mercoledì 19 aprile 2017

Allah superstar

Ero curiosa di leggere questo breve romanzo da molto tempo, e appena preso in prestito dalla biblioteca l'ho terminato nel giro di qualche ora, ma devo dire che purtroppo mi ha delusa e non poco.
 
 
 
Titolo: Allah Superstar
Autore: Yassir Benmiloud
Anno della prima edizione: 2004
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 138
 
 
 
 
 
Kamel Hassan ha diciannove anni e vive nelle banlieu parigine. E' nato in Algeria, da madre francese e padre algerino emigrato in Francia pochi anni dopo l'arrivo di Kamel, figlio unico e ben presto rimasto orfano di madre.
Il sogno di Kamel è diventare famoso, e decide di farlo intraprendendo una carriera da attore comico che fa ironia sugli argomenti che più lo riguardano: la condizione delle seconde generazioni in Francia, l'islamofobia dopo l'11 settembre 2001, l'Islam ed il fondamentalismo islamico, il terrorismo.
Irriverente e perfino blasfemo, le battute di Kamel non risparmiano nulla e nessuno e gli fanno guadagnare una fatwa che lo condanna ad essere ucciso per aver offeso la propria religione con il suo spettacolo -che naturalmente raggiunge così una popolarità di gran lunga maggiore.
 
Un'immagine dal film "L'Odio"
di M. Kassovitz, 1995
 
Così riassunto, sembrerebbe un concentrato di umorismo e graffiante ironia, perché allora lo definisco una delusione?
Innanzitutto perché è scritto sotto forma di un lunghissimo monologo, dove è Kamel a riportare ogni conversazione filtrandola con le sue battute -e lasciatemi dire che mai fu più vero il proverbio secondo cui il troppo stroppia. Kamel-Benmiloud cerca incessantemente di strappare una risata al lettore, e sebbene questo all'inizio accada piuttosto di frequente nel giro di qualche decina di pagine non se ne può francamente più.
Un altro aspetto che non ho apprezzato deriva dal fatto che sia un romanzo immerso in una certa cultura popolare dei primi anni duemila francesi, e trabocca di riferimenti a personaggi della comicità e della televisione dei quali io personalmente non so nulla.
 
Salverei comunque qualcosa, in "Allah Superstar": alcune delle battute di Kamel sulle difficoltà di un giovane arabo in Europa, il conflitto interiore tra i precetti religiosi e i costumi sociali.
Infine salverei anche la paginetta che sul finale riesce a sorprenderci dopo il lunghissimo stream of consciousness delle precedenti 130: una conclusione, per così dire... col botto!

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