sabato 27 gennaio 2018

I figli dei nazisti

I loro padri sono stati gerarchi nazisti, accusati di crimini contro l'umanità, colpevoli di aver partecipato allo sterminio di milioni di ebrei e non solo. Quando i loro padri indossavano l'uniforme delle SS, quando sedevano accanto ad Hitler nel corso di cene e banchetti, quando impartivano o eseguivano l'ordine di uccidere degli innocenti, i protagonisti di queste biografie erano soltanto bambini. La maggior parte di loro è crescita sull'Obersalzberg, località montana vicina alla frontiera austriaca, lontana dai bombardamenti e dalle privazioni subite dal resto della popolazione tedesca; l'unica eccezione sono i piccoli Höss, figli del comandante ad Auschwitz, che nella località polacca trascorrono un'infanzia serena e gioiosa a pochi passi dal terribile campo di sterminio, ed i piccoli Frank, cresciuti a Cracovia e testimoni del ghetto ebraico.




Titolo: I figli dei nazisti
Autrice: Tania Crasnianski
Anno della prima edizione: 2016
Titolo originale: Enfants de nazis
Casa editrice: Bompiani
Pagine: 280




Heinrich Himmler fu per anni il braccio destro di Hitler; si suicidò prima di venire processato a Norimberga. Ebbe un'unica figlia legittima, Gudrun: ancora viva, ha seguito le orme del padre senza mai rinnegarne la memoria, ed anzi sostiene attivamente l'NDP. Prima di Himmler, era stato Rudolph Hess il delfino del Fuehrer, fino ad un misterioso volo aereo in cui sembrò cercare di ottenere una pace separata con gli Alleati; fu condannato all'ergastolo e morì a 93 anni, dopo una lunghissima prigionia. A questo padre carcerato il suo unico figlio, Wolf Rüdiger Hess ha dedicato l'esistenza, nel tentativo di riabilitarne la figura e considerandolo un martire, non un colpevole. Un'altra figlia unica, amatissima quanto lo furono Gudrun e Wolf bambini, è stata Edda Göring: comandante dell'aviazione, anche Hermann Göring si suicidò prima dell'esecuzione a Norimberga. Edda, sua unica bambina, aveva allora meno di dieci anni; era stata "la sua bambolina", adorata e viziata, del tutto inconsapevole delle circostanze della guerra. In lei è sempre rimasta viva la memoria di quel padre amatissimo che non ha mai rinnegato.

Gudrun Himmler con il padre
Altri tra i figli hanno preso maggiormente le distanze dai padri artefici di tante e tali mostruosità: tra di loro Rolf Mengele, il figlio del cosiddetto "angelo della morte", che ha preso il cognome della madre per non trasmettere ai propri discendenti quello tanto disprezzato. Al tempo stesso tuttavia il suo crudele padre è morto da uomo libero, fuggito in Argentina e poi emigrato in Brasile, senza che il figlio ne denunciasse mai l'esatta posizione per farlo arrestare.
L'unico in questo romanzo ad esprimere vero e proprio orrore nei confronti del proprio padre è Niklas Frank, il minore dei figli dell'uomo che governò la Polonia dopo l'invasione nazista e fece dello sterminio degli ebrei rinchiusi nei ghetti la propria missione. Niklas Frank ha voluto conoscere ogni dettaglio delle mostruosità compiute dalla sua famiglia, ricorda con disprezzo la propria madre nell'atto di acquistare per pochi spiccioli i beni degli ebrei nel ghetto di Cracovia, è pienamente d'accordo con la sentenza che ha condannato a morte Hans Frank. 


Niklas Frank con i genitori
Ho trovato questo saggio estremamente interessante, nonostante io lo abbia scoperto per caso e non stessi cercando di proposito una lettura sul tema. Mi ha fatto riflettere sul peso che le colpe dei padri possono far ricadere sulle vite dei figli, ma soprattutto sul potente meccanismo di negazione con il quale la maggior parte di questi individui ha valorizzato unicamente il lato genitoriale della figura storica che li ha cresciuti, senza tenere veramente in considerazione le atrocità da loro commesse. 
Questo saggio mi ha ricordato molto il memoir autobiografico di Helga Schneider, "Lasciami andare madre", di cui vi parlerò presto più approfonditamente: l'autrice è infatti figlia di una delle sorveglianti di Auschwitz-Birkenau ed ha scritto quest'opera per descrivere il suo ultimo incontro con la propria genitrice, nel corso del quale non ha certo evitato gli argomenti più delicati. 

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