giovedì 8 febbraio 2024

Vincoli

Romanzo d’esordio del mio amatissimo scrittore americano Kent Haruf, "Vincoli" risale al 1984 ed è una sorta di introduzione al microcosmo di Holt, che sarà narrato in modo molto più essenziale ed asciutto nella trilogia della pianura e poi ne "Le nostre anime di notte".

Rispetto ai successivi questo è un romanzo che si dilunga di più nelle descrizioni, che fornisce più dettagli, appesantendo certe volte la narrazione. Resta però che la sua scrittura è già magnifica, capace di delineare un Colorado rurale e dei personaggi dai tratti nitidi a cui è impossibile restare indifferenti. Ho trovato degno di nota anche l'elemento noir che apre e chiude il romanzo, un mistero che riguarda la sua protagonista Edith, la cui vita seguiremo narrata dal protagonista e testimone Sanders dall’epoca in cui i genitori emigrarono dall’Iowa alla fine del diciannovesimo secolo in una sorta di colonizzazione del territorio, come dei veri e propri pionieri dell’agricoltura, fino ai suoi ottant’anni. 

Sanders bambino sarà una delle persone più vicine alla donna, così come suo padre prematuramente mancato è stato l’unico ad aver avuto con lei un rapporto sincero, oltre a quello quasi simbiotico con il fratello Lyman. 

"Vincoli" è un romanzo struggente, sulle occasioni mancate, sulla vita di Edith che a più riprese sembra davvero una vita sprecata, passata ad obbedire prima ad un padre padrone spietato e irragionevole e poi ad aspettare un fratello, che da solo è riuscito ad abbandonare la fattoria, ed infine ad assistere quest’ultimo tornato come il figliol prodigo ma condannato a perdere la ragione. Edith è una donna che ha vissuto di sacrifici, di privazioni, che ha donato molta più pazienza ed amore di quelle che ha ricevuto in cambio -tranne da Sanders e da suo padre, che hanno scelto di fare per lei quanto più possibile e di rispettare le sue decisioni, anche quando sono state esse stesse a condannarla. 

Non c’è bisogno di dirvi che un romanzo di Haruf meriti di essere letto: senza ombra di dubbio lo sapete già e questo non fa eccezione. L’autore di certo ha affinato le proprie capacità nelle sue opere successive, limando e alleggerendole di particolari non necessari, ma ciò non significa che "Vincoli" non mi abbia colpita, che non mi sia sentita presente ai tanti anni trascorsi tra l’allevamento, la coltivazione dei campi e relazioni semplici, essenziali ma non per questo prive di grazia. 

Tornare a Holt è stato bellissimo, e ora sono spaventata dal fatto che soltanto un romanzo ("La strada di casa") mi separi  Dal completare la produzione di questo scrittore, che ogni volta sa darmi tanto. 

Qual è il vostro romanzo preferito di Kent Haruf?

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