Una biografia di un tennista potrebbe sembrare un libro riservato a pochi, sugli scaffali di una libreria o di una biblioteca. Potrebbe sembrare un testo per addetti ai lavori, per grandi appassionati, per chi segue tutti i tornei su Supertennis -come fa mio padre, che in famiglia lo ha letto per primo. Poi me lo ha consigliato e, complici recensioni da favola ed una recente intervista a cui ho assistito su Sky Sport, non ho saputo resistere: e ho capito quando la mia prima impressione fosse sbagliata.
Titolo: Open
Autore: Andre Agassi (con il giornalista J. R. Moehringer)
Anno della prima edizione: 2009
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 504
Quando Andre nasce, nel 1970, è il quarto figlio di un pugile olimpionico, armeno iraniano, entrato clandestinamente negli Stati Uniti dove si è cambiato il nome e si è nutrito dei propri istinti violenti per sopravvivere. L'obiettivo di Agassi padre è quello di rendere uno dei propri figli il numero uno del ranking dei tennisti; con i primi tre ha già fallito, ma gli resta Andre: è lui che sottopone a massacranti, crudeli allenamenti quotidiani, ad un precoce allontanamento da casa e ad un'educazione rigida e priva di tenerezze, incapace di dimostrargli anche una sola volta quanto gli voglia bene. Andre, sin da allora, odia il tennis: e non smetterà mai.
Andre diviene presto un ribelle. Si nasconde dietro un'immagine che più che rappresentarlo lo perseguiterà: orecchini, capelli lunghi -quei capelli che troppo presto inizierà a perdere, ragion per cui sarà ossessionato da un parrucchino che porterà per anni, per quanto scomodo. A quattordici anni lascia la scuola, alla Bollettieri Academy (luogo che odia quanto lo sport che pratica) si dedica unicamente ad allenarsi. Diventa un giovane campione e tuttavia non è mai soddisfatto, non è mai sicuro di sé: i nervi gli giocano brutti scherzi in partita, odia il tennis ma non può smettere, non sa fare altro, non ha nessun piano B. Nel 1995, come secondo i piani del padre, è il numero 1 del mondo tra i tennisti e nel 1996 corona anche il sogno paterno della medaglia olimpica.
Alla fine del decennio tuttavia Andre entra in una spirale di autodistruzione: metanfetamine, un matrimonio sbagliato con l'attrice Brooke Shields, il suo posto nel ranking è sceso al 141° e tutti lo considerano un tennista fallito.
Qui l'autobiografia, già colma di riflessioni interessanti e talvolta commoventi, si trasforma nel percorso di un uomo verso la propria seconda occasione. Andre cresce, si evolve: le sconfitte sul campo ci sono ancora, l'eterna rivalità con Pete Sampras lo accompagnerà per tutta la carriera, ma c'è un uomo su quei campi in erba, cemento o terra rossa: un uomo che si impegna, che odia ancora il tennis, ma questa volta lo ha scelto.
"Open" è la storia di un uomo, non solo di un campione. Andre Agassi è uno di noi, potremmo dire, con le sue sconfitte dentro e fuori dal campo, con l'odio verso il tennis che accomuna molti di noi nelle scelte che abbiamo fatto quando ci siamo stati costretti.
Andre rinasce: concentra le sue energie negli allenamenti, nella risalita verso il primo posto del ranking, nella conquista della donna che ha sognato per tutta la vita, la campionessa Stefanie Graf. Andre cresce, dedica denaro ed energie ad una charter school a cui dà il suo nome e cambierà la vita a decine di bambini e ragazzi del Nevada. Andre si sposa con una donna che finalmente ama e lo ama, oltre a capirlo; diventa padre di Jaden e Jaz, ai quali entrambi i genitori augurano di non seguire mai le loro orme sportive.
"Open" ci insegna il valore del cambiamento, e soprattutto che cambiare è possibile, che dare una svolta alla propria vita è possibile anche quando si è toccato il fondo, anche quando tutti continuano a ripetere che sei finito, che ormai non hai più alcuna speranza, anche quando ti hanno rubato l'infanzia, quando non ti sei mai sentito al posto giusto. Andre Agassi ci dà una grande lezione in questa autobiografia, ed un messaggio di grandissima speranza: consiglierò questo libro a chiunque abbia bisogno di un amico che, tra le pagine, gli ricordi che nulla è perduto, che c'è sempre modo di ricominciare e trovare la pace.
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