Hakan Günday è un autore turco contemporaneo, che avevo già incontrato con il più recente dei suoi romanzi: "Ancóra". Sebbene la prima parte mi fosse piaciuta moltissimo, non posso dire altrettanto della seconda; lo stile sorprendente di Günday però mi aveva incuriosita, così ho deciso di leggere il romanzo precedente.
Titolo: A con Zeta
Autore: Hakan Günday
Anno della prima edizione: 2011
Titolo originale: AZ
Casa editrice: Marcos y Marcos
Traduttore: Fulvio Bertuccelli
Pagine: 446
LA STORIA
"A con Zeta" racconta la storia di due persone che portano lo stesso nome: Derda. Una però è una bambina, l'altro un maschio; nascono entrambi in Turchia, in condizioni di grande povertà, al punto che la madre della piccola Derda decidere di vendere la figlia per guadagnare soldi dal matrimonio, mentre Derda da bambino è costretto a pulire le tombe del cimitero per racimolare qualche moneta per sopravvivere.
In "A con Zeta" li vediamo crescere, emigrare a Londra, vivere vite radicalmente distanti e differenti, che però troveranno inaspettatamente il modo di congiungersi.
COSA NE PENSO
"A con Zeta" è una sorta di doppio romanzo di formazione: nella prima metà del testo vediamo crescere la bambina di nome Derda, la vediamo subire ogni sorta di indicibili violenze e trovare nonostante ciò la forza di riscattarsi, percorrendo strade a dir poco anticonvenzionali -prima tra tutte la pornografia.
Derda al maschile invece se la cava come può finché non impara a leggere, e a questo punto la sua vita cambia per sempre: in maniera del tutto inaspettata il nome che impara a leggere su una tomba, quello di un intellettuale turco, diventerà la guida della sua esistenza -nel bene e nel male.
Ogni giorno Derda informava Oğuz Atay dei suoi progressi nella lettura, e ogni mattina leggeva dei brani estratti dai libri di racconti per bambini, ai piedi della tomba. La stagione delle margherite era trascorsa. Adesso era il tempo delle viole. Quando tornava a casa leggendo tutte le insegne che incontrava sulla strada, Derda si sentiva il padrone del mondo. Gli sembrava di volare su un tappeto magico intessuto di lettere.
Günday racconta due distruzioni prima ancora di due formazioni; racconta due percorsi scomodi, pieni di ostacoli, che si superano alla meno peggio. I punti di vista dei due omonimi sono convincenti, potenti: le loro storie non lasciano indifferenti e Günday è capace di costruire una narrazione dal ritmo incalzante, non adatta ai lettori più sensibili. Non sono infatti rare le scene violente e disturbanti, specialmente nella prima parte del romanzo, mentre quella dedicata al protagonista maschile di certo è piena di sofferenza, ma è anche più digeribile.
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