mercoledì 16 febbraio 2022

Le ceneri di Angela

Tra i titoli che ho fatto stagionare per più tempo sugli scaffali della mia libreria c'è "Le ceneri di Angela", dell’autore statunitense di origini irlandesi Frank McCourt, che racconta in questa opera autobiografica premiata con il Pulitzer nel 1997 la propria vita dalla prima infanzia sino al compimento dei 19 anni. 


Titolo: Le ceneri di Angela
Autore: Frank McCourt
Anno della prima edizione: 1996
Titolo originale: Angela's Ashes
Casa editrice: Adelphi
Traduttrice: Claudia Valeria Letizia
Pagine: 378


Nato in America ma poi ritornato con la sua famiglia in Irlanda alla fine degli anni '30, la sua è stata un’infanzia di privazioni e di perdite, di povertà e di fame, che però racconta in questo libro con ammirevoli ironia e spirito di osservazione. Vediamo crescere Frank tra le pagine, tutte raccontate in prima persona, e ne seguiamo le avventure e le disavventure. Figlio di un padre alcolizzato che finisce per perdere un lavoro dietro l’altro e per sperperare immancabilmente al pub i pochi soldi che guadagna mentre la fame e le malattie gli uccideranno ben tre figli bambini, in questo libro ci si commuove non poco, ma al tempo stesso si sorride molto perché il tono irriverente di Frank osserva tutto con gli occhi di un bambino che ben poco si spiega e che trova sempre le risorse per affrontare una nuova giornata, anche quando non ha scarpe con la suola né lenzuola per il letto o una giacca per coprirsi, quando piove e nella pancia puoi mettere soltanto bicchieri di tè e una fetta di pane. 


L’autore racconta l'Irlanda dei vicoli, dei poveri, delle madri che si mettono in coda per l’assistenza sociale e dei troppi religiosi cattolici che fanno la morale invece di aiutare davvero chi ha bisogno. Non per questo perde la fede Frank, che crede all’angelo del settimo gradino incaricato di consegnargli un fratello dopo l’altro, e che si confessa a San Francesco di cui porta il nome nonostante fin troppi tra preti e frati gli abbiano sbattuto la porta in faccia. Il ritratto che l’autore fa di Limerick, la città dove cresce, è impietoso e tenero, così come i suoi ricordi d’infanzia fatti dei profumi del cibo che ha desiderato, del freddo e della pioggia che si è sentito nelle ossa e della sporcizia, del degrado e della povertà dei quartieri a cui è stato a modo suo profondamente affezionato.

Seguiamo crescere Frank nella sua carriera scolastica e poi in un lavoretto dopo l’altro per portare a casa qualche soldo da mettere in tavola. Lo vediamo poi partire per l’America realizzando il suo sogno, accompagnato però da una certa paura. 

Non affezionarsi al nostro protagonista e narratore è assolutamente impossibile, e la tenerezza che ho provato nei suoi confronti sin dalle prime pagine è difficile da descrivere: avrei voluto proteggere lui e i fratellini dalle tante difficoltà e sofferenze, perché nemmeno per un momento il romanzo ci lascia la sensazione  di artificiosità o distacco. 

"Le ceneri di Angela" (che, ci tengo a specificarlo, non sono le ceneri di un'urna bensì quelle che bruciano nei caminetti il carbone, sempre così difficile procurarsi) ha un seguito, anzi due: il secondo volume dell’autobiografia di McCourt si intitola "Che paese, l’America!" e prosegue da dove lasciamo Frank ne "Le ceneri di Angela". Vi confesso che mi è venuto immediatamente voglia di acquistarlo per leggerlo, ma per il momento ho deciso di trattenermi per non fargli la fine di questo volume che era diventato quasi maggiorenne sui miei scaffali...

Qual è l’ultima opera autobiografica che avete letto?

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