mercoledì 13 luglio 2022

La cattiva strada

Di Paola Barbato acquisto ormai ogni nuova uscita a scatola chiusa: ho letto tutti i suoi romanzi tranne "Scripta manent" (che recupererò a breve) e a parte "Bilico" li ho apprezzati tutti, in particolare "Zoo" e "Mani nude". Dunque non ho atteso molto per procurarmi "La cattiva strada", da poco pubblicato da Piemme.


Titolo: La cattiva strada
Autrice: Paola Barbato
Anno della prima edizione: 2022
Casa editrice: Piemme
Pagine: 310

L'autrice ha un pregio raro per chi scrive gialli, thriller o noir: l'originalità. Da un titolo all'altro le sue ambientazioni cambiano, cambiano i personaggi e le ragioni per cui il lettore prova tensione o paura. Qui la paura non c'è, non ci sono elementi inquietanti quanto in "Zoo" né violenza quanto in "Mani nude", non ci sono temi disturbanti come ne "Il filo rosso". Tuttavia di "Zoo" e "L'ultimo ospite" ritroviamo l'elemento della cattività, della claustrofobia: mentre nel primo c'erano le gabbie, nel secondo la casa, qui c'è l'autostrada. 

Giosciua è un giovane uomo dallo scarso talento, che più che vivere si lascia sopravvivere e trascinare dagli eventi, senza svolgere una parte attiva nelle proprie scelte. È così che si ritrova a fare il corriere sul suo furgone Doblò per un'organizzazione di dubbia legalità, e non si fa troppe domande: guida da un casello all'altro, consegna i pacchi che gli sono affidati, ritira i soldi e se ne torna a dormire. Almeno fino a che non scopre, complice la chiazza scura che si allarga, il macabro contenuto di una scatola che sta trasportando... E da quel momento in poi per Giosciua la sua tranquilla routine non potrà più proseguire.

Con Giosciua usciamo angosciati dagli autogrill, cerchiamo una via di fuga dalla scia di vittime, attraversiamo a piedi le corsie dell'A1 in quella che sembra una missione suicida ma è un disperato tentativo di salvarsi. Confidiamo nella giustizia, nelle forze dell'ordine, anche se non è detto che sia una buona idea. La tensione è altissima per tutto il romanzo, non ci sono rallentamenti, pagine in cui tiriamo il fiato come in una sosta in corsia d'emergenza: abbiamo imboccato la cattiva strada, e uscirne sarà tutt'altro che semplice.

Proprio per l'ambientazione tra asfalto, caselli e autogrill (molti nella mia zona di residenza, e non li guarderò mai più con gli stessi occhi!) "La cattiva strada" non è diventato il mio thriller preferito dell'autrice, ma si conferma una lettura da cui è impossibile staccarsi, con un protagonista imbranato per cui si prova empatia dalle primissime pagine, perfetta per liberare la mente dai pensieri facendosi assorbire del tutto dalla storia. Se siete alla ricerca di un thriller autoconclusivo che si divori in un paio di giorni, questo potrebbe fare al caso vostro!

Qual è l'ultimo thriller che avete apprezzato?

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