lunedì 4 marzo 2019

Il mondo deve sapere

Ho già letto un'opera di non-fiction dell'autrice sarda Michela Murgia, dedicata al tema del femminicidio: ne trovate qui la recensione. Sono stata poi incuriosita dal suo testo d'esordio, che risale al 2006 e nasceva in origine come un blog su cui la scrittrice pubblicava contenuti giornalieri.



Titolo: Il mondo deve sapere
Autrice: Michela Murgia
Anno della prima edizione: 2006
Casa editrice: Einaudi (prima Isbn)
Pagine: 176




All'epoca dell'apertura del blog, Michela Murgia lavorava in un call-center di una multinazionale, la Kirby Company, dove si occupava di fissare appuntamenti per la vendita del loro pluriaccessoriato aspirapolvere. L'intento, sin dall'inizio, era quello di documentare le tecniche di persuasione adottate con gli ignari potenziali clienti al telefono, ma anche la manipolazione psicologica dei membri al vertice della gerarchia nei confronti delle operatrici telefoniche. 
Nanni Moretti guardava D’Alema in tv supplicandolo di dire qualcosa che fosse più di sinistra. Io guardo nell’acquario Kirby sperando che qualcuno dica qualcosa di meno sinistro. Perché alla fine ha ragione Stephen King, l’orrore è nel quotidiano, non è nel mostro che viene dallo spazio, è nella tazzina di caffè che non hai bevuto perché ha squillato il telefono.
Chiunque abbia lavorato in un call-center anche solo per pochi giorni sa di cosa stiamo parlando. Personalmente non ho mai dovuto occuparmi di vendite, ma ho alle spalle una disastrosa esperienza nella rilevazione: agli interlocutori (scartati se non parte di uno specifico campione di sesso ed età) ponevo interrogativi a dir poco personali, sprofondando chiamata dopo chiamata in un profondo disagio, e provando una totale comprensione per chi in malo modo decideva di riattaccare.
La signorina, verissimo, non ha fatto niente di male, ma solo perché il tuo vaffanculo non gliene ha dato il tempo. Sta solo facendo il suo lavoro, verissimo. Ma il suo lavoro è fottere la gente per telefono. Accettare la telefonista come interlocutore significa salire su un ring in cui lei è una lottatrice professionista e voi siete capitati lì per caso. Qualunque motivazione possiate opporre al prosieguo della conversazione potrà essere usata contro di voi, se la telefucker è abbastanza brava.
Anche Michela Murgia ha provato simili sensazioni, amplificate dalla realtà del dover concretamente truffare le persone chiamate; giorno per giorno ha tenuto traccia di ciò a cui ha assistito -e partecipato. Con la sua pungente ironia ha rappresentato potenziali clienti, addetti alle vendite dirette, addette alle telefonate suddividendoli in tipologie in base alle loro personali caratteristiche. In questo breve saggio incontrerete infatti venditori-squali, incontrerete single incauti che non sanno resistere alle voci femminili, casalinghe motivate a rendere perfetta la propria casa e donne lavoratrici disposte a tutto pur di togliersi dai piedi il venditore di turno.
«No, perché non sono sposato. Le hanno dato il numero sbagliato, probabilmente.»   E si capisce che in realtà la cosa gli dispiace già. É il momento dell’attacco.  «No, guardi, allora mi hanno dato il numero giusto. Le posso dire di cosa si tratta, così ci capiamo.» Queste frasi senza senso sono bellissime, chiudono i discorsi con la stessa lapidaria banalità dei testi delle Vibrazioni. Che replica può esserci a un insensato «così ci capiamo»? 
Isabella Ragonese nel film "Tutta la vita davanti"
di Paolo Virzì (2008)

Sono passati oltre dieci anni dalla prima edizione di questo libro, ma la realtà del precariato nei call-center non è cambiata granché. Le tecniche di vendite piramidali spopolano ancora online, sia nel campo dei prodotti dell'estetica sia dei sostituti alimentari, e la pubblicità di certi stili di vita lussuosi che potrebbero essere raggiunte mediante impieghi simili non accenna a diminuire.
Ho trovato quindi "Il mondo deve sapere" una lettura ancora informativa, resa semplice e scorrevole dalla sua struttura divisa in giornate (dalla struttura dei post quotidiani pubblicati sul blog) e dall'irresistibile sarcasmo che contraddistingue Michela Murgia -che mi spingerà di certo ad approfondirne la produzione, narrativa e non. 
Consiglio in conclusione la lettura di questo saggio a tutti coloro che siano interessati alle tematiche del mondo del lavoro e a comprendere meglio cosa sta dietro alle telefonate che fanno squillare così spesso i nostri telefoni fissi!

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