lunedì 12 luglio 2021

Cambiare l'acqua ai fiori

"Cambiare l’acqua ai fiori" è un romanzo di cui si è parlato in lungo e in largo, e che deve la propria fama proprio ai lettori più che alla promozione che ne ha fatto la casa editrice. A volte i libri così amati si rivelano delle delusioni, dal momento che ci avviciniamo a loro con aspettative così alte: non è decisamente questo il caso.


Titolo: Cambiare l'acqua ai fiori
Autrice: Valerie Perrin
Anno della prima edizione: 2018
Titolo originale: Changer l'eau des fleurs
Casa editrice: Edizioni E/O
Traduttore: Alberto Bracci Testasecca
Pagine: 473


LA STORIA

ViolettE è una donna che dalla vita avuto ben poco: abbandonata alla nascita, diventata madre giovanissima, sposa un uomo egocentrico, immaturo ed incapace di amare; affronta negli anni difficoltà ed enormi sofferenze, fino ad arrivare al piccolo cimitero di provincia dove lavorerà come guardiana.

COSA NE PENSO

Sulla trama volutamente non voglio aggiungere altro, perché qualunque dettaglio potrebbe in qualche modo rovinarvi il piacere della lettura. Sappiate però che i temi in "Cambiare l’acqua ai fiori" sono moltissimi: primo tra tutti, il più importante, è sicuramente l’amore, l’amore materno, l’amore per gli amici che sanno davvero salvarti la vita quando meno te lo aspetti. In questo senso il personaggio di Sasha, precedente guardiano del cimitero, è davvero degno di nota, guardiano dei corpi e delle anime dei vivi più che delle tombe. 

Ieri è venuta la signora Gordon a farsi curare il fuoco di sant’Antonio. Se n’è andata col sorriso sulle labbra. Quando mi ha chiesto: «Cosa posso fare per ringraziarla?» per poco non le ho risposto: «Vada a prendermi Violette».

C’è poi l’amore che non si dovrebbe, quello tra persone coniugate per cui lasciare la propria famiglia sarebbe un sacrificio inaffrontabile ma allo stesso tempo a cui riesce impossibile rinunciare ad una felicità così perfetta, ad una passione così travolgente, ad un sentimento che saprà davvero oltrepassare i confini della morte. 

Credo che nessuno abbia mai saputo che lei e Laurent si fossero amati. Naturalmente non è stata sepolta accanto a lui. Il giorno del suo funerale, una volta andati via tutti, ho fatto una riproduzione per talea, come quando si pianta un albero per la nascita di qualcuno. [...] In questo modo la lavanda di Laurent sarebbe diventata anche la lavanda di Émilie, per anni avrebbero avuto in comune lo stesso fiore, figlio della pianta madre. [...] Ancora oggi le lavande di Laurent ed Émilie sono magnifiche e profumano tutte le tombe intorno.

C’è poi l’amore che fa rinascere, quello che non ti aspetti, quello in cui anzi non vuoi più credere, perché troppo dolore ti sembra passato per poterti concedere una seconda possibilità. L’amore è al centro di questo romanzo, che si tinge ad un certo punto anche di un mistero -la cui soluzione non farà davvero sentire meglio nessuno, ma che comunque appassiona il lettore, che come i personaggi ha bisogno di risposte.

"Cambiare l’acqua ai fiori" è un romanzo sulla rinascita e su come si possa trovare tra i gatti, le lapidi, i fiori, una vecchia cagna (e un commissario di polizia) la motivazione sufficiente per ricominciare, per ricostruire se stessi a dispetto di tutto. 

Nel momento in cui avevo deciso di alzarmi, scavalcare il muretto alle mie spalle e saltare nell’acqua nera del fiume un gatto siamese è venuto a strofinarsi contro le mie gambe facendo le fusa. Mi ha fissato con i suoi begli occhi azzurri. Mi sono chinata per toccarlo, aveva un pelo morbido, caldo, magnifico. Mi è salito sulle ginocchia facendomi trasalire. Non osavo muovermi. Si è allungato sulle mie gambe come una zavorra, un parapetto. Stavo per lanciarmi nel vuoto e me l’ha impedito. Credo che quella sera il gatto siamese mi abbia salvato la vita, o almeno il poco che ne restava.

Violette in questo senso è un grande esempio e la sua vicenda è una di quelle che fanno bene al cuore, che una volta terminata fa sentire il lettore arricchito di una nuova sensibilità e di una nuova tenacia imparata proprio da lei. "Cambiare l’acqua ai fiori" è un romanzo dove l’autrice riesce nella difficile impresa di costruire mano a mano i suoi personaggi in modo tale che anche quelli più detestabili e negativi acquistino una sfumatura per cui è possibile comprenderli: per me è stato così con la caratterizzazione di Philippe, un immaturo, incapace di amare (a causa di certo dell’educazione ricevuta) ma che si rivela mano a mano che le pagine trascorrono più di quello che ci saremmo aspettati da lui -e in un certo senso accade anche con i suoi genitori.

"Cambiare l’acqua ai fiori" è un romanzo che mi sentirei di consigliare ad una platea di lettori davvero eterogenea, perché credo che sia uno dei rari casi in cui quasi chiunque potrà trovare nella lettura aspetti che lo aggradino e che lo emozionino. Chiunque infatti nella vita si è trovato davanti alla necessità di elaborare un lutto, e questo è di certo un romanzo che mi sentirei di consigliarvi in un momento così delicato delle vostre vite, ma non soltanto. Anche se non state attraversando alcun momento difficile, "Cambiare l’acqua ai fiori" saprà raccontarvi una storia dolce e toccante sulle seconde possibilità, sull’importanza degli amici che ci salvano, delle persone che sembrano angeli custodi e soprattutto l’importanza di non arrendersi alle avversità, messaggio del quale tutti abbiamo sempre bisogno.

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