lunedì 28 giugno 2021

Il figlio del figlio

Con questa lettura posso dire di aver portato a termine la produzione di narrativa di un autore, impresa che spesso mi prefiggo ma poi molto raramente completo!



Titolo: Il figlio del figlio
Autore: Marco Balzano
Anno della prima edizione: 2010
Casa editrice: Sellerio
Pagine: 200


LA STORIA

Nicola ha ventisei anni, è un insegnante di lettere precario e suo padre, che alla sua età era già sposato e con un figlio, sembra disprezzarlo. Con il nonno Leonardo invece, che ancora parla dialetto pugliese e non sa né leggere né scrivere, ha un ottimo rapporto; ed è per questo che decide di partire con i due uomini per un viaggio a Barletta, dove dovranno vendere la casa di famiglia che oramai non utilizza più nessuno.

COSA NE PENSO

"Il figlio del figlio" è il romanzo d'esordio di Balzano, e mi è piaciuto di gran lunga più del successivo, "Pronti a tutte le partenze", che mi aveva delusa parecchio -infatti avevo il timore che tornando ancor più indietro nel tempo l'autore potesse non piacermi.

Invece questa storia familiare, nella sua semplicità, mi ha commossa: il nonno Leonardo è una figura toccante, un uomo analfabeta e comunista che durante la guerra ha combattuto in Sardegna, che ha lasciato la terra pugliese dov'era contadino per trasferirsi a Milano con la famiglia e diventare operaio alla Montecatini, che ha cresciuto una marea di nipoti e quattro figli che oggi non si parlano più -quante famiglie si ritroveranno in certi passi di Balzano, a fare i conti con dei distacchi per i quali non si trovano apparenti ragioni.

Aprivamo la porta per uscire di casa, verso le sette e mezza, e trovavamo sacchetti di lattuga appesi alla maniglia. Papà sbuffava come un cavallo, mamma rideva, e tenendomi la mano per le scale mi diceva che quelli erano “i regali del nonno”. […] Dopo un paio di giorni, non sapendo che farcene, andavamo a buttare quelle buste senza dirgli più niente. Anzi, i miei per non dargli dispiacere mi chiedevano di dire a babbo che avevamo mangiato tanta insalata. Allora io entravo in casa e ancora con la cartella sulle spalle dicevo: “Ciao Nonò, abbiamo mangiato tanta insalata!”. E lui sorrideva contento.

Mentre la relazione tra Nicola e il suo amato "nonò" è amorevole e piena di affetto come quella tra la maggior parte dei nonni e nipoti, il rapporto tra Nicola e il padre Riccardo è molto meno espansivo, anzi è fatto di incomprensioni e ostilità, del giudizio del padre che non vede il figlio abbastanza uomo, dello sguardo del figlio su un padre taciturno e mai fiero di lui. Balzano ci risparmia la facile retorica del viaggio che riunisce una famiglia: l'esperienza a Barletta non fa miracoli, ma allarga l'orizzonte dello sguardo di Nicola, che comprende l'origine della nostalgia che gli sembra di avvertire da sempre -ma non per questo diviene un personaggio illuminato o poco credibile. Resta anzi alle prese con la propria disoccupazione, con il proprio non trovare una dimensione adatta a sé mentre per gli altri sembra sempre così facile. 

Ciò che abbiamo da offrire a chi se n’è andato è solo diffidenza e palpebre che si corrugano. Ruggine degli ingranaggi addetti alla conservazione della memoria. Ecco, in questo camminare straniero del nonno, in questo sì che mi riconoscevo anch’io.

"Il figlio del figlio" è un romanzo breve, scorrevole, semplice; è un romanzo genuino, che ha il profumo del mare, delle olive, del pesce appena pescato e del sole cocente sui muri a secco del Sud Italia. Riporta in qualche modo alle vacanze dell'infanzia, agli autogrill lungo le autostrade dove ci si fermava per la colazione, ai sacchetti da portare in spiaggia con dentro secchielli, palette e formine. Personalmente ho apprezzato molto questa lettura, perché i suoi personaggi sono del tutto credibili, ben caratterizzati, e le sue atmosfere mi hanno fatto viaggiare tra le pagine. Non è la migliore opera dell'autore, che con il tempo ha reso le proprie storie meno simili tra loro e più complesse, ma comunque è un romanzo che vi consiglio assolutamente di leggere.

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