giovedì 19 maggio 2022

Venivamo tutte per mare

Julie Otsuka, autrice di "Venivamo tutte per mare", affronta un tema che è per lei in parte autobiografico: quello dei giapponesi americani. Lei stessa ha infatti origini giapponesi: il padre è un immigrato di prima generazione, mentre la madre è nata negli Stati Uniti  da genitori giapponesi.


Titolo: Venivamo tutte per mare
Autrice: Julie Otsuka
Anno della prima edizione: 2011
Titolo originale: The Buddha in the Attic
Casa editrice: Bollati Boringhieri
Traduttrice: Silvia Pareschi
Pagine: 144


All’interno di questo brevissimo romanzo si parla proprio dei primi giapponesi emigrati negli Stati Uniti, ed in particolare delle ragazze che furono inviate come mogli per corrispondenza agli uomini arrivati per primi nel nuovo paese. Nelle loro lettere promettevano alle giovanissime donne una vita agiata, quando in realtà svolgevano umili lavori nei campi o come domestici, e questa era la vita di miseria e fatica che sarebbe toccata anche alle loro spose.

Seguiamo nell'interessantissimo stile corale dell'autrice, che ricorre spesso alla prima persona plurale per dare voce a più donne e più esperienze, l’evoluzione dell’emigrazione giapponese in America nella prima metà del Novecento. Dall'agricoltura passiamo ai quartieri definiti Japantown, dove avviano attività come ristoranti o lavanderie, e i loro figli nascono e crescono sentendosi sempre più americani.

Allo scoppio della Seconda guerra mondiale però, allo schierarsi del Giappone con le potenze dell’Asse e ancor più con il bombardamento di Pearl Harbor, la diffidenza americana nei confronti dei giapponesi aumenta al punto di costringerli ad abbandonare tutto e venire internati in una sorta di campi. 
Proprio di questi campi racconta il romanzo d’esordio dell’autrice, "Quando l’imperatore era un Dio", che ho già provveduto ad ordinare, perché  questa lettura mi è piaciuta davvero molto come tutte quelle da qui sento di imparare qualcosa.

"Venivamo tutte per mare" è un romanzo spesso doloroso, dove c’è spazio per la violenza, per il lutto, per la fatica e per perdite di ogni genere; ma allo stesso tempo è un romanzo poetico che trasmette anche la forza e il coraggio di donne che non hanno avuto scelta ma hanno lottato per difendere il poco che avevano.

Se come me siete interessati a pagine di storia che raramente trovano spazio in quello che leggiamo e studiamo, questa lettura breve e intensissima può decisamente fare al caso vostro!

Avevate mai letto testi sul tema dell'internamento giapponese?

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