Il mito della California, anzi il California dreaming dentro il grande sogno americano; dalla corsa all'oro negli anni della Guerra Civile fino agli anni '60 con le utopie hippy, le proteste all'università di Berkeley contro la guerra in Vietnam, ed ancora oggi le immagini di spiagge dorate, palme e grattacieli trasmesse dai film e dalle serie TV.
Titolo: Le ragazze
Autrice: Emma Cline
Anno della prima edizione: 2016
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 334
Nel romanzo "Le ragazze" trova spazio la California del 1969, delle comuni e della ribellione, degli adolescenti che scappavano di casa e rifiutavano le regole dei genitori e della società patriarcale. E' questa la California dove cresce Evie, figlia di genitori separati, di una madre fragile e insicura e di un padre assente, con una fidanzata molto più giovane che sembra già stanca di lui.
Evie ha quattordici anni nel 1969, è stanca della sua routine, della sua piccola vita. A settembre andrà a studiare in un collegio, ma davanti a sé ha mesi di vuota noia da colmare. Un giorno, in un parco, rimane ammaliata da alcune ragazze che sembrano completamente diverse da lei: trasandate, sprezzanti del pericolo, trasudano sicurezza e ad Evie paiono l'emblema della libertà. Suzanne, tra tutte, è quella che più la conquista e della quale desidera ossessivamente l'approvazione e le attenzioni.
E' Suzanne a farla entrare nel suo mondo, nel mondo delle ragazze, uno sperduto ranch dove un gruppo di giovani e di bambini hanno fondato una comune basata sulla libertà dei costumi e capitanata da Russel, una sorta di carismatico guru che predica l'amore e la fratellanza -e non disdegna l'avere rapporti inappropriati con delle ragazze appena adolescenti. Una volta ammessa in questo circolo esclusivo, così lontano da tutto ciò che ha conosciuto fino a quel momento, Evie si lascia circondare dalla trascuratezza dell'ambiente, dalla promiscuità, dalla noncuranza dei suoi abitanti; una parte di lei nota gli aspetti negativi, ne è turbata, ma immediatamente soffoca i propri pensieri critici.
I mesi passano, ed assistiamo pagina dopo pagina ad un'escalation di degrado e di frustrazioni: al ranch c'è sempre meno da mangiare, Russel non attrae più adepti dal resto del Paese e non riesce ad ottenere un agognato contratto discografico. In lui non germogliano più l'amore, la pace e la fraternità, bensì un cieco risentimento, un furibondo desiderio di vendetta che saranno le ragazze, i suoi emissari, a procacciargli.
Sono passati molti anni quando facciamo infatti la conoscenza di Evie nel presente. Attorno a lei aleggia ancora un alone di mistero legato ai giorni lontani del 1969, quando le ragazze per mano di Russel avevano compiuto efferati omicidi nella villa di un produttore discografico, fatti di cui ancora la cronaca ha memoria.
Il fulcro di questo romanzo è un rapporto al femminile, quello tra Evie e Suzanne. A volte pare unilaterale, quando Suzanne è completamente assorbita da Russel, dal suo ruolo nel branco. Evie idolatra Suzanne, la ammira incondizionatamente, tuttavia qualche volta non soffre a stare lontana da lei e dalla cornice malsana che la circonda. Suzanne, che pare spesso tenerla a distanza, forse sceglie però di regalare ad Evie l'innocenza, la libertà, la possibilità di rifarsi una vita: la sera della strage Evie non c'era, ma non si può dire che sia stata una sua decisione, quella di farsi lasciare in mezzo al nulla da Suzanne che la obbligò a scendere dall'auto.
Emma Cline è una giovanissima autrice californiana e questa è la sua prima opera. Perché leggerla? Personalmente ho apprezzato più di tutto, anche più del crescendo di tensione della storia, il modo realistico e tagliente in cui l'autrice ci racconta le ragazze, quelle del 1969 ma anche quelle di oggi nel personaggio di Sasha, adolescente alla ricerca disperata di conferme e di affetto -com'era Evie alla sua età, e come forse siamo state tutte.
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