mercoledì 7 febbraio 2024

L'uomo che guardava passare i treni

Il mio primo incontro con il famosissimo autore belga Georges Simenon avviene con la lettura de "L'uomo che guardava passare i treni", romanzo del 1938 che staziona nella mia libreria ormai da decenni, acquistato quando ero solo una ragazzina con la serie che usciva in edicola con la Repubblica e che ancora oggi mi permette ottime scoperte nella letteratura del Novecento.

La lettura di questo noir mi ha ricordato moltissimo le atmosfere de "L’avversario" di Emmanuel Carrère, sebbene questa sia un’opera di finzione e non basata su un personaggio reale come il testo citato: anche qui abbiamo un protagonista dalla vita in apparenza irreprensibile e rispettabilissima,  padre di famiglia, lavoratore benestante, che sovverte in modo drammatico l’ordine che lo circonda.

Popinga lo fa quando scopre che l’azienda per la quale lavora sta per fallire, e sentendosi in procinto di perdere tutto mette in discussione la propria condotta e si trasforma in un criminale in fuga, capace addirittura di uccidere. Dall’Olanda si reca in Francia e in una Parigi invernale immersa tra Natale e Capodanno, braccato dalla polizia e intento a far perdere le proprie tracce (ma al tempo stesso smanioso di ottenere un riconoscimento e alla ricerca di attenzione, al punto di scrivere al commissario incaricato dell’indagine lettere che descrivono il proprio operato) lo seguiamo in una spirale discendente di distacco dalla realtà e disavventure, peregrinazioni tra caffè, birrerie e alberghi di bassa lega, che inevitabilmente non possono portare ad un lieto fine [anche se mi aspettavo piuttosto la sua morte e non il ricovero in un ospedale psichiatrico].

Quello di Simenon è un romanzo estremamente scorrevole e appassionante, e il suo personaggio così contraddittorio e moralmente discutibile è riuscitissimo, seguire le sue avventure per la capitale francese è stato davvero un viaggio sui suoi passi! Pensare che questo romanzo sia stato scritto ormai quasi novant’anni fa sembra incredibile, perché anche oggi è davvero attuale e coinvolgente.

Ora sono curiosa: quali altri titoli di Simenon mi consigliate? Non vorrei iniziare la lunghissima serie di Maigret per il momento!

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