Quella di oggi sarà una recensione breve, breve come il romanzo grafico di cui vi parlo. Non ho molto da scrivere in proposito, ma dal momento che non ne ho mai letto né sentito parlare sui social ho pensato che farla conoscere ad un pubblico, per quanto ridotto, fosse una buona idea.
Titolo: Haytham - Crescere in Siria
Autori: Nicolas Hénin (sceneggiatore), Kyungeun Park (disegnatore)
Anno della prima edizione: 2016
Titolo originale: Haytham: une Jeunesse syrienne
Casa editrice: Mondadori
Traduttore: Marco Cedric Farinelli
Pagine: 80
LA STORIA
Haytham nasce in Siria nel 1996; alla morte di Hafiz Al-Assad ha quattro anni, ed assiste bambino ai primi anni della presidenza del figlio di Hafiz, Bashar Al-Assad. Haytham ama il calcio e gli scacchi; suo padre Ayman è un dissidente, leader delle manifestazioni che si diffondono nella città di Dar'a nel 2011 dopo le primavere arabe in Tunisia ed Egitto. Mentre la situazione si fa via via più pericolosa, la città viene assediata dall'esercito siriano per reprimere la rivoluzione e le sparizioni e le morti a seguito degli interrogatori si fanno sempre più frequenti. Questi sono gli anni dell'infanzia di Haytham, il cui padre riesce però ad ottenere lo status di rifugiato politico in Francia e a farsi raggiungere, un anno più tardi, dalla moglie e dai due figli.
COSA NE PENSO
Si tratta di un'opera estremamente breve, che forse avrebbe avuto bisogno di un'introduzione o di una postfazione, di qualche informazione in più su Haytham rispetto alle fotografie che aprono e concludono il volume e a alle poche frasi scritte in quarta di copertina:
Mi chiamo Haytham al-Aswad. Sono nato il 20 agosto 1996 a Dar'a, in Siria. Sono fuggito dalla guerra con la mia famiglia. La Francia ci ha offerto asilo. Questa è la mia storia.
Mi sono chiesta infatti: perché Haytham? Perché proprio la sua famiglia, tra tante famiglie siriane? Questa è una domanda destinata a rimanere senza risposta.
Tuttavia la storia di Haytham, che da un'infanzia in un contesto sempre più pericoloso e meno democratico è riuscito, da adolescente, ad integrarsi in Francia e a proseguirvi gli studi, è interessante perché rappresenta un punto di vista alternativo e precedente a quelli di cui spesso sentiamo parlare. La famiglia al-Aswad rappresenta infatti le migrazioni legali, la politica dell'accoglienza, l'opportunità di stabilirsi in un altro Paese senza bisogno di rischiare la vita su un gommone, sul fondo di un camion o nel deserto; una volta passato il confine siriano infatti, dalla Giordania alla Francia, la famiglia al-Aswad ha avuto la possibilità di viaggiare in aereo, di ottenere poi l'asilo e riprendere a vivere -nonostante l'impegno nei confronti del proprio Paese non sia mai venuto meno, specialmente per Ayman.
La storia di Haytham ci ricorda, a mio parere, di quanto chi ha già sofferto nel proprio Paese d'origine dovrebbe avere la possibilità di rifugiarsi altrove senza ulteriori violenze e soprusi ai quali sopravvivere, e senza viaggi che mettano in pericolo la loro esistenza minuto dopo minuto.
Un altro aspetto che ci tengo a sottolineare è quello delle illustrazioni: le tavole in scala di grigi disegnate da Kyungeun Park sono incredibili, i volti dei personaggi estremamente espressivi, talmente realistici da essere quasi delle fotografie. Lo stesso vale per gli sfondi delle vignette, che siano esse ambientate in Siria o in Francia: rappresentano in modo dettagliato edifici, luoghi ed oggetti. Graficamente, credo che questa sia la mia opera preferita tra quelle che ho letto finora nel 2018!
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