lunedì 5 aprile 2021

Dolores Claiborne

Continua l’impresa di leggere integralmente l’opera di Stephen King, e continua con un romanzo in qualche modo legato ad un altro romanzo che ha trovato spazio su queste pagine ovvero "Il gioco di Gerald".


Titolo: Dolores Claiborne
Autore: Stephen King
Anno della prima edizione: 1992
Casa editrice: Pickwick
Traduttore: Tullio Dobner
Pagine: 297



LA STORIA

Dolores è una donna di sessant’anni, che per tutta la vita ha lavorato come domestica a casa della ormai anziana Vera Donovan. La donna, al momento in cui Dolores rilascia la propria testimonianza in una stazione di polizia, è appena deceduta nel corso di un incidente domestico che ha destato diversi sospetti proprio nei confronti di Dolores. In realtà i veri sospetti nei confronti di Dolores non sono nati con la morte di Vera, bensì moltissimi anni prima, all’epoca in cui il marito di Dolores (un uomo violento ed alcolizzato) morì in circostanze sospette. Proprio la morte di Vera si rivela l’occasione per Dolores di raccontare finalmente la verità su questo increscioso episodio del suo passato...

COSA NE PENSO

Dolores Claiborne è un romanzo assolutamente atipico nella produzione di King: per tutto il libro il punto di vista è soltanto uno, quello di Dolores, che racconta in prima persona e rievoca le proprie memorie in un linguaggio informale molto spesso sgrammaticato, che riproduce proprio il parlato della sua testimonianza raccolta dalla stenografa presente.

In quei giorni credevo ancora che l'amore di un uomo per una donna e di una donna per un uomo erano più forti dell'amore per la bottiglia e la baldoria con gli amici, che prima o poi quell'amore doveva salire in cima come la panna affiora sul latte. Ho aperto gli occhi nei dieci anni dopo. Proprio vero che certe volte il mondo è una scuola dura, no?

Come già ne "Il gioco di Gerald" che lo precede di poco (ed è ad esso legato in un modo che andrò a spiegare tra poco) non ci sono in "Dolores Claiborne" degli elementi dell’orrore o soprannaturali: tutto ciò che viene raccontato è assolutamente umano, ma non per questo è meno doloroso.

In comune con "Il gioco di Gerald" infatti non c’è soltanto l’eclissi del 1962, episodio decisivo in entrambe le trame, ma anche il tema dell’abuso di minore all’interno delle famiglie. Proprio questo elemento terribile che aveva condizionato in modo pesante la vita della protagonista de "Il gioco di Gerald" è in realtà l’elemento che spinge Dolores a reagire, quello che le ricorda la sua forza interiore e cambia così la sua vita, di certo in modo traumatico, ma allo stesso tempo dandole la possibilità di avere un futuro.

«Certe volte bisogna diventare un po' carogne per sopravvivere», mi ha detto. «Certe volte fare la carogna è tutto quello che resta a una donna.»

Il futuro Dolores lo condividerà con Vera Donovan, una donna dal carattere molto difficile, abituata ad essere assecondata in tutto e per tutto da coloro che lavorano per lei e che lei spesso non si cura di trattare nella dovuta maniera. In realtà sotto la superficie di Vera Donovan c’è un terribile segreto, che il lettore scoprirà soltanto alla fine del romanzo e che per me è stata un’enorme sorpresa -un colpo di scena davvero riuscito, ed una conclusione tra le migliori che abbia trovato in un romanzo di Stephen King.

Come ne "Il gioco di Gerald", l'estate del 1962 e l'eclissi che si verificò sono presenti in "Dolores Claiborne". Proprio nel corso dell'eclissi Dolores entra in qualche modo in contatto proprio con Jesse, vede la bambina nella sua mente ed è assolutamente sicura che lei esista, che lei sia reale da qualche parte. Questo contatto psichico inspiegabile tornerà nel secondo momento di maggiore tensione nella vita di Jesse, ovvero quando la donna si trova prigioniera delle manette nella casa sul lago. King non ci dà per questo fenomeno alcuna spiegazione; non c’è alcun dialogo tra le due protagoniste, bensì l'autore si limita a presentarci questa connessione, legando in qualche modo i due romanzi che ha scritto e necessario leggere "Dolores Claiborne" dopo "Il gioco di Gerald" -altrimenti sarà impossibile per il lettore cogliere questi riferimenti.

Tutt'a un tratto ho questo presentimento. E per un momento mi viene un pensiero strano: «Quella bambina è nei guai... quella bambina che ho visto il giorno dell'eclisse, quella che ha visto me. Adesso è adulta, ha quasi l'età di Selena, ma è in un guaio terribile».

Rispetto a "Il gioco di Gerald" ho trovato "Dolores Claiborne" molto più riuscito: è impossibile non immedesimarsi con la protagonista. È inevitabile parteggiare per lei, dispiacersi per tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare nella vita e ammirare la determinazione e la forza di questa donna, che per i propri figli è disposta a compiere qualunque gesto possa renderli degli adulti liberi e realizzati. 

Quello che ho fatto, l'ho fatto soprattutto per Selena, non per i ragazzi o per i soldi che suo padre aveva cercato di rubare. È stato soprattutto per Selena se ho fatto in modo che ci restasse e per proteggerla da lui ho pagato con la parte più profonda del suo affetto per me.

Dolores è una donna che ha sopportato e sofferto molto, ma non per questo si è mai persa d’animo, non per questo Il suo carattere è diventato più arrendevole, e tuttavia non ha mai perso la capacità di provare empatia per il prossimo. Nonostante la personalità non sempre piacevole di Vera, Dolores le è sinceramente legata, e nei momenti di crisi dell’anziana donna è l’unica rimanerle accanto, in nome di un rapporto che si è costruito nei decenni ed è stato determinante nelle scelte compiute da Dolores, che in fondo da Vera ha imparato molto.

Avevo un debito con lei fin da quella piovosa giornata dell'autunno 1962 quando mi ero seduta sul suo letto e avevo pianto e singhiozzato con la faccia nascosta nel grembiule. E i Claiborne hanno sempre saldato i loro debiti.

Se siete alla ricerca di una protagonista femminile forte ma anche molto umana, con una scorza dura ma un cuore tenero, "Dolores Claiborne" fa assolutamente al caso vostro: credo che sia diventata addirittura il mio personaggio femminile preferito all’interno di un romanzo di King!

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