mercoledì 18 maggio 2022

La prima moglie

"La prima moglie" di Daphne Du Maurier, che ho letto in un'edizione vintage Mondadori, è un romanzo scritto nel 1938 che potrebbe essere stato pubblicato l’altro ieri per quanto riesce ad appassionare, coinvolgere e intrattenere il lettore di oggi!


Titolo: La prima moglie
Autrice: Daphne Du Maurier
Anno della prima edizione: 1938
Titolo originale: Rebecca
Casa editrice: Mondadori
Traduttrice: Alessandra Scalero
Pagine: 437


La storia inizia a Monte Carlo, dove la protagonista, una giovane ragazza di modeste origini, incontra Maxim, un uomo maturo e più che benestante rimasto da poco vedovo, che poco dopo essersi conosciuti le chiede di diventare la sua seconda moglie. La giovane accetta e si trasferisce a Manderley, la signorile residenza dell’uomo in Inghilterra, dove si trova immediatamente davanti alla memoria che Rebecca la prima moglie ha lasciato dietro di sé, come un fantasma che aleggia in ogni stanza: sembra essere stata così bella, così elegante, così capace nelle relazioni sociali da rendere impossibile per la nuova arrivata essere alla sua altezza.

Nel racconto, scritto in prima persona, percepiamo sin dalle prime pagine in maniera vivida e violenta il disagio costante e l’angoscia che la protagonista prova a non sentirsi mai padrona delle situazioni che vive, costantemente inadatta, inferiore, non abbastanza amata dal marito che pare vivere ancora nei ricordi e nel sentimento provato per Rebecca -che resiste anche nella servitù della casa. 


In realtà questo è un romanzo sull’apparenza e su quanto si possa essere bravi ad ingannare il prossimo e presentarsi al meglio in società nascondendo sotto il tappeto scomode verità.[come i tanti amanti di Rebecca la sua incapacità di provare sentimenti per il prossimo il suo sconfinato talento nell’inganno che porteranno Maxim all’esasperazione in un matrimonio mai felice  fino ad un omicidio che passerà però dapprima per un incidente e poi per un suicidio in seguito alla fortunata scoperta di una diagnosi medica infausta.]

Ci immedesimiamo in questa giovane donna e sentiamo con lei la costante tensione che accompagna numerose scene di questo romanzo, prima tra tutte il ballo in maschera dove la sciagura incombe riga dopo riga. Ci identifichiamo con lei e per lei tifiamo, mentre i colpi di scena si susseguono e la tensione in questa storia non viene mai meno. 

Degna di nota è anche Manderley, la residenza localizzata in un'imprecisa campagna inglese a qualche ora da Londra, immersa in una natura lussureggiante circondata dai, fiori, dagli uccelli, da profumi che portano messaggi e conservano ricordi rivelatori come le madeleine di Proust. In Manderley si manifesta al meglio la capacità descrittiva di Daphne Du Maurier!


Quello dell’autrice è un romanzo di misteri segreti ben conservati ma anche una storia d’amore [non come ci si potrebbe aspettare quello di Maxim per Rebecca, bensì quello della protagonista per Max, in nome del quale davanti alla verità rivelata è ben felice piuttosto che sconvolta!] È un romanzo di atmosfere, coinvolgente come pochi, dal quale è impossibile separarsi e che entra a pieno titolo tra le mie letture migliori dell’anno! 

Ora non mi resta che vedere il film: ne è stato tratto nel 1940 un famosissimo film di Hitchcock, e nel 2020 un remake che non ha riscosso particolare successo.

Conoscete questa storia? Avete altri titoli dell’autrice da consigliarmi?

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