L'autore di questo romanzo è stato recentemente al centro dell'attenzione della cronaca per una serie di scandali per nulla legati alla sua produzione letteraria: dopo aver rivelato infatti di aver subito violenza sessuale quando era solo un bambino (qui potete leggere il suo toccante racconto autobiografico sul New Yorker, in lingua originale) è stato infatti accusato di molestie da diverse donne.
Di per sé questo non sarebbe positivo; tuttavia mi ha rammentato quanto il suo unico romanzo, vincitore del Premio Pulitzer 2008, mi avesse incuriosita qualche tempo fa, ed ho colto così l'occasione per recuperarlo.
Di per sé questo non sarebbe positivo; tuttavia mi ha rammentato quanto il suo unico romanzo, vincitore del Premio Pulitzer 2008, mi avesse incuriosita qualche tempo fa, ed ho colto così l'occasione per recuperarlo.
Autore: Junot Diaz
Anno della prima edizione: 2007
Titolo originale: The Brief Wondrous Life of Oscar Wao
Casa editrice: Mondadori
Traduttrice: Silvia Pareschi
Pagine: 349
LA STORIA
La famiglia de Leòn è perseguitata dal fukù da generazioni: una maledizione che li segue ovunque vadano, condannandoli ad un destino di avversità. Oscar de Leòn crede fermamente a questo elemento del folkore dominicano, ed è forse questa la ragione per cui non riesce ad opporvisi in maniera ferma ed anzi percepisce la propria vita come segnata.
Ogni famiglia di Santo Domingo ha una storia di fukù. Ho uno zio con dodici figlie, nel Cibao, convinto di non poter generare maschi per via della maledizione di una vecchia amante. Fukù. Ho una tìa convinta di non poter essere mai più felice per aver riso al funerale di una rivale. Fukù. Il mio abuelo paterno è convinto che la diaspora dominicana sia la vendetta di Trujillo contro il popolo che lo ha tradito. Fukù. Se non credete in queste superstizioni, va bene lo stesso. Anzi, non solo bene: benissimo. Perché anche se voi non credete nel fukù, il fukù crede in voi.
Oscar infatti è un ragazzo di origine dominicana che vive in New Jersey insieme alla sorella Lola, ragazza dal carattere molto più forte del suo, ed alla madre, donna implacabile. Oscar è quello che potremmo definire un outsider: appassionato di romanzi fantasy, di fantascienza e di videogiochi, sogna di diventare il Tolkien dominicano; non ha un aspetto attraente ed ha parecchi chili di troppo. Le coetanee non sono affatto attratte da lui, e questo lo impensierisce parecchio, perché le ragazze sono il suo pensiero fisso.
Alla storia di Oscar si intrecciano quella della madre, Hypatia Belicita, e della donna che l'ha cresciuta ed è per Oscar e Lola come una nonna, La Inca. Quest'ultima non è mai emigrata dalla Repubblica Dominicana, ed i nipoti si recano occasionalmente a trovarla; Oscar riceve da lei molto affetto, cosa che non si può dire avvenga con la loro madre.
Adesso che sono madre a mia volta, mi rendo conto che non poteva comportarsi diversamente. Era fatta così. Come si dice: platano maduro no se vuelve verde. Fino all'ultimo si rifiutò di dimostrarmi anche solo un briciolo d'amore. Non pianse mai per me o per se stessa, ma solo per Oscar.
COSA NE PENSO
Siamo davanti ad un romanzo familiare in piena regola, che tuttavia è anche un romanzo di formazione (seguiamo infatti la crescita di Oscar dall'infanzia sino all'ultimo giorno della sua vita). Una volta letto l'aggettivo "breve" nel titolo, sulla longevità di Oscar non possiamo farci illusioni; tuttavia un elemento sorpresa nel libro sono riuscita a trovarlo comunque. Infatti, nonostante quell'aggettivo "favolosa" contenuto anch'esso nel titolo, mi sono aspettata per numerose pagine una vita piuttosto piatta per il protagonista; una volta però che Oscar avrà scoperto in sé il coraggio di prendere decisioni, la suggestione del titolo verrà pienamente rispettata.
Un aspetto originale ed interessante di questo romanzo è il corposo apparato di note a pié di pagina che arricchiscono la storia di Oscar e della sua famiglia con moltissime informazioni sulla storia della Repubblica Dominicana e la dittatura di Trujillo, ripercorrendo decenni della vita politica di un Paese del quale non avevo mai letto nulla.
Anche la struttura del testo è piuttosto originale: alterna infatti momenti di un passato più lontano a quelli di uno più recente, tutti comunque narrati a posteriori. Inoltre vi è un'alternanza dei punti di vista, anche se i narratori sono sempre interni: in alcuni capitoli è Lola a raccontare parte della storia, in altri invece è Yunior (l'unico ragazzo che Oscar abbia considerato un vero e proprio amico, ed anche ex fidanzato di Lola) ad evocare il passato della famiglia de Leòn e a descriverci la difficile post adolescenza di Oscar.
Sul personaggio di Yunior ci sarebbe bisogno di fare una riflessione a parte: egli è infatti una sorta di alter-ego dell'autore, ed è un personaggio ricorrente anche nelle raccolte di racconti che Diaz ha pubblicato oltre a questo romanzo. Specialmente nei racconti Yunior, che anche qui ha un grande successo con le donne e non riesce ad essere loro fedele, è accusato di misoginia (qui un interessante articolo in proposito, in inglese); questo aspetto non è però evidente nel romanzo, poiché essendo Oscar il centro della narrazione Yunior riveste più che altro il ruolo dell'osservatore -e lui stesso si definisce tale. Mi interesserebbe poter mettere a confronto le diverse sfaccettature del personaggio, ma ovviamente sarò in grado di farlo soltanto approfondendo la produzione di Diaz.
Sul personaggio di Yunior ci sarebbe bisogno di fare una riflessione a parte: egli è infatti una sorta di alter-ego dell'autore, ed è un personaggio ricorrente anche nelle raccolte di racconti che Diaz ha pubblicato oltre a questo romanzo. Specialmente nei racconti Yunior, che anche qui ha un grande successo con le donne e non riesce ad essere loro fedele, è accusato di misoginia (qui un interessante articolo in proposito, in inglese); questo aspetto non è però evidente nel romanzo, poiché essendo Oscar il centro della narrazione Yunior riveste più che altro il ruolo dell'osservatore -e lui stesso si definisce tale. Mi interesserebbe poter mettere a confronto le diverse sfaccettature del personaggio, ma ovviamente sarò in grado di farlo soltanto approfondendo la produzione di Diaz.
Ora mi pare opportuno riservare un po' di spazio anche a ciò che non mi ha convinta ne "La breve favolosa vita di Oscar Wao". Non tutti i capitoli infatti sono a mio parere ugualmente appassionanti: ho di gran lunga preferito quelli dove Oscar è l'indiscusso protagonista, forse per via della curiosità riguardo cosa gli avrebbe riservato il futuro; degno di nota però è anche quello dedicato all'infanzia di sua madre.
Un altro limite che ho incontrato nella lettura è legato all'enorme quantità di termini in spagnolo presenti nel romanzo, dei quali solo una minima parte tradotti nel glossario alla fine del libro: non conoscendo lo spagnolo, ho trovato specialmente i dialoghi spesso difficili da comprendere completamente.
Tutto considerato, ho apprezzato la lettura dell'unico romanzo di Junot Diaz, che mi sento di consigliare a tutti gli amanti dei romanzi familiari, soprattutto se interessati alla storia dell'America Latina. Mi piacerebbe affrontare la lettura dei racconti per via del filo conduttore che pare esserci tra le diverse opere; tuttavia non essendo una grande amante di questo genere letterario, non è un progetto che ho intenzione di portare a termine nel prossimo futuro.
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