mercoledì 24 marzo 2021

Patria

Del terrorismo nei Paesi Baschi, regione della Spagna al confine con la Francia che da lungo tempo lotta per l’indipendenza, conoscevo poche notizie sparse sulla stampa, tra cui quella che proclamava la cessazione del ricorso alla violenza nel 2011. La mia ultima lettura è stata l’occasione per approfondire il tema.



Titolo: Patria
Autore: Fernando Aramburu
Anno della prima edizione: 2016
Casa editrice: Guanda
Traduttore: Bruno Arpaia
Pagine: 632


LA STORIA

Le protagoniste di "Patria" sono due famiglie, grandi amiche soprattutto per il legame che unisce i padri; il loro percorso di vita avrà però sviluppi radicalmente diversi. Entrambe le famiglie saranno infatti colpite dal terrorismo dell’ETA, ma da punti di vista opposti: in una ci sarà una vittima, nell’altra un terrorista.

COSA NE PENSO

Sette sono i personaggi di cui seguiamo i percorsi all’interno di "Patria": le due coppie di coniugi che hanno dato inizio alle due famiglie protagoniste della storia, e i loro cinque figli, tre da una parte e due dall’altra. L’autore ne racconta le vicende nell’arco di diversi decenni, prima i matrimoni dei genitori, durante l’infanzia dei figli e la loro adolescenza, poi seguiamo i cinque ragazzi diventati adulti nello sviluppo delle loro esistenze -i piani temporali sono però alternati tra il presente ed i flasbhack.

Molto dolore sarà riservato ad entrambe le famiglie per svariate ragioni: malattie, separazioni, litigi. La prima causa è però senz’altro il terrorismo, che le colpisce in maniera indelebile portando alla morte uno dei loro membri, un uomo integerrimo, coraggioso, fieramente basco eppure vittima del pregiudizio della comunità.

Capiranno chi è il Txato. Sono più basco di tutti loro messi insieme. E lo sanno. Fino ai cinque anni non parlavo neanche una parola di castigliano. A mio padre, che riposi in pace, una raffica di mitragliatrice ha fatto a pezzi la gamba mentre difendeva Euskadi sul fronte di Elgueta. Da vecchio, ancora stringeva i denti ogni volta che gli dava una scossa. Cosa c’è, ti fa male?, gli chiedevamo. ’Fanculo Franco e quella puttana di sua madre, rispondeva. E l’avevano tenuto tre anni in carcere, e se non l’hanno fucilato è stato per miracolo.» «Cosa mi vuoi dire con tutto questo, aita? Credi che all’ETA importi quello che è successo a tuo padre?» «Cazzo, non dicono di difendere il popolo basco? E se io non sono popolo basco, dimmi tu chi lo è.»

Un altro personaggio invece, dalla parte opposta degli schieramenti, finisce a trascorrere in carcere tutta la sua giovinezza e chissà quanto altro tempo ancora, poiché ha trovato che la violenza dell'ETA potesse essere il modo migliore per garantire alla sua patria l’indipendenza tanto agognata.

E quando i genitori cominciarono a rimproverarlo perché rimaneva in casa a leggere invece di uscire a divertirsi con gli amici, Arantxa gli disse, quando erano soli, con voce misteriosa, di non starli a sentire. «Leggi tutto quello che puoi. Accumula cultura. Più ne metti insieme, meglio è. Per non cadere nel buco in cui stanno cadendo in molti in questo paese.»

Se "Patria" è una storia di violenza -e lo è: è una storia di sangue, una storia di lutti e di dolori da elaborare- è anche una storia di orgoglio: l’orgoglio che tiene in vita una donna finché non avrà ottenuto la richiesta di perdono che attende da quasi vent’anni, l’orgoglio di figli spezzati nel corpo che nonostante ciò piegano i destini con la forza della loro mente e con il loro coraggio. 

«Perché credi che sono ancora viva? Ho bisogno di quel perdono. Lo voglio e lo pretendo, e fino a quando non lo avrò non penso di morire.» «Hai un orgoglio da far paura.» «Non è orgoglio. Non appena metterete la lapide sulla tomba e sarò con il Txato, gli dirò: quell’idiota si è scusato, adesso possiamo riposare in pace.»

Alle donne è dato grande spazio in questo romanzo, ed ogni tanto la loro intransigenza ci irrita (penso soprattutto a Miren, talvolta anche Bittori e Nerea) eppure la costruzione dei personaggi da parte dell’autore è talmente realistica da farceli sentire come persone vere: chi nemmeno in carcere vuole venire a patti con le proprie azioni, chi rinuncia al proprio migliore amico per paura del giudizio altrui, ma si porta poi dietro questa mancanza per tutta la vita, chi pur di non abbandonare la propria madre conduce una vita priva di felicità annegando il proprio senso di responsabilità nell’alcol e aspettando il momento in cui sarà libero e potrà scappare lontano da quella città che tanto lo fa soffrire ad ogni diluvio che cade.

«Sono io.» «Cosa vuoi?» A Joxian tremavano le mani, gli tremava la voce e non la smetteva di lanciare occhiate alle due estremità della strada, come se avesse paura che lo vedessero conversare con il Txato. «Niente. Dirti che mi dispiace, che non ti posso salutare perché avrei dei problemi. Ma se ti vedo per strada, sappi che ti sto salutando con il pensiero.» «Ti hanno mai detto che sei un vigliacco?» «Me lo dico di continuo da solo. Ma questo non cambia niente. Ti posso abbracciare? Qui non ci vede nessuno.»


C’è anche il perdono in "Patria" e attorno al perdono ruotano le storie di tutti i suoi protagonisti, perché non è facile perdonare, ma la chiave della storia di queste due famiglie è proprio un perdono necessario a cui tutti i fili della trama tendono e che quando arriva ci commuove profondamente.

"Patria" è un romanzo dalla discreta mole: supera infatti le 600 pagine, eppure grazie ai capitoli brevi, ai numerosi dialoghi, allo stile dell’autore che ci aiuta ad immedesimarci ricorrendo talvolta ad una prima persona che si insinua nella narrazione in terza, il racconto scorre ad una velocità alla quale è impossibile resistere. Giunti a poche pagine dalla fine quasi non ci si sente pronti a terminare la storia, sapendo che se ne sentirà la mancanza appena chiuso il volume dietro di noi. Non posso fare altro che consigliarvi "Patria" se siete amanti delle storie familiari che si intrecciano alla storia contemporanea e che sappiano emozionare profondamente il lettore coinvolgendolo sempre di più: credo che per quanto mi riguarda questo romanzo entrerà di diritto tra le migliori letture dell'anno.

Nessun commento:

Posta un commento