giovedì 31 maggio 2018

Erano solo ragazzi in cammino

Questo romanzo biografico nasce dall'incontro di Dave Eggers (l'autore de Il Cerchio, che avevo apprezzato molto e di cui avevo scritto qui) e Valentino Achak Deng, uno dei Ragazzi Perduti fuggiti dalla guerra in Sudan negli anni Novanta ed emigrato negli Stati Uniti. Nella prefazione scopriamo che non tutti gli eventi narrati in questo romanzo sono davvero accaduti così come sono stati raccontati; confesso che non ho apprezzato particolarmente questa scoperta.


Titolo: Erano solo ragazzi in cammino - Autobiografia di Valentino Achak Deng
Autore: Dave Eggers
Anno della prima edizione: 2006
Titolo originale: What is the What: the Autobiography of Valentino Achak Deng
Casa editrice: Mondadori
Traduttore: Giuseppe Strazzeri
Pagine: 598




LA STORIA


Achak nasce nel Sudan meridionale poco prima che scoppi la guerra civile del 1983. Nel piccolo villaggio di Marial Bai conduce una vita tranquilla, figlio di un uomo che ha sei mogli, con i suoi molti fratelli e sorelle e gli amici con cui trascorrere le giornate. Quando però i ribelli e l'esercito governativo cominciano a scontrarsi, a saccheggiare i villaggi, ad incendiare le case, ad uccidere gli uomini e rapire donne e bambini, la vita in Sudan diventa impossibile e Achack si mette in marcia, come altre centinaia di bambini, sperando di raggiungere l'Etiopia. Il viaggio è pieno di pericoli e di sofferenze, moltissime le giovani vittime; ed una volta giunti in Etiopia nemmeno qui la situazione è idilliaca, al punto che seguirà una migrazione successiva verso il Kenya. Qui il protagonista vivrà per dieci anni, all'interno di un campo profughi che ha assunto le dimensioni di un paese, prima di partire poi per gli Stati Uniti.


L'espediente narrativo che consente al protagonista di raccontare la sua storia è una rapina: infatti, quando vive già ad Atlanta da diverso tempo, un uomo e una donna si introducono in casa sua approfittando della sua buona fede, lo immobilizzano e lo derubano di tutti i suoi averi di qualche valore. Per trasportare il televisore però serve loro aiuto, e così lasciano a guardia di Achack un bambino che ha l'età che Achack aveva quando si mise in cammino verso l'Etiopia. È a questo bambino che, nella sua mente, Achak comincia a raccontare la propria storia; ed una volta andato via il bambino insieme ai genitori e alla refurtiva, immagina di raccontarla agli altri abitanti del palazzo, mentre, ancora legato, cerca di attirare la loro attenzione prendendo a calci la porta. 

Valentino Achak Deng e Dave Eggers

COSA NE PENSO


Voglio premettere che per me abbandonare un libro è un evento rarissimo, e di solito scelgo di interrompere le letture dopo poche pagine, quando mi rendo conto che proprio non riuscirò a sopportarle in quel determinato momento. Non ho provato questo fastidio all'inizio di "Erano solo ragazzi in cammino", anzi ne ero molto incuriosita, tuttavia con il passare del tempo ho esercitato il diritto del lettore di "saltare le pagine", o perlomeno di operare su di esse una lettura molto veloce per capire sommariamente quando si verificasse qualche avvenimento.
Questo è capitato perché nel libro in questione non tutta la narrazione è ugualmente incisiva. Le pagine infatti dove il protagonista ripercorre i suoi anni trascorsi negli Stati Uniti non mi hanno particolarmente appassionata, mentre invece sono cariche di tensione le sue memorie legate al difficile viaggio dal Sudan all'Etiopia, la vita nei campi profughi e le inimmaginabili sofferenze vissute da Achak ed i suoi compagni. 
Il difetto principale di questo romanzo biografico è a mio parere la lunghezza -e dico questo nonostante io apprezzi molto i libri lunghi, quando le pagine hanno un motivo di esistere (lo dimostra la mia rilettura di It di cui scrivevo qui). Nonostante sia suddiviso in tre libri ed alterni sapientemente le memorie americane e quelle africane, i ricordi raccontati sono davvero moltissimi, dettagliati e protratti per numerose pagine, al punto che ho finito per perdere interesse strada facendo. 
Nonostante ci sia molto da imparare da questo libro per quanto riguarda la storia dell'Africa orientale ed i conflitti che vi si sono svolti, ed ogni testimonianza sia preziosa per la memoria dell'umanità, avrei apprezzato questa narrazione molto di più se fosse stata ridotta ad una sua parte. Lo consiglio insomma solo a lettori motivati e molto pazienti!

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