giovedì 26 ottobre 2017

L'approdo

Nei miei propositi di lettrice, mi sono prefissata di dedicarmi più spesso alle graphic novel ed ai libri illustrati, che mi piacciono molto ma sono più difficili da reperire. In questo percorso sono stata estremamente fortunata ad incontrare "L'approdo", perché ho scoperto  un'opera splendida per gli occhi e per la mente.
 



Titolo: L'approdo
Autore: Shaun Tan
Anno della prima edizione:
Titolo originale: The Arrival
Casa editrice: Elliot
Pagine: 128



 
Sin dalle prime, poetiche illustrazioni ci rendiamo conto di essere davanti ad un libro che ci racconta una migrazione: un protagonista maschile infatti saluta, non senza sofferenza, la propria compagna e la propria bambina per imbarcarsi in un viaggio verso l'ignoto. In un paese straniero del quale non comprende la lingua, né le usanze né addirittura le creature che lo popolano (in forme animali fantasiose e spesso dolcissime), l'uomo affronta le difficoltà del trovare un impiego, un posto dove dormire e la propria dimensione nonostante l'incomunicabilità e le minacce di natura imprecisata che incombono su di lui.

 
Non ci sono parole a guidarci nella lettura di questo libro, ma non se ne sente affatto la mancanza: le splendide illustrazioni sono più che sufficienti a comunicare ciò che l'autore desidera trasmettere al lettore, e gli lasciano anche un piacevole spazio di interpretazione nel quale dare il proprio senso a ciò che osserva. Un esempio a riguardo è quello delle figure di ombre che paiono enormi serpenti: potrebbero essere mostri in carne ed ossa, oppure minacce incombenti di qualsiasi tipo (politiche, personali o molto altro).

Diverse sono le fonti alle quali Shaun Taun si è ispirato, in parte autobiografiche. Figlio di un emigrato cinese e cresciuto a Perth, in Australia, un luogo che ritiene privo di una precisa identità culturale, ha riflettuto a lungo sull'esistenza (o sull'inesistenza) dell'identità degli abitanti dell'Australia e sulla propria. Anche le esperienze di diversi amici hanno arricchito la sua opera, così come le sue esperienze di viaggiatore.
Tra le altre fonti vi sono le memorie degli immigrati dalla Cina all'Australia, ma anche delle migrazioni del primo Novecento verso gli Stati Uniti (in particolare le fotografie degli arrivi ad Ellis Island, New York).

Si tratta della prima graphic novel senza parole con la quale sono entrata in contatto, e mi è piaciuta moltissimo.

La muta difficoltà del protagonista ci accompagna pagina dopo pagina, insieme a fantasiose creature spesso tenere e divertenti, in una storia di migrazione commovente ed emozionante. La delicatezza dell'autore raggiunge poi il culmine nelle scene in cui raffigura la vita familiare dell'uomo: la dolorosa separazione dalla moglie e dalla figlia, la loro fotografia che si rigira tra le mani quando la nostalgia lo assale, la gioia dipinta sul suo volto al ricevere le loro lettere ed infine il momento del ricongiungimento, il più agognato nel percorso di ogni uomo che sia partito per restare.
 
Mi pare proprio il caso di dire che le immagini, qui, parlano più di migliaia di parole: aprite gli occhi ed il cuore, e lasciatevi raccontare questa Storia. 
 

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