Romanzo d’esordio del mio amatissimo scrittore americano Kent Haruf, "Vincoli" risale al 1984 ed è una sorta di introduzione al microcosmo di Holt, che sarà narrato in modo molto più essenziale ed asciutto nella trilogia della pianura e poi ne "Le nostre anime di notte".
Sanders bambino sarà una delle persone più vicine alla donna, così come suo padre prematuramente mancato è stato l’unico ad aver avuto con lei un rapporto sincero, oltre a quello quasi simbiotico con il fratello Lyman.
"Vincoli" è un romanzo struggente, sulle occasioni mancate, sulla vita di Edith che a più riprese sembra davvero una vita sprecata, passata ad obbedire prima ad un padre padrone spietato e irragionevole e poi ad aspettare un fratello, che da solo è riuscito ad abbandonare la fattoria, ed infine ad assistere quest’ultimo tornato come il figliol prodigo ma condannato a perdere la ragione. Edith è una donna che ha vissuto di sacrifici, di privazioni, che ha donato molta più pazienza ed amore di quelle che ha ricevuto in cambio -tranne da Sanders e da suo padre, che hanno scelto di fare per lei quanto più possibile e di rispettare le sue decisioni, anche quando sono state esse stesse a condannarla.
Non c’è bisogno di dirvi che un romanzo di Haruf meriti di essere letto: senza ombra di dubbio lo sapete già e questo non fa eccezione. L’autore di certo ha affinato le proprie capacità nelle sue opere successive, limando e alleggerendole di particolari non necessari, ma ciò non significa che "Vincoli" non mi abbia colpita, che non mi sia sentita presente ai tanti anni trascorsi tra l’allevamento, la coltivazione dei campi e relazioni semplici, essenziali ma non per questo prive di grazia.
Tornare a Holt è stato bellissimo, e ora sono spaventata dal fatto che soltanto un romanzo ("La strada di casa") mi separi Dal completare la produzione di questo scrittore, che ogni volta sa darmi tanto.
Qual è il vostro romanzo preferito di Kent Haruf?
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