giovedì 17 marzo 2022

Kentuki

Kentuki di Samanta Schweblin, pubblicato da edizioni SUR, è stato un acquisto impulsivo nel corso di un giro in libreria: mi attirava da troppo tempo per riuscire a resistere ancora, infatti l’ho letto immediatamente e devo dire che mi ha sorpreso così tanto che sono stata molto contenta di aver ceduto! 


Titolo: Kentuki
Autrice: Samanta Schweblin
Anno della prima edizione: 2018
Titolo originale: Kentukis
Casa editrice: SUR
Traduttrice: Maria Nicola
Pagine: 230


Si tratta di un romanzo molto originale, costruito come una sorta di mosaico di storie che si alternano in diversi luoghi del mondo e con diversi protagonisti, ma con un elemento comune: quello dei kentuki. Nel mondo creato dall’autrice si può possedere un kentuki  o essere un kentuki: si tratta di animaletti di pelouche collegati ad una connessione Internet attraverso la quale chi è il kentuki osserva la vita di chi lo ha acquistato, e decide di interagirci nelle più svariate maniere. Questi peluche tecnologici sono diventati al tempo del racconto una moda internazionale e così persone in tutti gli angoli del globo possono relazionarsi con luoghi e individui anche lontanissimi da loro.

L’idea di intrecciare la tecnologia all’umano non è nuova, anche se io non sono un’esperta del genere; ho trovato l’idea di farlo attraverso questi giocattoli molto particolare e interessante. Degno di nota è anche il fatto che un peluche dovrebbe stimolare sentimenti di tenerezza, innocenza, desiderio di giocare, ma invece da entrambi i lati di questi oggettini nei racconti dell’autrice spesso si palesano i peggiori istinti umani, spesso in modo incomprensibile e ingiustificato: quasi il messaggio dell’opera volesse essere che l’umano è già abbastanza crudele e perverso in se stesso, senza bisogno di essere stimolato ulteriormente dalla tecnologia. E se all’infanzia viene lasciata la purezza che ci aspettiamo, senza trovarci davanti ad alcun bambino mostro torturatore, gli adulti che li circondano a distanza o faccia a faccia sono spesso spietati in modi difficili da accettare.

Non aspettatevi però soltanto racconti tetri o macabri, perché in "Kentuki" ci sono anche personaggi estremamente teneri come un bimbo che non è mai riuscito a vedere la neve e spero di farlo attraverso il Kentuki che è, è una signora desiderosa soltanto di compagnia che prova per la coniglietta che impersona una commovente tenerezza.

Nel complesso quest’opera è stata piuttosto lontana da i generi che leggo di solito, ma proprio per questo è stata una bella sorpresa che mi sento proprio di consigliare!

Qual è l'ultimo libro lontano dalla vostra zona di comfort che avete letto?

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