lunedì 9 luglio 2018

La crociata dei bambini

Ogni tanto ci sono libri che mi fanno faticare, che mi richiedono più tempo di quello che abitualmente dedico ad un libro -mi ritengo infatti una lettrice piuttosto veloce, anche se non sempre credo che questo sia un pregio.
Questo romanzo rientra a pieno titolo nella categoria "libri letti con lentezza", libri non propriamente immediati, che per essere terminati mi hanno richiesto un certo impegno.



Titolo: La crociata dei bambini
Autrice: Florina Ilis
Anno della prima edizione: 2005
Titolo originale: Cruciada copiilor
Casa editrice: Isbn editore
Traduttore: Mauro Barindi
Pagine: 831



LA STORIA

Un treno attraversa la Romania, da Cluj diretto verso il mare. A bordo viaggiano allievi di numerose scuole elementari e medie del Paese, diretti in vacanza insieme ai loro insegnanti. Sullo stesso treno viaggia senza biglietto un ragazzino dell'età dei villeggianti, Calman, che però è uno zingaro (utilizzo il termine zingaro, invece di rom o sinti, perché ad averlo utilizzato è l'autrice, senza alcun intento dispregiativo) che ha ereditato i poteri della nonna Angelica, famosa cartomante e fattucchiera che sa interferire col destino, a Ferentari.
Il viaggio è lungo, e nella mente avventurosa di Calman si fa largo un'idea: impadronirsi del treno, e trasformarlo in un treno dove soltanto i ragazzi abbiano il potere. Convincere i coetanei non è difficile, e mentre gli adulti in Romania sospettano il terrorismo arabo, la mafia e criminali di ogni sorta responsabili del rapimento, la verità è che proprio dalle creature più innocenti ha preso vita una situazione difficile da controllare
L'affresco di una Romania del dopo Ceausescu è quello che ci regala questo romanzo, un misto di innocenza e di degrado, di mafia e di inchieste giornalistiche, dove basta un treno a rovesciare l'ordine costituito e dare vita ad una nuova società dove gli adulti sono presenti, ma relegati al ruolo di spettatori. 

Fotografia di Jacopo Naddeo
"Vivere nel sottosuolo: i ragazzi delle fogne di Bucarest"

COSA NE PENSO

La caratteristica più evidente di questo lungo romanzo è la particolarità del suo stile: l'uso della punteggiatura dell'autrice è infatti limitata all'uso di virgole e punti esclamativi, mentre non vi è alcun punto fermo ad interrompere la narrazione. Essa acquista quindi un ritmo molto rapido, talvolta quasi frenetico, che non sempre corrisponde alla quantità di avvenimenti -piuttosto rari, in effetti, nella prima metà del testo.
I personaggi sono davvero numerosi e variegati, tra adulti e bambini. Al di fuori del treno infatti l'autrice racconta i punti di vista di giornalisti, politici, membri delle forze armate, ma anche trafficanti di armi e di uomini; dà una personalità propria ad ogni insegnante, dalla conservatrice professoressa di rumeno, profondamente legata alla cultura nazionale, fino alla giovane insegnante che raccoglie le rivendicazioni dei suoi allievi che con lei sentono di potersi esprimere. Tra i bambini ci sono quelli delle famiglie di classe media, diretti in vacanza, che amano Harry Potter, ascoltano musica nei walkman, desiderano un computer e sognano l'America; poi ci sono i bambini di strada, quelli che vivono nelle fogne di Bucarest, che vendono il proprio corpo alla pedopornografia per qualche spicciolo, come Calman, come la sorella che il ragazzino sogna di poter proteggere da tutte le ingiustizie.
Zia Angelica gli aveva detto una volta una cosa che Calman impresse bene nella mente nonostante la tenera età, Di due cose ti devi guardare nella vita, lo aveva consigliato la fattucchiera, Dalla bellezza più di tutto, perché la bellezza porta amore e desiderio, e il desiderio porta debolezza e la debolezza distrugge nell'uomo il vigore senza che te ne accorgi, non solo dalla bellezza femminile, ma anche da quella della musica, del ballo, delle canzoni o dalla bellezza dei momenti effimeri che ti rapiscono tanto che tu non sei più padrone di te stesso, ma facile preda degli spiriti che vogliono condurti alla perdizione! 
Nel complesso si tratta di un'opera articolata, ben costruita, ma per i miei gusti davvero poco essenziale: molte delle figure a cui la scrittrice dà vita non sono state memorabili quanto avrei voluto, non tutti i fili intrecciati che costituiscono la vicenda arrivano ad uno sviluppo soddisfacente alla fine dell'opera (mi sarei ad esempio aspettata qualche avvenimento in più per la fattucchiera Angelica) e solo una parte di essi è riuscita a catturare davvero la mia attenzione. Questi periodici cali di interesse hanno comportato che il romanzo risultasse per me, data la sua lunghezza, piuttosto pesante; lo consiglierei solo a lettori molto motivati, specialmente a quelli interessati alla cultura rumena contemporanea di cui senza ombra di dubbio Florina Ilis riesce a rendere uno scorcio esauriente. 

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