martedì 16 gennaio 2024

L'America non è casa

Ho scoperto "L'America non è casa" leggendo il primo numero della rivista "Freeman" pubblicata da Black Coffee editore: all’interno ce n’era un estratto e la scrittura di Helen Castillo mi è sembrata subito così interessante che ho deciso di acquistare il suo romanzo, pubblicato da Solferino editore.

Ora l’ho letto, e sebbene non l’abbia trovato sempre coinvolgente allo stesso modo, l’ho trovata una lettura degna di nota. Innanzitutto i capitoli sono scritti talvolta in seconda persona singolare, diretti alle due protagoniste del romanzo: Paz, madre di famiglia impegnatissima a sostenere con il suo lavoro da infermiera in California sia i parenti rimasti nelle Filippine sia quelli immigrati come lei, e Geronima, Hero, la nipote del marito di Paz, che negli Stati Uniti è irregolare e vi si è rifugiata dopo essere stata, al termine di 10 anni nell’armata popolare di resistenza alla dittatura del presidente Marcos, prigioniera e vittima di torture per ben due anni. 

Altri capitoli sono scritti invece in terza persona singolare e raccontano in tono più distaccato le vicende della famiglia di Paz, di Geronima, della piccola omonima Roni di cui si occupa con enorme affetto e dell’amore tra Hero e Rosalyn, che ruota attorno al ristorante dei nonni di quest’ultima.

Sono molto numerosi anche i flashback, in particolare quelli della esperienza nella resistenza di Hero, che raccontano quindi pagine di storia delle Filippine e che ne mettono in luce l'enorme varietà etnica e linguistica della quale non sapevo nulla. In proposito avrei apprezzato qualche nota a pié di pagina, per tradurre dei termini dei quali possiamo sì dedurre quasi sempre il significato, ma senza esserne davvero certi.

Devo ammettere che alcune parti dedicate alla relazione romantica hanno un ritmo più lento rispetto al resto della narrazione, mentre quelle più interessanti sono dedicate a Paz, che non cede mai ad un momento di debolezza, e al rapporto tra Hero e Roni, oltre che agli aspetti culturali e talvolta alle leggende delle Filippine [ho anche molto apprezzato il colpo di scena verso la fine con il quale lo zio Polonia che tanto si è impegnato per garantire a hero un posto sicuro e una guarigione sembra rivelarsi un uomo del tutto diverso sottraendo con l’inganno la figlia alla sua stessa moglie apparentemente determinato a rimanere nelle Filippine svolta che per fortuna arriva ad un cambio di decisione.]

Nel complesso per essere un romanzo d’esordio ho trovato la scrittura dell’autrice molto promettente, anche nella sua capacità di strutturare il testo in maniera non prevedibile. Con qualche pagina in meno nella parte centrale lo avrei trovato più scorrevole, ma nel complesso è un romanzo nel quale ho trovato anche moltissime informazioni che non mi erano note e che per questo vi consiglio.

Qual è l’ultimo romanzo asiatico che avete letto?

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