lunedì 15 febbraio 2021

Il gioco di Gerald

Come ormai sapete molto bene Stephen King è uno dei miei scrittori preferiti, dei quali sto cercando di leggere l’opera omnia -anche se nel suo caso è particolarmente difficile, visto quanto è prolifico! Questa volta mi sono dedicata ad un'opera pubblicata all'inizio degli anni '90, considerata negli ultimi tempi soprattutto per l'uscita su Netflix del film che ne è stato tratto.


Titolo: Il gioco di Gerald
Autore: Stephen King
Anno della prima edizione: 1992
Titolo originale: Gerald's Game
Casa editrice: Sperling&Kupfer
Traduttore: Tullio Dobner
Pagine: 367


LA STORIA

Due coniugi, Jessie e Gerald, il cui matrimonio è messo a dura prova dal tempo e dalle differenze caratteriali, si trovano nella loro casa sul lago per passare una giornata in tranquillità. Gerald ha organizzato un gioco erotico con il quale divertirsi, ovvero ammanettare la moglie al letto; Jessie però cambia idea e, dal momento che il marito non la prende sul serio davanti al suo rifiuto, lo allontana con forza. Qui la situazione degenera, perché Gerald è colpito da un infarto e Jessie rimane ammanettata al letto, in una casa isolata e deserta, preda dei fantasmi della propria mente... e non solo.

COSA NE PENSO

"Il gioco di Gerald" non è un romanzo horror. Antepongo questa a qualunque altra riflessione, perché nella produzione di King c’è molto altro rispetto ai mostri, ai vampiri e alle creature di fantasia; "Il gioco di Gerald" è infatti un thriller psicologico in piena regola.

Qui la protagonista che si trova vivere una situazione di estrema difficoltà e a lottare per la propria sopravvivenza; il suo presente si alterna a numerosi flashback, che raccontano un episodio avvenuto molti anni prima, quando Jesse era soltanto una bambina. Nel 1963 infatti, il giorno in cui si verificò un’eclissi totale, la piccola fu vittima di un fatto terribile: questo ricordo la perseguita da tutta la vita. Anche se Jesse ha infatti cercato di rimuoverlo il più possibile, nel momento di massima crisi, in cui si trova a temere per la propria vita, il trauma riemerge. Stephen King è bravissimo a scrivere di traumi ed incubi: sa perfettamente come mettere sulla carta le paure più recondite dell’essere umano e materializzare i fantasmi del passato in qualcosa di molto concreto, proprio come succede a Jesse nella stanza in cui si trova. 

Esistono incubi che non scompaiono mai del tutto. In qualche angolo nascosto della sua mente, i bulli lo strapazzavano ancora in sala lettura, lo deridevano ancora della sua inettitudine ginnica all’ora di educazione fisica e c’erano certe parole, per esempio stupido e ridicolo, che facevano riemergere quei ricordi come se il liceo fosse finito solo ieri…

Nella camera della donna infatti appare un’ombra, una sorta di mostro dalle membra sproporzionate e dal sorriso spaventoso, che porta con sé una borsa colma di ossi umani e di anelli rubati alle sue probabili vittime. Per Jesse è difficilissimo sopportare questa visione, che anche per il lettore è piuttosto spaventosa; tuttavia proprio questa creatura sarà il colpo di scena del romanzo che io ho trovato il suo punto più riuscito.

Devo ammettere che "Il gioco di Gerald" non è entrato a far parte dei miei preferiti dell'autore: forse perché non mi sono affezionata a Jess come ad altri protagonisti, e al tempo stesso la staticità di questa ambientazione (nella camera da letto della casa sul lago) non è riuscita a togliermi il fiato come in altri romanzi. 

È innegabile però che Stephen King sappia come fare male al lettore, e lo fa in diverse maniere in questo romanzo: ogni lettore ha il proprio punto debole, e nel mio caso il nervo scoperto sono i personaggi animali -per esempio la scena che più mi aveva disturbato in It era stata legata a le torture atroci inflitte ad alcuni piccoli animali da uno dei cattivi del libro, appena adolescente. Ne "Il gioco di Gerald" c’è l’ex Prince, un cane abbandonato la cui solitudine e sofferenza vengono descritte da King in un modo che mi ha spezzato il cuore -e la conclusione riservata a questo personaggio non ha contribuito ad alleggerire la sofferenza. 

L’aspetto però sicuramente più delicato ne "Il gioco di Gerald" è quello degli abusi su minori, specialmente all’interno della famiglia. Mi sento di rivelarlo in questo articolo perché credo che si debba arrivare in qualche modo preparati alla lettura di certi argomenti, che potrebbero essere particolarmente disturbanti per un lettore e che vanno letti in maniera consapevole. King fa un ottimo lavoro nel raccontare queste violenze, perché descrive proprio le dinamiche più pericolose che avvengono in queste situazioni attraverso la colpevolizzazione della vittima stessa che per via della sua età non è in grado di elaborare in maniera corretta quanto si trova vivere e per questo riporta un trauma estremamente difficile da superare.

Le sembrava che solo gli adulti sapessero fondere le emozioni nelle maniere più stravaganti: se le emozioni fossero state pietanze, quelle degli adulti sarebbero state qualcosa come bistecche ricoperte di cioccolato, puré di patate con dentro pezzetti di ananas, fette di torta cosparse di peperoncino invece di zucchero. Aveva pensato, e non per la prima volta, che essere adulti sembrava più un castigo che un premio.

In conclusione ho trovato "Il gioco di Gerald" un romanzo riuscito, che tocca temi importanti e che allo stesso tempo è in grado di terrorizzare il lettore quanto basta, mentre si immedesima in Jesse ammanettata alla testata del letto. È un romanzo piuttosto breve per gli standard di Stephen King e, ne consiglio la lettura a tutti gli amanti dell’autore, anche se non suggerisco di iniziare da questo a fare la sua conoscenza!

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