Il Castoro è una casa editrice le cui pubblicazioni young adult pubblicati sotto il marchio HotSpot toccano temi interessanti e controversi, che forniscono spunti di riflessione ai lettori di ogni fascia d’età. Prima di questa lettura avevo già terminato “Solo per sempre tua” di Louise O’Neill (ve ne ho parlato qui), che non mi aveva soddisfatta completamente; devo dire che anche in questo caso il mio parere non è del tutto positivo, per quanto di certo la storia si sia rivelata tutt’altro che banale.
Titolo: Onora il padre
Autrice: Eliza Wass
Anno della prima edizione: 2016
Titolo originale: The Cresswell Plot
Casa editrice: HotSpot
Pagine: 232
I Cresswell sono una famiglia americana, ma di certo non una famiglia come tutte le altre: i figli Cresswell sono sei, tre maschi e tre femmine. Su di loro troneggia il Padre, un vero padre padrone, fanatico religioso, ossessionato dalla propria interpretazione delle Sacre Scritture e dai testi che crea personalmente sul tema. La madre è relegata ad un ruolo marginale e sottomesso, a vedersela più che altro con i danni fisici che lo stile di vita (ed il marito) le hanno procurato: ad esempio non può camminare per via di una frattura alla gamba mai trattata in un ospedale.
La protagonista di questo romanzo, immersa in tale contesto familiare atipico ed asfissiante, è Castella, detta Castley: ha diciassette anni e due gemelli, una femmina ed un maschio, Delvive e Caspar; a quest’ultimo l’inquietante Padre la ha promessa in sposa. Castley ed i suoi fratelli frequentano la scuola, da quando i servizi sociali hanno costretto i genitori Cresswell a fornire loro un’istruzione. Nonostante ciò, i rapporti con i coetanei sono quasi assenti, anche se naturalmente l’età adolescenziale non rende loro possibile l’evitare di provare attrazione verso ragazze o ragazzi della loro età. Quando queste passioni si concretizzano in qualche contatto ed il Padre viene a saperlo, li sottopone ad assurde punizioni, la più frequente delle quali è rinchiuderli in una sorta di tomba sotterranea dove dovrebbero riflettere sui propri errori.
I fratelli Cresswell sembrano intrappolati in una rete familiare che li opprime, li obbliga alla sottomissione ma contemporaneamente li fa sentire protetti e davvero appartenenti a qualcosa. Il loro Padre tuttavia scivola verso un’escalation di follia, prigioniero del proprio delirio e delle leggende che si è costruito attorno, dalla reincarnazione del primogenito alla propria onniscienza: la combinazione di questi fattori con l’età adolescenziale dei figli è una miccia accesa che termina con una bomba, che potrebbe condurre all’autodistruzione come alla libertà.
L’atmosfera che pervade questo romanzo è opprimente ed oscura. Gli abusi che costellano la vita dei fratelli Cresswell, le minacce costantemente incombenti su di loro, le privazioni a cui sono sottoposti e l’aura da lebbrosi che li circonda a scuola sono descritti in modo così convincente da pesare anche sul lettore, pagina dopo pagina. Questo è senza dubbio l’aspetto del romanzo che ho apprezzato.
D’altra parte alcuni elementi mi sono sembrati poco coerenti, ad esempio il ruolo di quello che solo alla fine si scopre essere uno zio dei ragazzi, che a mio parere avrebbe davvero dovuto intervenire molto prima: troppo comodo lasciar sviluppare la storia nella direzione desiderata dall’autrice e giocarsi la carta del jolly-salvatore nelle ultime pagine, per trovare una via d’uscita semplice e ben poco originale.
Un altro limite che ho incontrato nella lettura è lo stile di scrittura che mi è parso davvero troppo semplice, ma questo è un rischio che si corre spesso quando si sceglie un romanzo pensato per un pubblico di giovani.
D’altra parte alcuni elementi mi sono sembrati poco coerenti, ad esempio il ruolo di quello che solo alla fine si scopre essere uno zio dei ragazzi, che a mio parere avrebbe davvero dovuto intervenire molto prima: troppo comodo lasciar sviluppare la storia nella direzione desiderata dall’autrice e giocarsi la carta del jolly-salvatore nelle ultime pagine, per trovare una via d’uscita semplice e ben poco originale.
Un altro limite che ho incontrato nella lettura è lo stile di scrittura che mi è parso davvero troppo semplice, ma questo è un rischio che si corre spesso quando si sceglie un romanzo pensato per un pubblico di giovani.
Nel complesso non credo che lo consiglierei più di tanto, se non ad un lettore interessato al tema del fanatismo religioso per il quale allora potrebbe essere uno spunto utile anche se a mio parere troppo semplicistico. Credo che possa riscuotere comunque più successo presso il target di destinazione, per cui sarà più facile immedesimarsi nei protagonisti ed emozionarsi con loro.
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