giovedì 1 settembre 2022

Appartamento 401

Ho amato molto l'originale thriller giapponese "L'uomo che voleva uccidermi" di Yoshida Shuichi, e così ho acquistato anche l'altro romanzo dell'autore tradotto in italiano, "Appartamento 401".


Titolo: Appartamento 401
Autore: Yoshida Shuichi
Anno della prima edizione: 2002
Titolo originale: Parade
Casa editrice: Feltrinelli
Traduttrice: Gala Maria Follaco
Pagine: 225


Seppure anche in questo caso siano al centro della storia i lati oscuri o soltanto meno edificanti della natura umana, in particolare di cinque giovani che condividono un appartamento a Tokyo, non l'ho trovato all'altezza del primo.

Ryosuke, un giovane studente di economia, Kotomi, l'innamorata di un attore esordiente, Mirai, artista e commessa, Naoki, che lavora in una casa di distribuzione cinematografica, convivono senza particolari scossoni quando d'improvviso sul loro divano si materializza Satoru. Il giovane, un senzatetto dal passato misterioso che si guadagna da vivere con la prostituzione, si intromette nel loro equilibrio fatto di scarsa confidenza e sembra l'indiziato perfetto per le aggressioni che cominciano a verificarsi nel quartiere.

Naturalmente le apparenze ingannano, e Shuichi costruisce un romanzo in cui l'elemento centrale è la tensione, il non detto, in questi cinque personaggi che sentiamo di non conoscere mai a fondo, ognuno isolato nel proprio universo di insoddisfazioni.

[SPOILER: Ryosuke innamorato della fidanzata di un suo collega più anziano, Kotomi che rimane incinta e cerca il coraggio di abortire, dopo aver trascorso mesi nell'attesa di una telefonata dell'attore, Mirai che si addormenta davanti ai video di violenze carnali e si ubriaca ogni sera, Naoki che sembra il più equilibrato e maturo, a cui tutti si rivolgono per un consiglio, e poi inevitabilmente si rivela il colpevole delle aggressioni].

E se inizialmente il mistero sembra quello dell'appartamento accanto, poi diventano le donne aggredite per strada, nessuno di essi cattura davvero l'attenzione del lettore, che resta in attesa, sospeso, di qualcosa che per quanto mi riguarda non è mai arrivato con l'intensità che avrei sperato.

Il romanzo è suddiviso in cinque capitoli, ognuno narrato da un punto di vista diverso: un limite che ho riscontrato è la poca differenza che presentano le voci dei personaggi, ad eccezione di quella di Satoru che si conferma l'elemento più interessante e promettente (peccato che ben poco venga svelato sul suo conto). 

Purtroppo quando ho concluso questo libro mi è rimasta addosso una sensazione di insoddisfazione, mi sono chiesta: "E allora? Tutto qui?", e ho dovuto darmi una risposta affermativa. Sebbene la scrittura scorrevole dell'autore mi abbia appassionata, spero che la sua prossima pubblicazione avrà una trama più consistente! Nel frattempo, vi consiglio di limitarvi a leggere "L'uomo che voleva uccidermi".

Qual è l'ultima lettura da cui siete rimasti delusi?

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