domenica 2 luglio 2023

La casa del destino

Seguito de "Il miniaturista", "La casa del destino" pubblicato da La nave di Teseo (con una copertina bellissima, che ne racchiude i simboli!) è il secondo romanzo di Jessie Burton che leggo e che si rivela una bellissima esperienza: si tratta di un leggere per il gusto di godersi una storia, nell’ambientazione suggestiva l’Amsterdam del 1700, seguendo i passi di personaggi che avevamo già incontrato. 


Nella è rimasta nella casa di città insieme a Otto, a Cornelia e a quella Thea che avevamo lasciato neonata, Se "Il miniaturista" si tingeva spesso di tinte molto cupe e pagine anche drammatiche, ne "La casa del destino" l’atmosfera è meno opprimente, anche se i segreti e le malelingue continuano a gravare sulla famiglia Brandt.

Thea è ormai una diciottenne, ama gli spettacoli teatrali e si innamora dell’uomo sbagliato, mentre la zia Nella nel suo interesse cerca di combinarle un buon matrimonio, che l’aiuti ad affrancarsi dalla povertà in cui la famiglia sta rischiando di cadere. Ogni donna è però artefice del proprio destino, come leggiamo in quarta di copertina, e se le nostre protagoniste sembrano non ricordarselo ecco che le miniature misteriose tornano a farsi vive, per risvegliare il coraggio che alberga in ognuna di loro e far loro rivendicare il destino che ritengono giusto per se stesse. 

Anche questo volume è davvero appassionante, perché un segreto dopo l’altro la storia si svela, nonostante non tutto trovi risposte e la figura della miniaturista non venga mai davvero spiegata, facendole conservare così l’alone di mistero che tanto mi aveva colpito nel libro precedente. 

Avevo chiuso il primo romanzo con una sensazione di tristezza e di angoscia, mentre il cerchio che qui si chiude lascia davvero un altro stato d’animo: Nella si riconcilia con il proprio passato e Thea trova una dimensione più adatta a lei, lontana dalle convenzioni sociali e dal pregiudizio. 

Quelli di Jesse Burton non sono capolavori della letteratura, sono romanzi semplici, di narrativa pura, ma permettono di immergerci in una storia per il puro piacere di leggerla, dimenticando il presente che ci circonda e lasciandoci trasportare nelle ambientazioni evocative, tra canali, campagne, dimore signorili o decadute dove ci muoviamo insieme ai suoi personaggi. 

Ho davvero apprezzato questa prosecuzione alle vicende iniziate nel precedente romanzo; potrei dire che la parte centrale è leggermente più lenta e ripetitiva, ma si riprende così bene nell’ultimo terzo che non posso fare altro che consigliarvi questa coppia di libri, che trovo letture perfette per l’estate, non troppo impegnative ma al tempo stesso né banali né inconcludenti.

Qual è l’ultima serie di libri che avete terminato?

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