L'estate è la stagione perfetta per godersi qualche brividino letterario contro l'afa che ci opprime, e ne ho approfittato per soddisfare la mia curiosità riguardo questo romanzo pensato per un target di giovanissimi (a partire dai 10 anni) ma in realtà molto godibile anche per lettori adulti.
Titolo: Bambini di cristallo
Autrice: Kristina Ohlsson
Anno della prima edizione: 2013
Titolo originale: Glasbarnen
Casa editrice: Salani
Pagine: 169
Billie è una ragazzina svedese che si trasferisce dalla città di Kristianstad ad Ahus insieme alla madre, per elaborare il lutto legato alla morte del suo papà. Sulla loro nuova casa circolano in paese voci sinistre, ed anche all'interno le stranezze sono numerose: innanzitutto i precedenti inquilini sembrano aver traslocato in fretta e furia, abbandonando mobili ed effetti personali; inoltre il lampadario pare muoversi anche in totale assenza di correnti d'aria.
Billie è sempre più preoccupata, complice anche un'inquietante presenza, simbolicamente rappresentata da due statuette di bambini di cristallo, che sembra voler allontanare a tutti i costi lei e la mamma da quella casa. La madre naturalmente si rifiuta di credere a quelle che ritiene soltanto fantasie, e così a Billie, alla sua amica Simona e ad Aladdin, nuova conoscenza fatta in zona, non resta che improvvisarsi detective ed andare in cerca di indizi su quello spaventoso edificio e sui suoi inquilini, corporei o meno.
Ci troviamo davanti ad una storia di fantasmi che potremmo definire classica: gli elementi ci sono noti, non stupiranno lettori che si sono già confrontati con il genere (orfanotrofi con un passato di tragiche morti accidentali, educatrici sopraffatte dai sensi di colpa, inquilini che si convincono di essere perseguitati dagli spiriti dei precedenti abitanti...) ma sono combinati con maestria.
I "bambini di vetro" che il titolo riprende non sono stati altro che piccoli malati di osteoporosi ospitati all'interno della misteriosa casa in un passato piuttosto lontano; tuttavia restiamo con il fiato sospeso fino all'ultima pagina nel tentativo di capire se si tratti proprio di fantasmi vendicativi e territoriali oppure una mano più "umana" abbia orchestrato tutte le piccole cose che terrorizzano Billie giorno dopo giorno.
Sono un'amante di questo genere di romanzi, brevi ed appassionanti, ed in questo ho trovato anche aspetti più apprezzabili del solito: ad esempio l'amore di Billie per la lettura, che cattura l'attenzione di chi condivide la sua passione, ed anche il finale è davvero una chicca che riesce a lasciare un'aura di mistero e soprannaturale dopo una spiegazione del tutto logica degli eventi narrati.
Lettura dunque assolutamente promossa, che consiglierei anche al pubblico di ragazzi per il quale è pensato (e che forse ne resteranno più stupiti avendo meno termini di paragone).
Vale la pena ricordare che Billie ed Aladdin, dopo il grande successo ottenuto in Svezia da questo romanzo, sono già protagonisti di un secondo volume tradotto anche in italiano con il titolo "Il bambino argento", e di un terzo ancora non disponibile in Italia.
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