giovedì 9 giugno 2022

La linea del sangue

"La linea del sangue" è il romanzo d’esordio di Jesmyn Ward, una delle scrittrici contemporanee americane che preferisco, e che con la sua opera "Canta, spirito, canta" mi ha ricordato quel capolavoro che è "Amatissima" di Toni Morrison.


Titolo: La linea del sangue
Autrice: Jesmyn Ward
Anno della prima edizione: 2008
Titolo originale: Where the Line Bleeds
Casa editrice: NN Editore
Traduttrice: Monica Pareschi
Pagine: 316


Ci sono già gli elementi distintivi dei romanzi che verranno dopo: c’è l’estate calda, torrida del Mississippi, con l’aria ricolma degli uragani in arrivo; c'è l'elemento razziale, dove le generazioni più anziane hanno vissuto la segregazione e quelle ancora precedenti la schiavitù. Ci sono famiglie spezzate: madri assenti, padri tossicodipendenti e figli cresciuti da nonni che fanno del loro meglio. 

I protagonisti sono Christophe e Joshua: due gemelli che hanno condiviso ogni cosa fino al giorno del diploma. Sono bravi ragazzi, amano e aiutano in tutto ciò che possono la loro nonna, che li ha cresciuti. Quando Joshua però trova una fidanzata e un faticoso lavoro al porto, le loro strade si dividono e Christophe, ansioso di mettersi in tasca qualche soldo, si ritrova invischiato in attività illegali. 

"La linea del sangue" è un romanzo fatto di quotidianità: del preparare i pasti, del dormire sotto i ventilatori, dei corpi sudati che fanno una doccia dopo l’altra. È un romanzo estremamente fisico, dove le linee del sangue -che siano quella lasciata in bocca da un rasoio coperto di stupefacenti oppure quelle sui palmi lasciate dai cavi metallici sulle merci- segnano i fratelli, sembrano spezzare i legami, ma il sangue che condividono è ben più forte.

Dell'opera successiva "Salvare le ossa" viene anticipato un personaggio che incrocia i passi dei nostri protagonisti a più riprese. Vi è anche il senso di catastrofe imminente, ma qui l’uragano non arriva.

"La linea del sangue" è un romanzo dal ritmo piuttosto lento, che ci descrive partite di basket, giochi alla PlayStation, grigliate del 4 luglio così dettagliatamente che ci sembra di presenziare ad ogni scena. 

Lo stile della scrittrice è poetico, descrittivo e capace di trasportarci sulle rive del bayou in poche, evocative frasi: è già ben riconoscibile in questo esordio. Se tornassi indietro credo che inizierei a leggere le sue opere proprio da qui, per poterne apprezzare meglio l'evoluzione: vi consiglio di fare così se non avete mai letto nulla di suo!

Qual è l’ultimo romanzo di letteratura americana che vi è piaciuto?

martedì 7 giugno 2022

Il quaderno dell'amore perduto

"Il quaderno dell’amore perduto" pubblicato per la prima volta nel 2015, è il romanzo d’esordio della scrittrice francese Valérie Perrin, che ha ottenuto la popolarità specialmente con il suo secondo titolo "Cambiare l’acqua ai fiori" -che ho letto l’anno scorso e ho amato molto. Inevitabile quindi per me il desiderio di recuperare anche il resto della sua produzione, e sono partita proprio dal romanzo d’esordio. 


Titolo: Il quaderno dell'amore perduto
Autrice: Valérie Perrin
Anno della prima edizione: 2015
Titolo originale: Les Oubliés du dimanche
Casa editrice: Nord
Traduttore: Giuseppe Maugeri
Pagine: 348


Il titolo originale sarebbe in realtà "I dimenticati della domenica", che fa riferimento ai residenti della casa di riposo dove lavora la protagonista Justine: ricevono di rado visite dai parenti e attorno a loro ruota un simpatico mistero. Un personaggio che tutti chiamano "il corvo" (e di cui nessuno conosce l’identità) telefona ai parenti che non si recano da troppo tempo alla casa di riposo comunicando loro il finto decesso dei loro cari in modo che si decidano a recarsi sul posto. 

Questo è solo uno dei misteri della nostra storia, insieme a quello che riguarda la vita privata della nostra protagonista Justine, rimasta orfana dei genitori e degli zii quando era molto piccola. Proprio su questa tragedia alcuni punti non sono mai stati chiariti [e riguardano anche l’identità del cugino cresciuto con lei come un fratello. Per chi ha già letto "Cambiare l’acqua ai fiori" un elemento sembrerà in qualche modo già visto: quello di una nonna i cui sentimenti vengono prima della generosità e finiscono per avere tragiche conseguenze. Se in "Cambiare l’acqua ai fiori" la vittima era la piccola Leonie, in maniera del tutto involontaria qui sono i figli gemelli a fare le spese del sabotaggio di un’automobile effettuato per gelosia una volta capito che nuora era in realtà l’amante del marito].

Il filone della trama che però mi ha appassionata di più è stato l’amore perduto citato nel titolo italiano: la storia d’amore tra Hélene, una delle residenti della casa di riposo, e il suo amato Lucien che prima dello scoppiare della seconda guerra mondiale le aveva insegnato a leggere il Braille aprendole un mondo intero e aveva così conquistato il suo cuore. I due separati dal conflitto si sono poi ritrovati anni dopo per via della perdita della memoria che aveva colpito l’uomo. La loro vicenda, molto romantica e toccante, viene raccontata dalla stessa Justine che decide di scrivere su un quaderno azzurro questa storia d’amore.

"Il quaderno dell’amore perduto" è un romanzo che fonde il passato e il presente e che unisce storie d’amore travolgenti e pienamente vissute ad altre che sembrano essere solo nella fantasia della protagonista, mentre ciò che di concreto ha per le mani non trova una propria realizzazione. Alcuni aspetti delle sue relazioni non sono del tutto convincenti perché portati all’estremo: il fatto che non ricordi il nome del ragazzo che frequenta da anni ha dell’incredibile, anche giustificandolo con la giovane età della ragazza -e qui si vede forse l’immaturità della scrittrice che è decisamente migliorata nel romanzo successivo.

L’aspetto più importante di questa storia è l’importanza che meritano i ricordi delle persone, il loro passato che sembra svanire nei corpi invecchiati e dimenticati nelle case di riposo, mentre meritano considerazione e dignità. La protagonista ci ricorda quanto ogni storia sia degna di essere ascoltata e quanto dietro un’anziana signora e il volo di un gabbiano si possa nascondere un universo di speranza e fiducia in un amore in cui non ha mai smesso di credere. 

È un romanzo che ci ricorda come non solo la gioventù merita di avere il proprio spazio, ma anzi che ogni persona deve essere considerata, ascoltata e se possibile i suoi ricordi tramandati nel futuro, magari raccolti in un bel quaderno azzurro. 

L’autrice scrive in modo semplice e coinvolgente una storia divisa in brevi capitoli, dove uno tira l’altro anche per la curiosità di sbrogliare i fili dei misteri intessuti sin dall’inizio. Ne ricaviamo una sensazione dolceamara, come davanti alla perdita di qualcuno che abbiamo amato, ma allo stesso tempo di benessere per essere riusciti a conoscerlo intimamente.

"Cambiare l’acqua ai fiori" resta per il momento il mio preferito, ma inutile dirvi che non vedo l’ora di recuperare anche "Tre"!

Conoscete questa scrittrice? Qual è il vostro titolo preferito?