lunedì 30 aprile 2018

Le cose che non vogliamo più

Vi ho già parlato di quanto la biblioteca costituisca per me un baule dei tesori personale; non è tuttavia l'unica fonte di ispirazione a cui attingo per la scelta delle mie nuove letture, anzi, sono moltissimi i luoghi virtuali e non dove mi informo su titoli più o meno recenti.
Questo titolo in particolare l'ho scovato nella sezione dedicata ai titoli super scontati di un noto sito di e-commerce dedicato alla lettura, e la sua trama mi ha tentata a tal punto da acquistarlo senza prima averlo letto (cosa che faccio estremamente di rado). Non me ne sono affatto pentita.



Titolo: Le cose che non vogliamo più
Autore: Cynan Jones
Anno della prima edizione: 2010
Titolo originale: Out onto the Water
Traduttrice: Gioia Guerzoni
Casa editrice: Isbn edizioni
Pagine: 172




LA STORIA


Sette sono i protagonisti che animano queste pagine ambientate sulla costa del Galles: Alan, sua moglie Fiona, la sua occasionale amante Suzie; Jason, suo fratello Callum e la ragazza di cui quest'ultimo è innamorato, Jenny. Infine, c'è Ben. Le loro esistenze modeste si avvicendano tra i bar, le strade e i locali di una cittadina senza nome, dove Alan, Callum e Ben sono addetti alla raccolta dei rifiuti, Suzie prepara panini dietro al bancone della sua tavola calda, Fiona dipinge modellini di cottage e Jenny non vede l'ora di andarsene via.
Alan e Fiona affrontano la fine del proprio matrimonio, l'infelicità della loro giovanissima figlia Gemma, sempre più goffa degli altri bambini. Callum e Jason giocano a biliardo tentando di sanare le ferite della propria infanzia, segnata da un padre violento e pericoloso. Ben invece ripara oggetti, perché le vite non sempre si possono salvare; le cose rotte invece, in qualche modo, trovano sempre una seconda esistenza.

Dirty White Trash di Tim Noble e Sue Webster

COSA NE PENSO



Non amo, di solito, i romanzi corali: le troppe voci mi sembrano impoverire la narrazione, quasi fossero un escamotage troppo semplice per la caratterizzazione dei personaggi. Non è il caso però di questo romanzo, poco conosciuto forse a causa del fallimento della casa editrice Isbn, ma che spero sarà portato prima o poi di nuovo all'attenzione che meriterebbe
La caratterizzazione dei personaggi di Jones infatti è, al contrario di quanto mi aspettavo, impeccabile: bastano all'autore pochissime parole per costruire un personaggio tridimensionale, lontano dai cliché, che colpisce il lettore con la propria individualità. Per fare un esempio, scrive di Alan:
Quando era andato in crisi, dopo che suo padre era morto, Fiona l’aveva usato per crescere, aveva tentato di salvarlo, in un certo senso. Forse credeva che diventassi come suo padre, pensa. Non si può avere una relazione basata sul fatto che uno dei due è più debole. Adesso sta bene, da solo, e poi c’era quell’amore eccessivo, che non gli serviva.




Sono infelici, i personaggi di Jones. Infelici, sì, prigionieri delle proprie esistenze che non li soddisfano, a contatto con una realtà che vorrebbero poter cambiare. Il Galles di Jones ricorda l'Irlanda di Joyce, la paralisi dei suoi Dubliners imprigionati nella loro quotidianità.
C'è poesia però nella scrittura di Cynan Jones, e c'è poesia in ognuna delle voci che raccontano questa storia. C'è poesia, soprattutto, negli oggetti che accompagnano la sua narrazione: quelli dimenticati, quelli gettati via ai margini delle strade, nella spazzatura che Alan, Callum e Ben raccolgono con il camion; c'è poesia nel granchio che Alan intrappola in un barattolo trasparente del gelato, e che poi libera. Le descrizioni, precise, travolgenti, sono uno dei punti di forza di questo romanzo: davanti ai nostri occhi si delinea un paesaggio di città, di costa, di aeroporto a seconda delle situazioni, e sembra davvero di essere presenti agli eventi insieme al personaggio che li vive di volta in volta.
In conclusione posso dire che questo romanzo è stato decisamente una sorpresa, anche per via della sua struttura ricca di spazi tra i paragrafi, che contribuiscono a dotare il testo di un ritmo tutto suo, che segue i pensieri e le azioni dei suoi personaggi. È stata una lettura molto coinvolgente, che mi ha anche regalato un piacevole senso di speranza e di apertura verso il futuro nella sua conclusione. Lo consiglio davvero e spero che vivrà un momento di riscoperta nei prossimi anni!

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