possa vivere da sola senza essere sposata, T.J. che non si adegua agli stereotipi a cui le donne dovrebbero adeguarsi, e soprattutto Alice, sposa troppo giovane, mai abbastanza adeguata, [il cui ruolo di madre viene limitato al punto da spingerla a diventare la causa della morte del suo stesso figlio Bear, annegato in barca con lei sotto ad un diluvio, evento del quale non conserverà memoria e che tutti le nasconderanno per i decenni successivi].
Il ritmo della narrazione è incalzante, grazie ai capitoli brevi che passano dagli anni '50, al 1961 al 1975 in ordine sparso, focalizzandosi su punti di vista diversi. Nonostante le atmosfere siano principalmente cupe e inquietanti, ho apprezzato molto lo sviluppo della trama e la sua conclusione [Barbara infatti spezza il cerchio delle imposizioni familiari e con l'aiuto di T.J., che si è occupata di lei fin dalla primissima infanzia e non si è mai piegata alle consuetudini sociali e per questo viene etichettata come eccessivamente maschile, riesce a rifugiarsi nei boschi dove attenderà di crescere fino all'età dell'indipendenza], che chiude il cerchio in maniera coerente e ottimista verso il futuro delle nuove generazioni [se non c'è stata salvezza per Alice, ci sarà per Barbara].
Quali romanzi dell'autrice avete letto?