Un'atmosfera invernale ci avvolge e ci trasporta in questo thriller di Nesbo in una Norvegia fredda ed innevata, dove i crimini abbondano. Avevo alte aspettative nei confronti di questo romanzo, dal quale è stato anche tratto un film che non ho ancora visto; devo dire che non mi ha colpita quanto avrei sperato, e basandomi sulle critiche che si trovano online mi pare un po' sopravvalutato.
Titolo: L'uomo di neve
Autore: Jo Nesbo
Anno della prima edizione: 2010
Titolo originale: Snømannen
Casa editrice: Piemme
Pagine: 529
Il protagonista di questa storia è il detective norvegese Harry Hole, qui alla sua settima avventura: ha problemi di alcolismo, un carattere istintivo e coraggioso, una ex che ama ancora molto ed un intenso rapporto con Oleg, il figlio adolescente di lei.
All'inizio del romanzo, Harry riceve una lettera da parte di uno sconosciuto dove gli viene annunciato che si verificheranno dei decessi ad opera del misterioso Uomo di Neve, ed in effetti è proprio ciò che accade. Madri di famiglia cominciano a scomparire dopo che davanti alle loro abitazioni vengono avvistati pupazzi di neve. Di alcune di loro vengono ritrovati i corpi, di alcune soltanto parte di essi e gli omicidi presentano diverse somiglianze con crimini avvenuti anni prima.
Un'immagine dal film L'uomo di neve di T. Alfredson (2017) |
L'indagine di Hole è ricca di colpi di scena, diverse sono le ipotesi sul possibile colpevole - la rivelazione dell'identità di quest'ultimo è stata decisamente inaspettata per me, ma bisogna tener conto del fatto che io non riesco mai ad indovinarlo in anticipo...
Siamo davanti ad un thriller che ruota attorno alle infedeltà coniugali, ai test del DNA ed al significato della parola "famiglia", che ha davvero poco a che fare con il patrimonio genetico.
Questo aspetto è senza dubbio molto interessante, ma il romanzo presenta diversi limiti: innanzitutto la caratterizzazione dei personaggi secondari (Oleg, la madre Rakel, la collega di Harry Hole Katrine...) è piuttosto piatta, escono ed entrano dalla scena in maniera non proprio convincente e non sono riuscita a provare veri sentimenti nei loro confronti. L'unico ad essere a tutto tondo è Harry, e questo è un vero peccato. Inoltre il ritmo non mi è parso ugualmente incalzante nel corso dell'intera lettura, che ha iniziato ad appassionarmi davvero solo dalla metà in poi.
Nel complesso non lo ritengo uno dei thriller migliori che abbia mai letto, né uno che ricorderò particolarmente a lungo; nonostante ciò ha un protagonista molto convincente del quale mi piacerebbe leggere altre avventure in futuro (magari questa volta in ordine di pubblicazione, perché mi è parso necessario per cogliere alcuni particolari anche in questa storia).
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