lunedì 25 settembre 2017

Mi hai cambiato la vita

Ho scoperto l'esistenza di questo libro per caso, in un passaggio in biblioteca dopo il lavoro, come mi capita spesso. Conoscevo già la storia che racconta, perché avevo visto tempo prima il film "Quasi amici", così ho deciso di prendere in prestito il volume per confrontarli.


 

Titolo: Mi hai cambiato la vita
Autore: Abdel Sellou
Anno della prima edizione: 2012
Titolo originale: Tu as changé ma vie
Casa editrice: Salani
Pagine: 221

 
 
 
In "Quasi amici", i protagonisti sono due: Philippe e Driss. Philippe è un uomo francese rimasto vittima di un incidente che lo ha reso tetraplegico; Driss invece è un ragazzo di origini africane che, pur di tenersi il sussidio di disoccupazione, si presta ad un colloquio come badante. Contro ogni previsione, Philippe lo assume, cambiando così la vita di entrambi.

In questa autobiografia quello che ci viene narrato è il punto di vista di "Driss", il cui vero nome però è Abdel. La storia che ci racconta inizia ben prima dell’incontro con Philippe Pozzo di Borgo: inizia in Algeria dove Abdel nasce (non è infatti senegalese come l’attore Omar Sy, bensì arabo di origini algerine) e da dove viene allontanato per essere affidato agli zii, con i quali crescerà a Parigi.
Qui Abdel è un bambino lasciato a se stesso, non per disattenzione o mancanza di affetto ma perché Amina e Belkacem, i suoi zii-genitori, non sanno di dover fare in altro modo. È un “cucciolo di leone lasciato imparare a cacciare”, lasciato a rubacchiare in giro merce di valore crescente (dapprima dolciumi e giocattoli, poi apparecchi elettronici ai turisti, abiti alla moda e scarpe griffate nei negozi), fermato dalla polizia e subito rilasciato fino alla maggiore età, quando sconta un po’ di carcere per furto e da qui inizia il suo percorso di inserimento lavorativo.
Più che un rapporto tra datore di lavoro e dipendente, quella con Philippe diventa presto una profonda amicizia -e chiunque abbia visto il film di Eric Toledano di certo lo ricorda molto bene. Le licenze creative su quest’argomento sono limitate -la moglie di Philippe era ancora in vita quando Abdel ha preso servizio presso di loro, di automobili Abdel ne distrugge diverse…, ci viene raccontato qualche episodio in più: una vacanza con la famiglia, un viaggio in monastero... Ma insomma la sostanza, fatta di fiducia, ironia, arricchimento e comprensione reciproca resta immutata dalla realtà allo schermo.
Abdel Sellou e Philippe Pozzo di Borgo
Abdel tuttavia va oltre e ci racconta anni successivi alla trasposizione; il suo matrimonio e i suoi figli, qualche tentativo imprenditoriale non troppo riuscito, il matrimonio di Philippe con una donna marocchina con cui si trasferirà in Nord Africa e adotterà due bambine. Quest’ultima parte è quella lascia un po’ meravigliati rispetto alla linearità del Philippe che era stato presentato, ma d’altra parte la vita è ben più complessa di quello che un film potrà mai raccontare.
 
La biografia è un genere che non leggo spesso, ma in questo caso sono stata attratta dal riferimento al film che mi aveva divertita molto pur essendo tutt'altro che sciocco, e non sono rimasta delusa dalla lettura.
Ho scoperto inoltre l'esistenza della "versione di Philippe", anche lui autore di un’autobiografia dal titolo "Il diavolo custode", che racconta questa singolare amicizia dal punto di vista del datore di lavoro.

Nessun commento:

Posta un commento