Ho acquistato una luce da lettura. Per molti di voi, questa non sarà un'affermazione molto interessante; è tuttavia rilevante ai fini di questo blog poiché ha rivoluzionato il mio modo di leggere. Dovete sapere infatti che io amo leggere la sera, col buio attorno, e per questo motivo la gran parte delle mie letture degli ultimi anni sono state fatte su e-reader retroilluminato; grazie a questo portentoso oggettino invece sto nuovamente godendo della compagnia dei miei libri cartacei, che troppo spesso ho acquistato e lasciato ad attendere sugli scaffali della libreria. Il romanzo di cui vi parlo oggi fa parte proprio di questa categoria.
Titolo: Cara Zoe
Autore: Philip Beard
Anno della prima edizione: 2005
Titolo originale: Dear Zoe
Casa editrice: Corbaccio
Traduttrice: Lucia Corradini Caspani
Pagine: 180
LA STORIA
Tess ha quindici anni l'11 settembre 2001, il giorno in cui sotto la sua sorveglianza perde la vita la sua sorellina Zoe, molto lontano dal dramma del World Trade Center. Diversi mesi dopo, è a Zoe che Tess scrive questa lunga lettera dove le racconta la disperazione della loro madre, la solitudine della sorellina Em, la faticosa elaborazione del lutto. Tess scrive di un'estate adolescente, del trasloco a casa del padre, del suo cane Frank, del lavoro estivo al parco divertimenti e soprattutto dell'amore per Jimmy, che la riconcilia con la vita.
Fu l'unica volta in cui fummo lì lì per litigare, e da quel momento lui sembrò guardarmi in modo differente. Più come se fossimo sullo stesso piano e io fossi qualcuno a cui lui non solo poteva raccontare, ma anche domandare. Di tutte le cose che mi piacevano di lui, credo che questa mi fece iniziare a innamorarmi di lui.
Immagine di Pascal Campion |
COSA NE PENSO
La seconda di copertina di questo libro lo consiglia agli amanti de "Il giovane Holden" e "Amabili resti". Non aspettatevi la potenza delle voci narranti di Holden Caulfield o Susie Salmon, perché rischiate di rimanere un po' delusi, ma sappiate che anche in questo caso siamo davanti ad un romanzo di formazione scorrevole e piacevole da leggere, raccontato in prima persona da una protagonista nella quale è facile identificarsi.
Il punto di forza di "Cara Zoe" è il fatto di ruotare attorno ad un dramma, quello della morte prematura di Zoe appunto, eppure di non parlarne in realtà quasi mai. È anche un romanzo sull'undici settembre, e dell'undici settembre si parla ancor meno. L'autore evita così di cadere in una facile spettacolarizzazione del dramma, nella retorica di frasi melense, ed il romanzo nel suo insieme finisce per essere commovente in passi dai quali non ce lo si aspetterebbe.
Da quando me n'ero andata di casa, quello fu l'unico momento in cui, per poco, non ci mettemmo a parlare di te. E anche se eri tu quella di cui avremmo dovuto parlare, non potevo che essere contenta del fatto che, invece, avessimo parlato di me.
Un altro elemento davvero ben riuscito è la caratterizzazione del padre di Tess, e la costruzione del rapporto tra i due: nonostante sia un padre imperfetto, molto lontano dall'impeccabile nuovo marito della madre, invischiato in traffici loschi e talvolta nei guai con la giustizia, Nick Di Nunzio è un bravo padre. La sua casa non è in un bel quartiere, non è pulita e profumata, eppure i suoi pastori tedeschi e i suoi sforzi, al massimo delle sue possibilità, consentono a Tess di elaborare il proprio dramma e di ritrovare se stessa, le permettono di crescere.
Nel complesso, nonostante qualche scivolone dell'autore che soprattutto al principio non è sempre credibile nei panni di un'adolescente (quanta importanza dà realmente una ragazza alle sue prime mestruazioni? Davvero ne parlerebbe così di frequente?), "Cara Zoe" racconta una storia triste senza diventare strappalacrime, ed è riuscito a emozionarmi con un linguaggio semplice e dei personaggi ben costruiti.
Lo consiglierei specialmente ad un pubblico di lettori dell'età della protagonista, che di certo si immedesimeranno nelle tappe di crescita della sua estate, ma anche per i più cresciuti sarà una lettura piacevole!
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