Questo romanzo racconta la mia città, ed è stato il titolo ad attrarmi istintivamente. Vicino a Piazza dell'Unità ho lavorato per qualche anno, a contatto con tutte le differenti provenienze nazionali e culturali che abitano e rendono vivo il quartiere: impossibile quindi non esserne incuriosita.
Titolo: Piazza dell'Unità
Autore: Maurizio Matrone
Anno della prima edizione: 2011
Casa editrice: Marcos y Marcos
Pagine: 256
LA STORIA
Matrone racconta dunque Bologna. Racconta Bologna, ed in particolare le seconde generazioni di immigrati. Bologna, o meglio la Bolognina, il quartiere multietnico per eccellenza che ruota attorno al fulcro di Piazza dell'Unità, il suo campo da basket, gli ortofrutta e la Pam, gli studenti delle Aldini e quelli che a scuola proprio non ci vanno.
Sono
ragazzi marocchini, cinesi, rumeni, albanesi e rom. Sono ragazzi che
hanno avuto molto ma vogliono di più, come Mohammed e Schen Li,
figli di lavoratori che fanno del loro meglio per dare loro
opportunità e futuro. Sono ragazzi soli come Roman, che fa i
cartongessi e sogna l'amore, come Nikolaj ed Elena che sono rom,
danno via il proprio corpo e non hanno nessuno. Sono bambini come il
piccolo cinese senza nome che vive in un seminterrato adibito a
fabbrica, con solo una grata che dà sull'esterno, da oltre un anno
senza mai uscire, ad incollare tacchi insieme alla sua mamma.
COSA NE PENSO
Scrive un noir metropolitano, Matrone, di corpi venduti ed usati, di sesso senza sentimenti come quello che fa Mohammed che lo riprende col telefonino, di amori spietati come quello di Schen Li che organizza una violenta vendetta insieme alla sadica sorella quando scopre i tradimenti del bell'arabo. Scrive un collage di solitudini, di membra e nazionalità che si mescolano, una Bologna crudele e meticcia in cui è agrodolce riconoscersi, un'adolescenza che più che mai coincide con la guerra (cit.) quando l'appartenenza alla città oscilla tra cocaina da sniffare, cinquemila euro guadagnati da un africano (che non mente mai, perché gli uomini del Burkina Faso sono integri e non dicono mai bugie) prostituendosi, che passano di mano in mano, neonazisti vigliacchi che chissà dove si nascondono alla luce del giorno.
Il romanzo di Matrone descrive una Bologna sommersa che io stento a credere esista, nonostante certe avvisaglie nei miei allievi, negli occasionali incontri lungo le strade. Maurizio Matrone è stato poliziotto alla Questura di Bologna per una decina di anni, e quindi di storie ne avrà sentite e viste tante -ciò rende il suo punto di vista di autore più interno, più credibile.
I suoi personaggi tuttavia, seppure talvolta stereotipati, non cadono nella facile trappola di sembrare un invito alla cieca xenofobia che ci allontani dai luoghi di aggregazione, primo tra tutti proprio Piazza dell'Unità; ci lasciano invece la curiosità verso la storia di ognuno, verso il vissuto che ha portato tutti i giovani che popolano queste pagine fino alle strade che ruotano attorno a questa piazza, cuore pulsante della Bolognina, dove è sempre un piacere incontrarsi.
I suoi personaggi tuttavia, seppure talvolta stereotipati, non cadono nella facile trappola di sembrare un invito alla cieca xenofobia che ci allontani dai luoghi di aggregazione, primo tra tutti proprio Piazza dell'Unità; ci lasciano invece la curiosità verso la storia di ognuno, verso il vissuto che ha portato tutti i giovani che popolano queste pagine fino alle strade che ruotano attorno a questa piazza, cuore pulsante della Bolognina, dove è sempre un piacere incontrarsi.
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