mercoledì 7 febbraio 2024

Bella mia

La bella del titolo in "Bella mia" di Donatella di Pietrantonio, pubblicato da Einaudi, è L’Aquila, il capoluogo abruzzese in una canzone popolare che la protagonista di questo romanzo sente cantare da una vicina un po’ svitata negli alloggi temporanei dove si trovano loro malgrado ad abitare. 

La "bella mia" è L'Aquila delle 99 chiese e delle 99 piazze, ma anche del terremoto del 6 aprile 2009, che ha dilaniato una città e ucciso tanti dei suoi abitanti. Una di loro è Olivia, la gemella della nostra voce narrante Caterina, che in questa gemella più coraggiosa e risoluta di lei si è sempre in qualche modo nascosta, crogiolandosi nella sua insicurezza e infelicità che mette da parte soltanto quando lavora alle sue ceramiche. 

Nel terremoto Olivia rimane vittima della sua casa e lascia Marco, un figlio adolescente, ad elaborarne il lutto con un padre musicista sempre assente che vive in un’altra città, con la zia e l'amatissima nonna che dopo la perdita del marito si trova ad assorbire quella intollerabile di una figlia. Nel mentre Caterina nel suo ruolo di zia si trova a dover sostituire in qualche modo l’assenza dell’sorella e diventare una figura di riferimento per quel nipote arrabbiato e così difficile da gestire. 

Donatella di Pietrantonio con la sua inconfondibile scrittura, asciutta, precisa, che non utilizza mai una parola di troppo e colpisce sempre direttamente nel segno, è capace di commuovere in scene brevissime. Ci racconta il terremoto, la devastazione, la perdita, un universo fatto di abitazioni provvisorie che non sono fatte per durare, ma anche la vita che riprende a scorrere malgrado tutto: lo fa in una madre che ha perso la figlia bambina e grazie anche all'affetto della vicina assegnatale dal caso rimane di nuovo incinta, pronta per un nuovo percorso. Lo fa in un cane che ha cercato di salvare il proprio padrone e non c’è riuscito, ma dopo mesi passati a vagare come un randagio è l’unico in grado di riportare il sorriso sul volto di un ragazzo che non ha più ragioni di serenità.

In meno di duecento pagine Donatella di Pietrantonio ha saputo commuovermi, farmi arrabbiare verso le inadempienze di uno stato in ritardo che non mantiene le promesse e ha saputo farmi tornare a sperare, dall’autrice eccezionale che è e che conoscevo già molto bene dalla coppia di romanzi amatissimi "L'arminuta" e "Borgo Sud". Non ho amato Caterina quanto Adriana, ma la sua capacità di raccontare le famiglie e i rapporti, di mostrare senza bisogno di appesantire con i dettagli è sempre straordinaria e non vedo l’ora di leggere "L’età fragile" che mi è stato regalato di recente -anche se al tempo stesso vorrei tenermelo ancora per un po’ da parte, almeno in attesa che la scrittrice ci regali un’altra delle sue preziose storie.

Qual è l’ultima autrice italiana che avete letto?

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