mercoledì 14 luglio 2021

Vivere!

Il mio secondo incontro con la letteratura cinese avviene grazie ad un altro titolo di Yu Hua, autore che avevo già apprezzato moltissimo con "Cronache di un venditore di sangue".


Titolo: Vivere!
Autore: Yu Hua
Anno della prima edizione: 1992
Titolo originale: Huózhe
Casa editrice: Feltrinelli
Traduttrice: Nicoletta Pesaro
Pagine: 191


LA STORIA

In "Vivere!" l’autore racconta, attraverso la cornice di un giovane che viaggia per la Cina per raccogliere le ballate tradizionali dei vari villaggi, la storia tragica di Fugui: nato benestante e scialacquatore, da giovane è costretto a fare i conti poi con i debiti e la povertà, ma soprattutto con perdite strazianti che segneranno l’intero corso della sua vita.

COSA NE PENSO

"Vivere!" è un’opera estremamente drammatica, dove ripetutamente ci affezioniamo ai personaggi che entrano in scena -la moglie i figli (il minore, dolcissimo e forte al tempo stesso, la maggiore, sordomuta e determinata), il genero, il nipote di Fugui, e inaspettatamente li perdiamo, rimanendo ogni volta senza parole. 

L’autore racconta anche la storia della Cina attraverso quella del suo protagonista, e lo fa per un lungo arco di tempo: dalle guerre contro il Giappone negli anni '30, in cui Fugui viene arruolato contro la sua volontà, fino alle riforme agrarie che ridistribuiscono le terre in base ai criteri del Partito Comunista e alla Rivoluzione Culturale. Si tratta di un aspetto certamente molto interessante, ma che non prevale mai sulla storia personale dell’anziano.

Yu Hua è bravissimo anche qui, come in "Cronache di un venditore di sangue", a raccontare i legami familiari e l’affetto, talvolta difficile da esprimere, che un uomo prova per i figli e per i nipoti. Personalmente preferisco i romanzi che lasciano al lettore un po’ di speranza: sì, la conclusione in cui l’uomo salva un bufalo dal macello e affronta con l’anziano animale la propria vecchiaia è in qualche modo rasserenante, tuttavia ci sono immagini che mi hanno davvero spezzato il cuore. Sin dal figlio bambino costretto a rinunciare alle proprie amate pecore, sapendo che verranno mangiate, fino a delle tragedie che davvero non mi sarei aspettata... Non metto in dubbio che questo possa conferire realismo al romanzo, ma lo rendono una lettura che non consiglierei a cuor leggero e che dubito mi verrà voglia di rileggere in futuro. Se siete però lettori meno sensibili di me, "Vivere!" è senz’altro una storia familiare ben scritta e appassionante, capace di ritrarre un paese attraverso le sue generazioni, che potrà di certo piacere a coloro che sono interessati alla Cina e alla sua cultura.

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