lunedì 8 ottobre 2018

Benedizione

Kent Haruf è per me, ad oggi, la rivelazione del 2018. La sua "Trilogia della pianura" mi ha emozionata, commossa, appassionata, trasportata sugli altipiani del Colorado insieme a personaggi vividi ed indimenticabili. Canto della pianura rimane il titolo che ho preferito, seguito da Crepuscolo che ho trovato un po' meno potente; oggi finalmente ho completato la trilogia.
 


Titolo: Benedizione
Autore: Kent Haruf
Anno della prima edizione: 2013
Titolo originale: Benediction
Casa editrice: NN Editore
Traduttore: Fabio Cremonesi
Pagine: 277
 


LA STORIA
 
Di nuovo a Holt, cittadina del Colorado, più avanti nel tempo rispetto a Canto della pianura e Crepuscolo: c'è già stato l'undici settembre, gli Stati Uniti si impegnano in conflitti armati e gli abitanti della piccola località si schierano in base alle diverse opinioni politiche.
Abbiamo guardato con orrore le figure umane che saltano giù dalle finestre delle torri in fiamme. E per questo conosciamo la soddisfazione dell'odio. Conosciamo il dolce piacere della rappresaglia. Come ci si sente bene quando ci si vendica. Certo, quella di Gesù era una buona idea. Un bel concetto, ma non si può amare chi ci fa del male.
Pacifista è senza dubbio quella di Lyle, pastore trasferito ad Holt da Denver in seguito ad incomprensioni che sembrano caratterizzare le sue prediche ispirate al vero Vangelo. Lyle non sembra capace di perdonarsi gli errori commessi in passato, così come Dad, l'uomo attorno al quale Benedizione ruota: ne seguiamo infatti gli ultimi momenti di vita a causa di una malattia terminale, e come essi vengono vissuti dalle persone che lo circondano -la moglie, la figlia, le vicine di casa.

Panorama del Colorado (immagine dal web)
 
COSA NE PENSO
 
Benedizione è il volume più malinconico e struggente della Trilogia della pianura: la morte e l'attesa sono i temi cardine, e sin dall'inizio siamo consapevoli che non vi sia per Dad alcuna speranza di sopravvivere alla malattia.
Dad è un personaggio intenso, un uomo integerrimo: perseguitato da ciò che nella vita crede di aver fatto di sbagliato, incapace di perdonarsi. Non si perdona l'essere fuggito, giovanissimo, dai propri genitori che lo maltrattavano; non si perdona che suo figlio Frank abbia fatto lo stesso con lui, che non ne accettava l'omosessualità; e sul suo letto di morte le proiezioni di tutti e tre tornano a visitarlo, senza portare con sé una vera e propria assoluzione, la stessa che neanche l'amore incondizionato della moglie e della figlia riescono a dargli.
Non so. Non lo capisco, sono troppo ignorante. Non ne so nulla, te l'ho detto, vengo da una fattoria del Kansas. Quando ero là, non sapevo altro. Ho dato tutto me stesso per arrivare fin qui, in una cittadina sull'altopiano, con un negozio su Main Street. - Hai fatto tutto bene, papà. Ne hai fatta di strada. - Non abbastanza.
Le pagine di Benedizione sono intrise del dolore della perdita, della separazione da qualcuno che amiamo; ma come i due precedenti romanzi, c'è lo stesso talento di Haruf nel descrivere un microcosmo popolato da individui variegati -degna di nota è una coraggiosa coppia di madre e figlia che non si lascia intimorire dai benpensanti, ed il legame che instaurano con la figlia di Dad e la piccola Alice, bambina affidata alla nonna in seguito alla morte della madre. Poi c'è il pastore Lyle, osteggiato dalla comunità di fedeli ma anche dalla sua stessa moglie e da suo figlio, adolescente profondamente spaesato ed infelice.
La donna anziana lo fissava. Sei il figlio del pastore. -Mio padre è un ministro del culto, sì. -Ti ho riconosciuto. Si girò a guardare la strada bagnata. -E questa pioggia? -Vorrei che smettesse, rispose il ragazzo. Oh, no. Non sai nulla della pioggia in questo posto. Non sei stato abbastanza a lungo a Holt. Devi sperare che continui.
I percorsi dei personaggi si intrecciano in giornate di lutto ma anche in altre di spensieratezza, in una quotidianità realistica e coinvolgente, mai stereotipata, nel sobrio ed efficacissimo, ormai inconfondibile stile di Kent Haruf.
In conclusione, una lettura che vi consiglio assolutamente, tenendo presente però di non seguire l'ordine con cui i libri sono stati pubblicati in Italia e secondo il quale Benedizione sarebbe il primo: se lo leggerete infatti rispettando l'ordine originale, troverete un riferimento ai precedenti volumi della trilogia che vi scalderà il cuore.
È qui che vivevano quei due vecchi fratelli, disse Dad. Quelli che presero quella ragazza delle superiori a vivere con loro. Era incinta, poi nacque il bambino e lei se ne andò all'università, e a un certo punto il fratello maggiore venne ucciso da un toro Angus nel recinto sul retro, sotto gli occhi dell'altro, che non riuscì a fare niente per fermarlo. Ormai sono morti tutti e due. […] -Conoscevo questa storia, disse Lorraine. Ma non ho mai più saputo niente della ragazza e del suo bambino. -Sono da qualche parte sulle montagne. Ormai il bambino sarà cresciuto, ovviamente. Il ranch lo tengono d'occhio i vicini.

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