Ho scoperto l'esistenza di questo libro per caso, in un passaggio in biblioteca dopo il lavoro, come mi capita spesso. Conoscevo già la storia che racconta, perché avevo visto tempo prima il film "Quasi amici", così ho deciso di prendere in prestito il volume per confrontarli.
Titolo: Mi hai cambiato la vita
Autore: Abdel Sellou
Anno della prima edizione: 2012
Titolo originale: Tu as changé ma vie
Casa editrice: Salani
Pagine: 221
In "Quasi amici", i protagonisti sono due: Philippe e Driss. Philippe è un uomo francese rimasto vittima di un incidente che lo ha reso tetraplegico; Driss invece è un ragazzo di origini africane che, pur di tenersi il sussidio di disoccupazione, si presta ad un colloquio come badante. Contro ogni previsione, Philippe lo assume, cambiando così la vita di entrambi.
In questa autobiografia quello che ci viene narrato è il punto di vista di "Driss", il cui vero nome però è Abdel. La
storia che ci racconta inizia ben prima dell’incontro con Philippe Pozzo di Borgo:
inizia in Algeria dove Abdel nasce (non è infatti senegalese come
l’attore Omar Sy, bensì arabo di origini algerine) e da dove viene
allontanato per essere affidato agli zii, con i quali crescerà a
Parigi.
Qui
Abdel è un bambino lasciato a se stesso, non per disattenzione o
mancanza di affetto ma perché Amina e Belkacem, i suoi zii-genitori,
non sanno di dover fare in altro modo. È un “cucciolo di leone
lasciato imparare a cacciare”, lasciato a rubacchiare in giro merce
di valore crescente (dapprima dolciumi e giocattoli, poi apparecchi
elettronici ai turisti, abiti alla moda e scarpe griffate nei negozi), fermato dalla polizia e subito rilasciato fino alla maggiore
età, quando sconta un po’ di carcere per furto e da qui inizia il
suo percorso di inserimento lavorativo.
Più
che un rapporto tra datore di lavoro e dipendente, quella con
Philippe diventa presto una profonda amicizia -e chiunque abbia visto
il film di Eric Toledano di certo lo ricorda molto bene. Le
licenze creative su quest’argomento sono limitate -la moglie di
Philippe era ancora in vita quando Abdel ha preso servizio presso di
loro, di
automobili Abdel ne distrugge diverse…, ci viene raccontato qualche
episodio in più: una vacanza con la famiglia, un viaggio in
monastero... Ma insomma la sostanza, fatta di fiducia, ironia,
arricchimento e comprensione reciproca resta immutata dalla realtà
allo schermo.
Abdel Sellou e Philippe Pozzo di Borgo |
Abdel
tuttavia va oltre e ci racconta anni successivi alla trasposizione;
il suo matrimonio e i suoi figli, qualche tentativo imprenditoriale
non troppo riuscito, il matrimonio di Philippe con una donna
marocchina con cui si trasferirà in Nord Africa e adotterà due
bambine. Quest’ultima parte è quella lascia un po’ meravigliati
rispetto alla linearità del Philippe che era stato presentato, ma
d’altra parte la vita è ben più complessa di quello che un film
potrà mai raccontare.
La biografia è un genere che non leggo spesso, ma in questo caso sono stata attratta dal riferimento al film che mi aveva divertita molto pur essendo tutt'altro che sciocco, e non sono rimasta delusa dalla lettura.
Ho scoperto inoltre l'esistenza della "versione di Philippe", anche lui autore di
un’autobiografia dal titolo "Il diavolo custode", che racconta questa singolare amicizia dal punto di vista del datore di lavoro.
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