venerdì 21 aprile 2017

Fame

La prima tappa del nostro viaggio in Egitto ha l'odore del pane appena sfornato e del sudore. Ci racconta un Egitto rurale, semplice e povero, pervaso di una profonda serenità anche davanti alle situazioni avverse.
 
 
 
 
Titolo: Fame
Autore: Muhammad Al-Busati
Anno della prima edizione: 2014
Casa editrice: Edizioni E/O
Pagine: 125
 
 
 
 
 
E' il ritratto di una famiglia in un piccolo villaggio egiziano senza nome, dove la fame del titolo non è un'esperienza rara.
Zaghlul, il padre, è un uomo integerrimo dalla straordinaria forza fisica ed è sposato con Sakina, donna paziente, fiera e coraggiosa. Hanno due figli appena ragazzini, costantemente affamati del pane che a volte la loro madre cucina, altre volte è costretta invece a farsi prestare. Non manca mai di saldare i suoi debiti, Sakina, ma non riscuote invece i crediti presso le vicine, per rispetto più che per orgoglio.
Zaghlul, da parte sua, è più che disposto ad adattarsi ad ogni tipo di lavoro, ma al tempo stesso non tollera alcuna offesa ai propri principi morali e così troppo spesso lascia i suoi precari impieghi, lasciando il peso delle responsabilità sulle sole spalle di Sakina.
 
Anche Zaghlul conosce bene la fame, ma nel suo caso non si tratta di solo desiderio di cibo: quando ascolta i discorsi degli universitari nei caffè, in lui germoglia una vera fame di conoscenza verso profondi argomenti di politica o di religione. Tuttavia chi coglie soltanto la sua lacera galabeya lo respinge, senza cogliere la profondità delle sue riflessioni -come nel caso dell'imam del villaggio.
 
 
 
Al-Busati ci racconta una famiglia umile ed ignorante, ma al tempo stesso piena di risorse e di dignità, capace di un amore solido e di cavarsela sempre in qualche modo.
Non ci sono grandi avvenimenti in questo romanzo, ma un'analisi puntuale di una piccola storia, più di una volta in grado di strapparci un sorriso sincero anche nelle condizioni avverse in cui la famiglia di Sakina e Zaghlul si trova a vivere.
 
Questo romanzo non è molto conosciuto, almeno in base al social network di lettori che frequento quotidianamente, ed alla sua limitata disponibilità nelle biblioteche della mia città. Penso che invece valga la pena dargli un'occhiata e conoscere punti di vista propri di una letteratura in Italia ancora poco apprezzata, perché si tratta di un romanzo piacevole e delicato.

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