mercoledì 15 dicembre 2021

L'arminuta

Cominciamo bene l’anno nuovo con letture di autrici italiane che si rivelano davvero meritevoli: pochi giorni fa vi parlavo di "Oliva Denaro" di Viola Ardone, e oggi è il giorno de "L'arminuta" di Donatella di Pietrantonio.


Titolo: L'arminuta
Autrice: Donatella Di Pietrantonio
Anno della prima edizione: 2017
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 176

Questo romanzo breve, vincitore del premio Campiello del 2017, racconta in prima persona la travagliata vicenda di una ragazzina che si trova improvvisamente restituita ai suoi genitori biologici da quelli che l’hanno cresciuta fino a quel momento, e che si rivelano essere nient’altro che lontani cugini. Così in un’Italia centrale degli anni 70 ci troviamo a passare da una casa dell’alta borghesia in cui si frequentano corsi di danza, di nuoto e si dedica tanto tempo allo studio e al catechismo crescendo da figlie uniche, ad essere scaraventate da "arminuta" (la ritornata) in una numerosissima famiglia. Qui il primogenito è coinvolto in affari illeciti, il minore soffre di un ritardo dello sviluppo, nel mezzo ci sono un paio di fratelli piuttosto ostili e per fortuna Adriana, la sorella con la quale costruire un vero legame.

"L'arminuta" è un romanzo dal linguaggio appassionante e vero: l’autrice è bravissima a dare vita alla sua protagonista, che è credibile dalla prima all’ultima pagina. È una scrittura tagliente, ben calcolata, spesso scarna, che non appesantisce di dettagli inessenziali ma con pennellate decise rappresenta benissimo le situazioni che narra, rendendole tridimensionali agli occhi di chi legge. Vediamo i letti a castello, il cibo che scarseggia, una madre biologica brusca e incapace di dimostrare il proprio amore; vediamo gli schiaffi, ma anche le mani che si posano sulle spalle per un gesto d’affetto che non sanno dire a parole, con quell’italiano incapace di emergere dal dialetto abruzzese.

"L’arminuta" è una storia di donne che vogliono essere madri ma non ci riescono. che sono madri troppe volte e a fatica ne sopportano il peso, che sono vittime della fame d’amore al punto di sottostare a uomini apparentemente perfetti ed invece miserabili, molto più di quelli a cui mancano i denti o il pane per sfamare la famiglia.

Donatella di Pietrantonio scrive un romanzo di formazione crudo e commovente, all’interno del quale ci regala con delle anticipazioni momenti di sollievo, per intravedere un futuro dove non tutto è andato perduto: in questi momenti si percepisce la finezza con la quale l’autrice ha costruito questa storia. Si tratta di un romanzo semplice ma non banale, di una storia piccola che vediamo in un crescendo diventare sempre più comprensibile e sempre più preziosa ai nostri occhi. Dall’inizio dell’anno questa è la lettura che più mi è piaciuta, sia nella scrittura sia nel contenuto e quindi non posso fare altro che consigliarvela!

Avete già letto questo libro o il successivo? 

Qual è un’autrice italiana che mi suggerite di leggere?

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