domenica 30 aprile 2023

Zucchero bruciato

"Zucchero bruciato" di Avni Doshi, pubblicato da Editrice Nord, è un romanzo ambientato in India, nella città di Pune. La protagonista è Antara, il cui nome è la negazione del nome di sua madre, Tara, preceduto dal prefisso “non”. Il nome contiene già la simbologia del loro rapporto: mai sereno, mai privo di contrasti, che nel presente si concretizzano nella conflittualità della perdita della memoria della madre che sembra rinnegare a causa della sua malattia tutti ricordi della figlia, anche i più traumatici. 


Titolo: Zucchero bruciato
Autrice: Avni Doshi
Anno della prima edizione: 2019
Titolo originale: Girl in White Cotton
Casa editrice: Nord
Traduttrice: Francesca Martucci
Pagine: 384

L’infanzia di Antara infatti non è stata affatto semplice: da piccolissima la madre l’ha trascinata con sé in un ashram, una sorta di comune dove si era innamorata di un santone. Le due si erano trovate a vivere in estrema povertà, addirittura all’elemosina e la madre era stata violenta con lei. A ciò erano seguite le violenze di un collegio e una giovinezza da artista, in cui lo scarso amore di sé era arrivato a farle avere una relazione con l’ex amante della madre.

Insomma la nostra protagonista è tutt’altro che equilibrata e prova verso sua madre una lunga lista di sentimenti negativi: non le ha perdonato alcun comportamento e nel trovarsi a sua volta incinta e madre di una bambina non sembra affatto in grado di elaborare i traumi del proprio passato. 

"Zucchero bruciato" è una sorta di romanzo di formazione, perché nei suoi ricordi seguiamo la protagonista dalla primissima infanzia all’età adulta, ma soprattutto un romanzo psicologico perché i suoi sentimenti ed in particolare il rapporto con la madre vengono sviscerati nei dettagli. 

Ho apprezzato l’ambientazione della storia, che descrive l’India senza stereotipi occidentali nella sua pluralità di culture, tradizioni e sapori, anche se alcuni termini avrebbero avuto bisogno di note a pié di pagina per essere compresi al meglio -vi consiglio di affiancare la lettura a qualche ricerca su Google. 

Nel complesso la storia mi ha coinvolta, anche se non ho trovato lo screen lo stile di scrittura particolarmente degno di nota. Mi ha ricordato per la tematica "Mia madre è un fiume" di Donatella di Pietrantonio, che però in molte meno pagine riesce con la sua incisività a scrivere un testo che rimane più impresso: non credo infatti che a distanza di tempo ricorderò granché di "Zucchero bruciato" nonostante durante la lettura non mi abbia annoiata. 

Non lo definirei un romanzo imperdibile, ma se siete alla ricerca di una storia che ruoti attorno al conflitto tra madre e figlia questo potrebbe rivelarsi una buona scelta. 

Qual è un romanzo ambientato in India che mi consigliate?

Scripta manent

Oltre al recentemente pubblicato "Il dono", l’unico libro di Paola Barbato che ancora non avevo letto era "Scripta Manent", la cui storia editoriale è molto particolare: nato dall’idea di essere il primo di una trilogia, si era trasformato poi in autoconclusivo ma per il mercato francese, ed è stato pubblicato solo un paio di anni fa in Italia in occasione dell’uscita de "L’ultimo ospite", in cui ritroviamo gli stessi personaggi, Flavio e Letizia.


Titolo: Scripta manent
Autrice: Paola Barbato
Anno della prima edizione: 2021
Casa editrice: Piemme
Pagine: 409

Qui in verità scopriamo come i due si sono incontrati, in un giallo ad alta tensione con dei forti richiami anche espliciti a "Misery" di Stephen King e una trama perfetta per gli amanti dei romanzi thriller. 

I protagonisti sono due scrittori che potremmo definire rivali: il primo, Corrado De Angelis, scrive thriller piuttosto colti; il secondo, Roberto Palmieri, invece puro intrattenimento. Quando dopo uno show televisivo il primo viene aggredito dal secondo e sparisce nel nulla è facile pensare che sia proprio Palmieri il responsabile... In realtà la storia è molto più complicata di così, e ha che fare con una stalker, un hater professionista, il mondo dei ghost writers e con i tanti segreti che ogni essere umano cela dentro di sé, impegnato a far trasparire solo la propria parte più socialmente accettabile.

È un giallo che fa rimanere incollati alle pagine, a una trama piuttosto articolata che mi ha richiesto uno schemino dei personaggi all’inizio della lettura per non perdere nessun collegamento, e che pagina dopo pagina si svela in un meccanismo perfettamente congegnato, in una conclusione a mio parere riuscitissima. 

Se avete letto "L’ultimo ospite" e lo avete apprezzato dovete assolutamente recuperare anche questo titolo, ma vi consiglio di farlo anche se siete più in generale amanti dei thriller e dei romanzi che parlano a loro volta di romanzi, e non vedete l’ora di leggere una storia che non si lasci posare sul comodino finché non sarete arrivati all’ultima pagina!

Ormai il mio amore per Paola barbato non ha bisogno di ulteriori conferme, ma questo si è rivelato uno tra i miei preferiti, subito dopo la trilogia e "Mani nude". 

Qual è il vostro thriller preferito?

Le tartarughe tornano sempre

"Le tartarughe tornano sempre" di Enzo Gianmaria Napolillo, pubblicato da Feltrinelli, mi ha attratto inizialmente per la copertina, poi leggendone la trama ho pensato che sarebbe stato proprio nelle mie corde: e avevo ragione! 


Titolo: Le tartarughe tornano sempre
Autore: Enzo Gianmaria Napolillo
Anno della prima edizione: 2015
Casa editrice: Feltrinelli
Pagine: 216

Si tratta di un romanzo di formazione con protagonista Salvatore, che da bambino sull’isola (che non viene mai nominata ma è evidentemente Lampedusa) conosce Giulia. Lei vive a Milano e viene sull’isola soltanto d'estate; i due si innamorano di un amore infantile ma resistente, alimentato soltanto dalle lettere che si scambiano nell’arco dell’anno e che Giulia confeziona in buste rosa perché i postini facciano loro particolare attenzione. Salvatore invece cresce sull’isola, figlio di un pescatore, e i due sono insieme quando il corpo di un ragazzo, il primo di troppi migranti, raggiunge le rive dell’isola cambiando per sempre i loro destini. 

[La famiglia di Giulia, tutt’altro che accogliente, prenderà le distanze dall’isola; Salvatore invece si impegnerà nell’accoglienza. Inizia poi un crescere, un rincorrersi e allontanarsi, un perdersi rimanendo comunque in qualche modo legati: Giulia al Nord all’università, Salvatore che non trova il proprio posto nel mondo, che deve faticare per rendere realtà i propri desideri. Ci saranno altre persone di mezzo]

Sullo sfondo di questa storia c'è la tragedia dei naufragi lungo le coste, la brutalità dei respingimenti e l’ingiustizia dei centri di identificazione e di espulsione e della politica. È un romanzo dunque che parla dell’oggi, del nostro paese e dell’ingiusta strage che contribuisce a perpetrare, ma è anche una storia d’amore che attraversa gli anni e chilometri, le ambizioni e le paure, gli inverni freddi di Milano e le estati assolate di Lampedusa, l’odore della vernice fresca e quello della salsedine.

È un romanzo che mi ha commossa nella sua semplicità, perché le tartarughe tornano sempre dove sono nate e così a certi amori si resta fedeli nonostante non sembri la scelta più razionale da compiere. Mi sono affezionata a Giulia e Salvatore, il cui legame è raccontato in modo così genuino e tenero che non mi è sembrato mai una volta forzato o artificioso. 

È un libro breve, una scrittura senza troppe pretese, con descrizioni molto efficaci e personaggi ben costruiti -tra di loro anche i genitori di Salvatore sono degni di nota. Mi è piaciuto ed è una lettura che vi consiglio per l’estate, perché seppure breve non dimentica di lanciare uno sguardo sulla realtà e sugli aspetti di essa meno superficiali!

Qual è l’ultimo romanzo ambientato in Italia che avete letto?

mercoledì 12 aprile 2023

Abbandono

Una delle migliori letture dall'inizio dell'anno, "Abbandono" di Elisabeth Asbrink, pubblicato da Iperborea, è una lettura perfetta per gli amanti dei romanzi familiari ma anche dei romanzi storici.


Titolo: Abbandono
Autrice: Elisabeth Asbrink
Anno della prima edizione: 2020
Titolo originale: Overgivenheten
Casa editrice: Iperborea
Traduttrice: Alessandra Scali
Pagine: 313

Suddiviso in tre parti, si snoda dall'inizio del Novecento, quando Rita si innamora di Vidal, ebreo sefardita emigrato in Inghilterra da Salonicco, fino agli anni '40 quando i due si sposano dopo una lunga unione tenuta segreta, agli anni '60 quando una delle loro figlie è diventata madre in Svezia e cresce da sola Katherine, bambina sola e preoccupata per la sua mamma-nuvola che potrebbe trasformarsi in temporale in qualunque momento. Nel 2019 si svolge l'ultimo terzo, che ripercorre la storia degli ebrei spagnoli dal 1300, ma soprattutto il viaggio di Katherine adulta a Salonicco, sulle tracce delle origini di quel nonno che pagina dopo pagina comprendiamo sempre di più.

Ispirato alle vicende familiari dell'autrice, che si è documentata in modo esteso e approfondito, uno degli elementi più degni di nota di questa storia è la scrittura: a volte un fiume in piena, paragrafi lunghi interrotti solo dalle virgole, altre volte elenchi che vanno a capo ogni poche parole, pagine con poche righe, capitoli fitti. Una scrittura poetica, che fa commuovere, dei passaggi che ho avuto voglia di sottolineare, annotare, portare con me una volta terminata la lettura.

Ho molto apprezzato anche il terzo capitolo, ricco di elementi storici, che dal 1300 ci porta al presente ricostruendo le persecuzioni vissute dal popolo ebraico, fino all'Olocausto e la distruzione della presenza ebraica a Salonicco, compreso il cimitero le cui lapidi sono servite poi a costruire metri e metri della città. Ho imparato molto da questo capitolo e per questo, oltre che per la narrazione coinvolgente e commovente, sono grata all'autrice.

Se dunque vi piacciono le storie familiari con al centro protagoniste femminili e amate che i romanzi si intreccino alla storia della civiltà umana, non potete perdervi "Abbandono": sono sicura che vi conquisterà.

Qual è l'ultimo romanzo che avete amato?

La masseria delle allodole

Prima dell’Olocausto, a cui moltissimi tra romanzi e testimonianze che troviamo disponibili in libreria sono dedicati, ci fu il genocidio armeno. A questa strage di innocenti pochissime opere sono dedicate, e io non ricordo di aver mai studiato a scuola questa pagina della storia; l’ho trovata però tra le pagine de "La masseria delle allodole" di Antonia Arslan, pubblicato da Rizzoli, che racconta proprio la storia dell’autrice o meglio dei suoi antenati che vennero sterminati o cacciati dall’Anatolia nei primi anni della prima guerra mondiale. 


Titolo: La masseria delle allodole
Autrice: Antonia Arlsan
Anno della prima edizione: 2004
Casa editrice: Rizzoli
Pagine: 233

Ho trovato in questa storia straziante le marce della morte, il massacro dei neonati, le torture, gli stupri di massa che purtroppo ben conosciamo, ma raramente sono nominati associati a questo genocidio. In particolare è stata quindi una lettura che nel suo linguaggio semplice mi ha insegnato molto e che inutile dirlo mi ha fatto molto soffrire. 

La famiglia, che incontriamo dapprima in tempo di pace dove i fratelli si scambiano lettere per incontrarsi tra chi è emigrato e chi invece è rimasto in patria, viene in questo libro privata di tutti i suoi componenti maschili, trucidati ad eccezione di un bambino, l’unico superstite perché al momento del massacro indossava una vestina da bambina.

Seguiamo il coraggio e la disperazione delle donne che si portano appresso, in una marcia forzata in direzione di Aleppo, gli anziani e i bambini, cercando con ogni mezzo a loro disposizione di farne sopravvivere il più possibile. Inutile dirvi che le scene drammatiche sono moltissime, e alcune sono anche parecchio crude, quindi preparatevi ad una lettura che proprio leggera non è. 

Tuttavia è un testo che credo sia importante proprio perché di questa parte della storia si parla molto poco e ogni libro che sappia insegnarci qualcosa è sempre una preziosa risorsa a nostra disposizione. 

Qual è l’ultimo libro ispirato a fatti reali che avete letto?

Ragazza

Prima di leggere "Ragazza" di Edna O'Brien, pubblicato da Einaudi, mi sono posta una domanda: è lecito che un'autrice irlandese, per quanto si sia documentata, scriva un romanzo per testimoniare il rapimento delle ragazze nigeriane da parte dei fondamentalisti di Boko Haram avvenuto nel nord-est del paese nel 2014?


Titolo: Ragazza
Autrice: Edna O'Brien
Anno della prima edizione: 2019
Titolo originale: Girl
Casa editrice: Einaudi
Traduttrice: Giovanna Granato
Pagine: 190

Mi ero chiesta una cosa simile prima di leggere il romanzo "Io non mi chiamo Miriam" di Majgull Axelsson, pubblicato da Iperborea, che per protagonista aveva scelto una sopravvissuta all'olocausto del popolo rom. Nel caso di Axelsson, il romanzo mi era sembrato poi un testo eccellente, del tutto rispettoso e capace di ricordare tante vittime dimenticate. 

Qui la resa non è altrettanto efficace, ma è innegabile che delle vittime di quel rapimento di quasi dieci anni fa si sia smesso di parlare da tempo almeno sui media nostrani, e anche solo per questo ho apprezzato "Ragazza". Un altro aspetto molto interessante che il romanzo pone è quello del reinserimento delle vittime una volta riottenuta la libertà, e del posto in società da trovare per i figli nati dagli abusi subiti dalle donne.

La sua protagonista, Maryam, viene rapita appena adolescente ed è vittima di ogni sorta di violenze e brutalità; viene costretta al matrimonio e da quest'unione nasce Babby, a cui fatica ad affezionarsi per via di ciò che rappresenta. Quando le due riescono a scappare, davanti a loro si prospetta comunque un'interminabile serie di difficoltà: dalle insidie della giungla, al pregiudizio e al rifiuto della comunità a cui Maryam apparteneva. 

Lo stile che dà voce a Maryam in prima persona è molto particolare, mescola continuamente il tempo presente a quello passato, trasmettendo bene la confusione e il disorientamento della ragazza. Le fonti, locali, hanno di certo informato molto bene l'autrice, che prima di scrivere questo testo ha trascorso diverso tempo in Nigeria incontrando vittime, volontari e religiosi del luogo.

Nel complesso ho trovato quest'opera degna di nota per il tema, molto trascurato e rimosso, che tratta. Credo che ci siano però romanzi dell'autrice a cui deve la propria notorietà, e sono consapevole di aver iniziato da un'opera minore!

Qual è l'ultimo testo ispirato a eventi reali che avete letto?

Tutto chiede salvezza

"Tutto chiede salvezza" di Daniele Mencarelli, pubblicato da Mondadori, si sviluppa a partire da un episodio realmente successo all’autore, che nell’estate 1994 fu ricoverato per un trattamento sanitario obbligatorio di una settimana. 


Titolo: Tutto chiede salvezza
Autore: Daniele Mencarelli
Anno della prima edizione: 2020
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 204

Sono proprio questi sette giorni che l’autore racconta nel suo libro, all’interno del quale descrive i cinque compagni di stanza con cui il Daniele ventenne narratore condivide l’isolamento e i sentimenti che ne derivano. È così che facciamo la conoscenza di Mario, Giorgio, Gianluca, Madonnina e Alessandro: gli ultimi due irraggiungibili da una comunicazione vera e propria, mentre i primi tre in grado di interagire con il protagonista, facendolo riflettere su quanto coloro che la società giudica matti e talvolta pericolosi si rivelino in verità le persone che sente più vicine a lui, le uniche con le quali può mostrarsi realmente per quello che è. 

Suddiviso nei sette giorni della settimana di TSO, questo testo è estremamente fisico: percepiamo il caldo, il sudore sui corpi, la pesantezza dell'afa, l'inconsistenza del cibo ospedaliero. 

Le pagine esplorano le difficoltà che un ragazzo estremamente sensibile come Daniele incontra nel relazionarsi con la realtà e i suoi aspetti più negativi, dalla morte e la sofferenza all’inganno e la mancanza di empatia. Attraverso il suo punto di vista e i numerosi dialoghi, spesso sporcati dal dialetto romanesco in un modo che non disturba la narrazione ma la rende anzi più vivida ed evocativa, entriamo anche noi nel reparto psichiatrico e ci chiediamo se davvero la semplice prescrizione di farmaci da parte di medici per i quali pazienti sono soltanto numeri di passaggio possa essere una strategia efficace per la risoluzione di un problema. 

Chiudo questo libro pensando che dovesse esserci il tempo di salutare Mario, che l’umanità dovrebbe venire per prima, che a Giorgio il tempo di vedere sua madre fosse dovuto e che nessuno dovrebbe preferire un TSO alle discriminazioni della propria famiglia come di quella di Gianluca. 

Una volta terminata questa lettura i suoi protagonisti vengono con me, ed è per questo che ve la consiglio, perché nella sua brevità e nel suo stile semplice sa colpire dritto al cuore e parlare della malattia mentale in un modo che arriva anche a chi dell’argomento sa ben poco. Ora non vedo l’ora di guardare la serie TV che è stato tratta da questo libro! 

Voi lo avete letto o l’avete già guardata?

giovedì 6 aprile 2023

Parlare a vanvera

Esiste ancora qualche lettore che nutre dei dubbi riguardo il fatto che Bianca Pitzorno sia una delle autrici più straordinarie di sempre? In questo caso dovrebbe leggere "Parlare a vanvera", un’opera pubblicata per la prima volta nel 1989, che raccoglie delle vere proprie perle di creatività che si propongono di raccontare delle storie all’origine dei più comuni modi di dire, per primo proprio "parlare a vanvera" che dà il titolo all’opera. 


Titolo: Parlare a vanvera
Autrice: Bianca Pitzorno
Anno della prima edizione: 1989
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 126

L’ispirazione venne all’autrice negli anni '70 quando lavorava per la Rai e realizzava programmi per ragazzi, mescolando ai giochi di parole elementi e personaggi della letteratura classica, da "Il libro della giungla" di Kipling al "Decamerone" di Boccaccio. Scrisse così questo testo delizioso, capace di intrattenere e di far sorridere oltre che riflettere su modi dire che diamo assolutamente per scontati.

Abbiamo dunque una zia che perde l’udito e rende vano ogni discorso fatto al suo indirizzo, una gatta che in un’ambientazione da mitologia greca cerca di risolvere i problemi della propria umana mangiando le foglie delle profezie di Apollo, sorelle prese in ostaggio dalla nobiltà francese che si liberano con un artificio degno di Raperonzolo. C'è poi una madre coraggiosa che in un duello medievale salva la figlia accusata di stregoneria, mascherandosi sotto una stoffa che la nasconde; un orafo costretto a fabbricare orecchie di metalli preziosi che nascondano la giustizia dei briganti; un re incapace che crede negli ideali della riforma e non è in grado di nominare nuovi nobili, in particolare i conti, senza l’aiuto di un nostro esperto. 

Non mancano una povera zia il cui sogno d’amore non è mai stato coronato, che scoppia in lacrime a sentire pronunciare il nome dell’uomo che non ha mai dimenticato (Otto, inutile dirlo!); un improvvisato scassinatore costretto a frantumare statuette pur di non essere scoperto nell’atto di una rapina; un'insopportabile principessa che invece di baciarlo si trova un rospo sullo stomaco, e due litigiosi fratellini che alla stazione di Patti devono essere rimessi in ordine prima di essere presentati ai nobili genitori.

L’insieme insomma è composto da storie variegate, dalle diverse ambientazioni (dall’antica Grecia al Medioevo al primo '900), con personaggi come sempre irriverenti e originali che non ci permettono di chiudere il testo per la curiosità di scoprire quale altra perla ci riserverà il prossimo racconto. 

Può essere anche una lettura adatta ad un appuntamento serale prima di dormire, perché i capitoli non non dipendono l'uno dall’altro e sono godibili anche singolarmente. Anche per la lettura in classe potrebbe essere un testo perfetto, capace di avvicinare i ragazzi all’amore per le parole e per le storie. Insomma un altro libro di questa scrittrice che mi conquista completamente!

Qual è l’ultimo romanzo per ragazzi che avete letto ?

Ti seguo

Romanzo d’esordio dell’autrice inglese Sheena Patel, "Ti seguo" è un romanzo che definirei estremamente contemporaneo: la protagonista, che non ha nome (così come tutti gli altri personaggi, che riconosciamo in base al ruolo che rivestono nella sua vita: l’uomo con cui voglio stare, il mio ragazzo, la donna da cui sono ossessionata, sua moglie e così via), è un'esponente della generazione dei millennial. 


Titolo: Ti seguo
Autrice: Sheena Patel
Anno della prima edizione: 2022
Titolo originale: I am a Fan
Casa editrice: Atlantide
Traduttrice: Clara Nubile
Pagine: 240

Ha un lavoro legato ai social media che non le permette di accendere un mutuo, e quella che non è eccessivo definire una vera e propria ossessione per un uomo sposato, che ha per di più diverse amanti e che non è in alcun modo intenzionato ad impegnarsi con lei. 

"Ti seguo" è una storia di tira-e-molla, di attrazione fisica e di ossessione, oltre che per l’uomo con cui vorrebbe stare anche per la donna che più di tutte tra le sue amanti gli ha rubato il cuore, e che la protagonista spia in tutte le maniere possibili, in particolare attraverso i suoi account social.

I capitoli di questo romanzo, spesso brevissimi e che hanno per titolo una o poche parole, ricordano un flusso di coscienza: non seguono una linearità temporale e mescolano ricordi, conversazioni, osservazioni ed eventi che accadono. È un’opera estremamente contemporanea: parla della precarietà, della vetrina di Internet dove tutti mostriamo il nostro volto migliore indipendentemente da quanto sia lontano dalla realtà, del conflitto di classe in Inghilterra e di quello razziale, di cosa significhi non essere bianchi ma essere inevitabilmente colpiti dal privilegio bianco che ci circonda nella realtà e nel virtuale. 

È dunque un testo che contiene numerosi punti interessanti ed è un esordio senz’altro promettente. Mentirei però se non vi nominassi anche qualche punto debole che non mi ha convinta fino in fondo: primo tra tutti il brusco finale, che dà l’impressione di non aver letto una vera e propria storia ma soltanto una serie di istantanee, e anche l’elemento un po’ ripetitivo dei singoli fotogrammi che tornano più e più volte sugli stessi argomenti.

Nel complesso è stata una lettura trascinante, che mi ha fornito qualche spunto di riflessione, ma che temo non mi rimarrà impressa molto a lungo.

Qual è un romanzo d’esordio che vi ha colpiti?

Il miniaturista

Una lettura recente che mi ha conquistata molto più di quanto mi sarei aspettata inizialmente è stata "Il miniaturista" di Jessie Burton, ambientato nell’Amsterdam del XVII secolo. 


Titolo: Il miniaturista
Autore: Jessie Burton
Anno della prima edizione: 2014
Titolo originale: The Miniaturist
Casa editrice: Bompiani
Traduttrice: Elena Malanga
Pagine: 464

Racconta la storia di Petronella, una giovane donna di umili origini che si sposa con Johannes, un ricco mercante, e che si trova però in in una situazione completamente diversa da quella che si sarebbe aspettata: il marito infatti non le dedica quasi nessuna attenzione, e su di lui circolano voci decisamente scomode per l’epoca, che si rivelano corrispondere a verità. 

Come se non bastasse si aggiunge l’elemento misterioso e molto suggestivo delle miniature, che la ragazza riceve per arredare la dimora giocattolo che dal marito ha ricevuto in dono e che sembrano mostrare in anticipo quello che accadrà alla vita dei personaggi raffigurati. 

L’atmosfera del romanzo è molto evocativa, a partire dagli elementi del commercio, le spezie, lo zucchero, i dolci e le pietanze fabbricate nelle case, la descrizione delle strade di Amsterdam, dei suoi canali, fino agli elementi storici, le corporazioni, i viaggi per mare per commerciare con altri stati d’Europa o dell’Asia. 

La scrittura dell’autrice è in grado di trascinare il lettore facendolo sentire parte delle scene descritte e crea per di più personaggi che riesce a sviluppare in modo tale da stravolgere l’aspettativa iniziale. In particolare mi ha colpito Marin, la sorella di Johannes, per la quale ho provato dapprima una forte avversione ma che si è rivelata nel corso della storia un personaggio del tutto diverso dalle premesse [basti pensare alla gravidanza e al concepimento insieme al servitore Otto liberato dal commercio degli schiavi e purtroppo alla triste fine che le è riservata nel romanzo, lasciando però aperta la porta alla speranza rappresentata dalla figlia appena nata]. 

Vi consiglio la lettura di questo romanzo se siete alla ricerca di una storia dalle atmosfere fiabesche, anche se "Il miniaturista" sa essere in certi passaggi molto duro e tragico. Di recente è stato anche pubblicato il seguito di questa storia, che mi fa ben sperare per il futuro di diversi dei suoi protagonisti -inutile dire che ho già provveduto all’acquisto e che sarà una delle mie prossime letture! 

Vi consiglio inoltre la visione della miniserie visibile su Sky che è stata tratta da questo romanzo e che è stata proprio la molla che ha scatenato la mia curiosità, e mi ha spinto a leggere il libro. 

Qual è l’ultimo romanzo ambientato in un lontano passato che avete letto?