mercoledì 12 aprile 2023

Tutto chiede salvezza

"Tutto chiede salvezza" di Daniele Mencarelli, pubblicato da Mondadori, si sviluppa a partire da un episodio realmente successo all’autore, che nell’estate 1994 fu ricoverato per un trattamento sanitario obbligatorio di una settimana. 


Titolo: Tutto chiede salvezza
Autore: Daniele Mencarelli
Anno della prima edizione: 2020
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 204

Sono proprio questi sette giorni che l’autore racconta nel suo libro, all’interno del quale descrive i cinque compagni di stanza con cui il Daniele ventenne narratore condivide l’isolamento e i sentimenti che ne derivano. È così che facciamo la conoscenza di Mario, Giorgio, Gianluca, Madonnina e Alessandro: gli ultimi due irraggiungibili da una comunicazione vera e propria, mentre i primi tre in grado di interagire con il protagonista, facendolo riflettere su quanto coloro che la società giudica matti e talvolta pericolosi si rivelino in verità le persone che sente più vicine a lui, le uniche con le quali può mostrarsi realmente per quello che è. 

Suddiviso nei sette giorni della settimana di TSO, questo testo è estremamente fisico: percepiamo il caldo, il sudore sui corpi, la pesantezza dell'afa, l'inconsistenza del cibo ospedaliero. 

Le pagine esplorano le difficoltà che un ragazzo estremamente sensibile come Daniele incontra nel relazionarsi con la realtà e i suoi aspetti più negativi, dalla morte e la sofferenza all’inganno e la mancanza di empatia. Attraverso il suo punto di vista e i numerosi dialoghi, spesso sporcati dal dialetto romanesco in un modo che non disturba la narrazione ma la rende anzi più vivida ed evocativa, entriamo anche noi nel reparto psichiatrico e ci chiediamo se davvero la semplice prescrizione di farmaci da parte di medici per i quali pazienti sono soltanto numeri di passaggio possa essere una strategia efficace per la risoluzione di un problema. 

Chiudo questo libro pensando che dovesse esserci il tempo di salutare Mario, che l’umanità dovrebbe venire per prima, che a Giorgio il tempo di vedere sua madre fosse dovuto e che nessuno dovrebbe preferire un TSO alle discriminazioni della propria famiglia come di quella di Gianluca. 

Una volta terminata questa lettura i suoi protagonisti vengono con me, ed è per questo che ve la consiglio, perché nella sua brevità e nel suo stile semplice sa colpire dritto al cuore e parlare della malattia mentale in un modo che arriva anche a chi dell’argomento sa ben poco. Ora non vedo l’ora di guardare la serie TV che è stato tratta da questo libro! 

Voi lo avete letto o l’avete già guardata?

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