Della letteratura orientale conosco ben poco: leggevo spesso i romanzi di Banana Yoshimoto quando ero al liceo, ho letto qualche titolo di Murakami Haruki, ed è più o meno tutto qui, anche se ho in lista diversi titoli che mi incuriosiscono. Questo è uno dei primi autori cinesi ai quali mi avvicino, ed è stato un vero successo!
Titolo: Cronache di un venditore di sangue
Autore: Yu Hua
Anno della prima edizione: 1995
Titolo originale: Xu Sanguan Mai Xue Ji
Casa editrice: Feltrinelli
Traduttrice: Maria Rita Masci
Pagine: 231
LA STORIA
Xu Sanguan è un uomo di umili origini, che vive nella Cina rurale e lavora in un setificio. Nel paesino dal quale proviene, vendere il sangue (atto che frutta un’ingente somma di denaro) è sinonimo di sana e robusta di costituzione; è grazie alla vendita del proprio sangue che Xu Sanguan sposa Xu Yulan, ed è vendendo il proprio sangue che per trent’anni resiste alle difficoltà della vita.
COSA NE PENSO
Nel romanzo di Yu Hua ci sono trent’anni di storia cinese: dalla fine degli anni ‘40 vediamo Xu Sanguan diventare uomo, sposarsi, avere tre figli, lo vediamo resistere alla carestia ed alla Rivoluzione Culturale con le sue pratiche di critica e di lavoro della terra, lo accompagniamo nell’invecchiamento.
Dagli occhi di Xu Sanguan osserviamo la Cina: quella delle campagne, dove le fabbriche scarseggiano e le superstizioni e la saggezza popolare si intrecciano al punto da avere più peso di qualunque informazione scientificamente provata -per esempio la convinzione di dover vendere il sangue soltanto a vescica colma.
Ora siamo nel 1958, l'anno della Comune popolare, del Grande balzo in avanti, del movimento per la produzione dell'acciaio, e che altro ancora? Al villaggio di mio nonno e del Quarto zio le terre sono state requisite. D'ora in avanti nessuno avrà più la proprietà della terra, che apparterrà tutta allo Stato, e se uno la vorrà coltivare dovrà prenderla in affitto.
La vita di Xu Sanguan non è semplice: ad una decina d’anni dal proprio matrimonio scopre che il suo primogenito, Felice Uno, è in realtà figlio del precedente corteggiatore di sua moglie; e sorge così un rapporto difficile, diviso tra l’umiliazione di essere considerato da tutti un cornuto e l’affetto sincero che prova per Felice Uno -che ci regala brani di grande dolcezza.
- Avete visto tutti ? Questo sangue esce da una ferita fatta con un coltello. D'ora in avanti, chi di voi... - e poi, puntando il dito sulla moglie di He Xiaoyong, - compresa tu, chi di voi oserà dire ancora che Felice Uno non è il mio vero figlio, lo prenderò a coltellate. Ciò detto, buttò via il coltello e prese Felice Uno per mano: - Torniamo a casa.
Per la sua famiglia Xu Sanguan è disposto a tutto, e tollera la vergogna di Xu Yulan esposta sulla pubblica piazza, additata di fornicazione dalle pratiche della critica comunista, con i capelli rasati e un cartello al collo; Xu Sanguan sopporta, non si sente mai superiore alla moglie, e nonostante le maldicenze non le volta le spalle.
Darle da mangiare cose buone, - rispose Xu Sanguan indicandola, - vorrebbe dire assolverla. Invece cosi, dandole solo riso, continuo a criticarla... Mentre Xu Sanguan parlava con questa gente, Xu Yulan restava a capo chino, senza avere nemmeno il coraggio di masticare il riso che aveva in bocca. E solo quando si erano allontanati, ricominciava a masticare. Vedendo che nelle vicinanze non c'era nessuno, Xu Sanguan le disse a bassa voce: - Ho nascosto la pietanza sotto il riso. Ora non c'è nessuno, mangiane un boccone, svelta.
È integerrimo Xu Sanguan, e quando vende il sangue lo fa per altruismo: per permettersi il matrimonio prima, poi per sfamare la famiglia durante la carestia, e una volta cresciuti i figli venderà il sangue per accorciare il periodo di lavoro obbligatorio in campagna di Felice Due e per permettersi le cure per Felice Uno, che proprio in campagna ha contratto l’epatite. In cambio Xu Sanguan non chiede nulla; e ben poco riceve in effetti, dai figli quasi mai disponibili, sempre pronti al sarcasmo e a prendere le distanze.
Solo una volta Xu Sanguan vorrebbe donare il sangue per se stesso, per concedersi il lusso di mangiare fegato di maiale con il vino di miglio caldo al ristorante; ed è in quel momento che Xu Sanguan, padre di tre figli ormai adulti e sposati, Xu Sanguan che è già nonno, ha i capelli bianchi e diversi denti mancanti si accorge di essere invecchiato, e che per lui non è più tempo di vendere il sangue.
Yu Hua racconta un’intera generazione attraverso Xu Sanguan: attraverso quest’uomo, per il quale è spontaneo provare empatia, ripercorre un’epoca e accompagna il lettore (specialmente se occidentale) in una dimensione lontana che d’un tratto ci sembra a portata di mano.
Yu Hua fa un evocativo ritratto di un uomo e di una nazione, nelle sue zone più povere e dimesse, e scrive un romanzo sorprendente ed istruttivo, che mi sento di consigliarvi di cuore.
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