mercoledì 7 febbraio 2024

I cieli di Philadelphia

Sin dalle prime pagine, "I cieli di Philadelphia" di Liz Moore, pubblicato da NN Editore, mi ha ricordato un romanzo che ho amato moltissimo, "Sul lato selvaggio" di Tiffany McDaniel, pubblicato da edizioni Atlantide.

Qui la cornice è quella di un poliziesco vero e proprio, ambientato a Kensington, Philadelphia, quartiere devastato dalla tossicodipendenza, dove la prostituzione, la povertà, la vita di strada diventano un'abitudine per chi è alla costante ricerca della prossima dose. Qui Michaela, Mickey, una giovane poliziotta madre di un bambino di quattro anni, cerca la sorella Kacey, che si vendeva abitualmente lungo le strade per procurarsi eroina, e di cui non ha notizie da oltre un mese mentre una serie di omicidi sta prendendo di mira proprio giovani donne come lei. 

Liz Moore alterna "adesso" ed "allora" ricostruendo l'infanzia delle sorelle, rimaste orfane di madre da bambine, cresciute da una nonna troppo dura per trasmettere loro amore; ripercorre le loro strade, sentieri radicalmente diversi, le separazioni e i riavvicinamenti, e se Mickey all'inizio sembra integerrima seppure nella sua fragilità nel corso della narrazione emergono le ombre (quell'amato figlio è in realtà il nipote, di cui ha avuto la custodia data la dipendenza di Kacey; il padre di Thomas è il poliziotto che l'aveva sedotta appena adolescente, che lei considerava un mentore, del quale non aveva mai percepito la coercizione, e che aveva approfittato anche di Kacey nel momento di massima fragilità; la seconda gravidanza di Kacey come una nuova possibilità di rinascita). 

Oltre alle protagoniste e all'ambiente della polizia, tutt'altro che esente da corruzione e colpevolezza, Liz Moore costruisce anche personaggi secondari vividi e di supporto, come la vicina con cui finalmente Mickey riesce a confidarsi, dicendo per la prima volta la verità anche a se stessa. Alcuni elementi sono forse un po' ingenui (il padre che in realtà non era morto e non si era mai disinteressato delle figlie, il poliziotto amico che sembra improvvisamente colpevole ma in realtà era sempre stato il buono della situazione) ma l'indagine non perde mai la sua capacità di avvincere il lettore, e la descrizione di Kensington è così evocativa che sembra di camminare tra edifici abbandonati, negozi di bassa qualità e ragazze che attendono che il prossimo automobilista accosti per loro -l'autrice si è dichiaratamente ispirata al progetto fotografico di Jeffrey Stockbridge, che vi consiglio di cercare.

Ho letto questo romanzo prendendolo in prestito in biblioteca, ma non escludo che farà parte dei miei prossimi acquisti, perché non sono riuscita a staccarmi dalle sue pagine. Possiedo già della stessa autrice "Il peso", e ora sono ancora più curiosa di leggerlo!

Qual è l'ultimo romanzo poliziesco che avete terminato?

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