giovedì 14 febbraio 2019

Non stancarti di andare

Questa graphic novel è una delle opere che più mi hanno attirata per mesi, e che ho inaspettatamente ricevuto in regalo. Ne ho sentito parlare in ogni dove, ne ho lette recensioni entusiaste pressoché ovunque, e così mi sono accostata alla lettura piena di entusiasmo: ma purtroppo le mie aspettative sono state molto deluse.
Titolo: Non stancarti di andare
Autori: Teresa Radice e Stefano Turconi
Anno della prima edizione: 2017
Casa editrice: Bao Publishing
Pagine: 320
LA STORIA
Al centro di quest'opera c'è una storia d'amore: quella tra Iris, disegnatrice timida e inesperta, e Ismail, giovane ed attraente professore siriano, specializzato in calligrafia araba. I due si incontrano durante un viaggio che Iris compie in Siria nei primi anni 2000 e si innamorano; lui continua per anni ad andare e venire dal proprio Paese, anche successivamente allo scoppio della guerra civile: ma questa volta fare ritorno non sarà così facile.
L'attesa è infatti il tema chiave di questa graphic novel: l'attesa del ritorno di Ismail da parte di Iris, l'attesa di trovare un modo per tornare in Italia da parte di Ismail, l'attesa del bambino che cresce nel ventre di Iris e del quale Ismail ancora non sa nulla.
COSA NE PENSO
Mentre l'aspetto grafico dell'opera è innegabilmente riuscitissimo -le tavole sono ricche, dettagliate, impreziosite dalla calligrafia araba che io amo tanto, hanno colori sfumati che rievocano le atmosfere dei numerosi luoghi di ambientazione- non mi sento purtroppo di dire lo stesso del contenuto.
Numerosi sono infatti i punti deboli che non mi hanno permesso di apprezzare "Non stancarti di andare" quanto avrei voluto.
Innanzitutto il linguaggio adoperato da tutti i personaggi, ed in particolare dai due protagonisti: le loro frasi abusano di aggettivi qualificativi e termini ricercati, con il risultato di far apparire voci narranti diverse come quasi identiche. Tenendo conto anche del fatto che l'italiano non è di certo la lingua madre di Ismail, i dialoghi perdono credibilità e tutto l'insieme risente di questa piattezza priva di caratterizzazioni personali. Per non parlare poi delle lettere in stampato maiuscolo che Iris scrive al figlio in arrivo, per i miei gusti talmente sdolcinate da diventare insostenibili…
In secondo luogo la carne al fuoco è davvero troppa: alla storia d'amore tra Iris e Ismail si aggiungono nonni desaparecidos, padri mai conosciuti, madri anaffettive e zie d'elezione -il tutto nell'universo di Iris, lasciando in ombra quello di Ismail- , oltre al religioso Padre Saul, ispirato ad una figura realmente esistita, Padre Paolo Dall'Oglio.
Per ultima, la critica forse meno oggettiva: i due protagonisti a me non sono piaciuti. Iris è passiva, certo non ha molte alternative all'attendere notizie di Ismail, non c'è nulla che possa concretamente fare: tuttavia la sua calma, il suo autocontrollo a mio parere non sono credibili. Così come non è realistico presentarla come del tutto all'oscuro dei pericoli e della guerra civile in Siria: chi, con un compagno che va e viene tra i due Paesi, non si informerebbe?
In conclusione, mi dispiace molto scriverlo per via delle altissime aspettative che avevo, ma "Non stancarti di andare" è stata per me una lettura molto deludente. Trovo che banalizzi tematiche come le coppie miste e le loro problematiche, ma soprattutto non mi ha trasmesso il sentimento di paralizzante terrore che io avrei provato al posto di Iris -come, credo, la maggior parte delle persone. Le paure di Ismail invece, bisogna ammetterlo, sono rese in modo migliore e più credibile.
Vi consiglio quindi questo romanzo grafico solo per la bellezza delle sue tavole, che è un piacere osservare in ogni loro particolare; se siete però alla ricerca di una storia ben costruita, potete orientare altrove la vostra scelta!

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